5 Maggio 2020

Spadafora: “Surreale pensare che io non voglia tutelare il calcio. Non mi dimetto: ecco il piano per ripartire”

Il Ministro dello Sport spiega il suo punto di vista approfondito in merito al tema della ripresa

Intervistato dai microfoni del Corriere della Sera, il discusso Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha trattato i temi più caldi relativi alla sua area di competenza, in particolare, naturalmente, quello legato alla ripresa del campionato di Serie A. Ecco le sue dichiarazioni.

Toni alti per ripartenza Serie A – “La maggioranza degli italiani non vede di buon occhio la ripresa del campionato. Ma io non bado in questo momento ai sondaggi. Il calcio è un mondo importante del Paese, lo conosco bene a differenza di chi vuol far passare un messaggio diverso. Legittimi gli interessi economici, ma quando si va su altro tipo di attacchi, pressioni e strumentalizzazioni, questo atteggiamento non fa bene a nessuno”.

Contrario alla ripartenza – “Sarebbe surreale per un Ministro dello Sport demonizzare il calcio. Mi auguro di ripartire, ma lo deciderà il governo. Dal 18 maggio riprenderanno gli allenamenti di squadra. Sul campionato ci
baseremo su elementi scientifici, oggi non disponibili. A metà maggio si potrà fare una previsione realistica”.

Serie A non tutelata – “Non esiste una mia contrarietà, ma la volontà di valutare la ripartenza solo se si salvaguarda la salute delle persone all’interno del gruppo squadra. Poi rivendico pari dignità con gli altri sport e gli sport di base. Tutelo talmente tanto la ripartenza che ho convocato io la prima riunione con FIGC e Leghe per cercare una soluzione. Ricominciare a giocare pone una serie di questioni legate a trasporti, alberghi, a centinaia di persone che si muovono. Di chi è la responsabilità? Il protocollo dovrà definire anche questo”.

Protocollo sanitario lento – “Il 18 maggio si ripartirà con gli allenamenti di squadra e per farlo serve un chiarimento definitivo sul protocollo: in settimana lo avremo”.

Scavalcato dai governatori – “No. Ognuno si muove guardando i propri territori. Il calcio non è il primo caso in
cui Governo e Regioni non sono totalmente allineati. Tocca al governo decidere se ci sono le condizioni per riprendere. Poi come farlo, intendo con quale formula e calendario, lo stabilirà la FIGC. Anche il calcio però deve vivere una nuova stagione, autoriformarsi, pensare di rivedere il proprio sistema, capire se è in linea con quel che accade nel Paese, deve rigenerarsi”.

Becchino del calcio – “Se toccherà a me? Assolutamente no, farò di tutto per ripartire. Se il Governo sarà costretto, spero di no, a stabilire che non ci sono le condizioni il mio sforzo sarà duplice: limitare i danni economici per le società e sostenere tutto il mondo dello sport. Tra risorse ordinarie e straordinarie investiremo circa 1 miliardo per il settore nel suo complesso”.

Provvedimento per evitare cause legali – “È una preoccupazione di FIGC e CONI. Stiamo prendendo in considerazione la questione, ma spero di ripartire e non doverlo affrontare”.

Decidere con cautela – “Quando dico ‘aspettiamo’ si replica che voglia chiudere il campionato. La mia non è un’attesa irriverente, menefreghista o per tirare a campare. Ora non siamo in grado di dire quando ripartire”.

Linea europea comune – “Il 17 maggio dovrebbe esserci un consiglio europeo dei ministri dello Sport per confrontarsi proprio su questo”.

Programma con date precise – “L’abbiamo dato. Il 4 maggio ripresa allenamenti individuali, il 18 dei collettivi (nel rispetto del protocollo) ed entro fine maggio si potrà dire se riprendere o no la serie A. Insomma un po’ di pazienza bisogna averla. Altrimenti, come avevo detto provocatoriamente, l’alternativa è fare come la Francia e chiudere, ma io non voglio questo. Oggi come posso dire se il 14 giugno il campionato potrà riprendere? Non lo so perché non ho gli elementi scientifici, non perché sia contro”.

Fastidio – “Il fastidio è verso qualche dirigente sportivo o politico che butta benzina sul fuoco, mostrando una mancanza di unione di intenti. Nessuno tra i politici che mi attacca vorrebbe essere al mio posto”.

Dimissioni – “No, andrò via quando finirà l’esperienza di governo. Chiunque auspica qualcosa di diverso è male informato”.

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