30 Dicembre 2018

Ausilio: “Zaniolo? Mi auguro accada come con Bonucci: sacrificare un ragazzo di prospettiva per vincere qualcosa”

Il direttore sportivo nerazzurro si è raccontato nell'intervista concessa a Gianluca Di Marzio

La vittoria con l’Empoli, seppur sofferta, ha consentito all’Inter di dare continuità all’importante successo sul Napoli del giorno di S. Stefano e di consolidare, complice anche il pareggio della Lazio, il terzo posto in classifica. Ora i nerazzurri usufruiranno della pausa del campionato per recuperare le energie e prepararsi al meglio per la seconda e decisiva parte della stagione, nella quale saranno attesi anche dal nuovo cammino in Europa League e dalla Coppa Italia. Non dimenticando ovviamente la finestra di mercato che, con l’innesto di Marotta e il lavoro del direttore sportivo Piero Ausilio, potrebbe anche regalare qualche rinforzo a Luciano Spalletti.

Lo stesso Ausilio, ha raccontato se stesso e la propria “vita” nell’Inter, in una lunga intervista concessa a Gianluca Di Marzio per lo speciale di Sky SportIl Codice Ausilio“. Queste le parole del direttore sportivo nerazzurro:

Ho smesso di giocare a 18 anni, mi sono fatto male gravemente ad un ginocchio a 16 anni. Giocavo nella Pro Sesto. Inizialmente l’idea era quella di fare l’allenatore, non potevo però avere una squadra da solo e aspettavo l’età per poterla avere. Quando arrivò quel momento il presidente di allora mi chiamò e mi disse: “non ti do una squadra, ma secondo me sei capace, puoi fare il dirigente. Nel calcio non ci sono dirigenti. E io rifiutai, perché volevo fare l’allenatore convinto di poterlo convincere. Mi presentai a settembre, andai a guardare le squadre e non ero tra gli allenatori, andai su e mi disse: “se vuoi fai il dirigente oppure vai a casa”. Ho resistito tre mesi a casa per orgoglio poi alla fine ho deciso di prendere questa cosa con l’impegno che se poi non fosse andato avanti l’impegno da dirigente a giugno avrei preso la squadra. Oggi lo ringrazio

Mio figlio mi ha fatto una testa per anni per Kluivert. Non l’ho preso forse perché altri sono stati più bravi di me, Monchi è stato più bravo o mi sono fidato poco di mio figlio, non lo so. Ho stima del giocatore, in quel momento, immaginando le sue caratteristiche e chi c’era all’Inter, ho immaginato potesse non avere lo spazio giusto per crescere“.

Non baratterei il fatto di aver avuto uno o due giocatori in più in cambio dei titoli che hanno portato anche attraverso il sacrificio di questi ragazzi. Su tutti penso a Bonucci, sacrificato in un’operazione con il Genoa che ha portato all’Inter Motta e Milito. Sappiamo cosa ha vinto l’Inter con questi giocatori. Se il sacrificio era quello, ben venga quello che c’è stato dopo. Mi auguro che tra qualche anno parleremo di Zaniolo come abbiamo fatto per Bonucci. Lo abbiamo sacrificato per prendere Nainggolan e vincere qualcosa”.

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