27 Luglio 2019

Godin carica l’ambiente: “Inter, noi come l’Atletico che vinse la Liga! Conte è maniacale come Simeone”

La prima intervista al nuovo totem nerazzurro, pronto ad esordire in amichevole

Quella di oggi alle 13.30 contro il Paris Saint-Germain potrebbe essere la partita d’esordio per Diego Godin con la maglia dell’Inter. Non ufficiale, in quanto si tratta di un’amichevole, ma i tifosi nerazzurri sono trepidanti all’idea di vedere il totem uruguaiano con la casacca interista (ed il numero 2, molto significativo da quelle parti). L’ex Atletico Madrid si è concesso in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport: ecco la prima parte.

Uruguaiani – «Lo sa perché noi uruguaiani siamo differenti? Se lo chiede tutto il mondo come sia possibile che
da tre milioni e mezzo di abitanti vengano fuori così tanti campioni. Semplice: è un fatto culturale. Solo chi è vissuto lì può capire: non c’è metro quadro in tutto il Paese in cui non si veda un pallone che rotola e un bambino che gli corre dietro. Il calcio è la speranza di ogni famiglia che il figlio si affermi e risolva i problemi economici. E così giochiamo ovunque: per strada, su una collina, sulla terra. C’è una competizione immensa. E si gioca in ogni condizione climatica: freddo, caldo, pioggia, sole. Abbiamo un livello di tolleranza molto alto. È come se ci fosse un filtro: quando lo passi, cos’altro può spaventarti? Puoi giocare a qualsiasi latitudine».

Juve alla portata – «Non so quanto siamo vicini. Per lottare con di loro dovremo capire che non basterà far bene solo lo scontro diretto. La sfida con la Juve è importante tanto quanto le altre partite».

Perché l’Inter – «Si sono fatti vivi per primi e nettamente con più decisione rispetto ad altri club. Mi hanno illustrato il progetto: è ambizioso, come me. E mi piaceva l’idea di farne parte e di poter aiutare l’Inter a realizzarlo».

Offerte anche dalla Juve – «Sì, un anno fa c’era stata la Juve, il Manchester United, in passato pure il City. Ma in quel momento avevo un contratto in vigore con l’Atletico, non pensavo di andar via. Stavolta è stato differente, ero in scadenza. Ma posso dire che nessun club mi aveva convinto come è riuscita a fare l’Inter».

Similitudini Inter-Atletico Madrid – «Molte, il parallelo è corretto. E l’obiettivo dell’Inter è la vittoria, questo mi è stato spiegato nei giorni della trattativa. Quello della Juve è stato un monologo, negli ultimi tempi. Serve lavoro e ambizione, per provare a batterli».

Campionato italiano – «Che sia più difficile giocarci per un attaccante che per un difensore. In teoria meglio per
me… Ma devo capire in fretta cosa vuole il tecnico da me, voglio aiutare i compagni dentro e fuori dal campo».

Conte come Simeone – «Mi ricorda moltissimo Simeone. Vivono il calcio con la stessa passione, sono attenti ai
dettagli, tirano fuori il massimo dai ragazzi che allenano. Conte in particolare mi sembra un tipo molto concreto: sa quel che vuole, va dritto al punto, per un giocatore è l’ideale».

Simeone – «Mi ha parlato molto dell’Inter, è la verità. Ci siamo confrontati, mi ha detto che era la squadra più
grande che aveva mai conosciuto, con tifosi passionali. Diego è un grande. Ha seguito un’idea di gioco e di cultura
che ha permesso all’Atletico di lottare con Barça e Real Madrid. Era una via obbligatoria, l’unica possibile per competere contro di loro. Se avessimo fatto il loro stesso calcio, non avremmo mai tenuto testa».

Gioco dell’Atletico – «Dico io: cosa vuol dire giocare bene? Io la penso diversamente: una cosa è giocare “bonito”, giocare bello. E un’altra è giocare bene. Per me giocare bene è vincere. E la vittoria si ottiene difendendo bene e attaccando bene. Ci sono tante squadre che giocano bello, tengono il pallone per non so quanti minuti e poi perdono. Non sono complete, quello non è giocar bene. L’importante è il risultato».

Segreto – «No, ma nulla arriva per caso. Si vince se ci sono queste componenti: un buon gruppo, che condivida l’ambizione e lavori, lavori, lavori. Poi un buon allenatore. E la comunione con la gente: noi giocatori ce ne accorgiamo, è energia positiva».

Vincere con l’Inter – «Ci proveremo quest’anno, questo posso assicurarlo».

Finale di Champions – «Lo vorrei, mi piacerebbe. Conosco bene il cammino, so che è molto difficile. Però è un sogno che tengo ben presente».

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