5 Dicembre 2018

Perisic: “Non mi aspettavo di arrivare in finale al Mondiale. Rigore contro? Frustrante”

Seconda parte di una lunga intervista che l'esterno croato ha rilasciato al magazine britannico FourFourTwo

Ivan Perisic, esterno croato dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista al magazine britannico FourFourTwo, nella quale ha trattato diversi temi. In questa seconda parte ha ricordato il periodo del Mondiale, ripercorrendo passo passo le tappe che hanno portato lui e la sua Croazia fino alla finale, persa poi contro la Francia. Ecco le sue parole.

ANNATA – “L’anno non è ancora finito ma è stato certamente un anno da ricordare. Il successo ottenuto in Russia è stato indubbiamente il più grande e prezioso della mia carriera, ma ho vissuto negli ultimi 12 mesi anche parecchi momenti belli e di successo all’Inter. Poteva anche essere meglio, ma il fatto di essere tornati in Champions dopo un periodo così lungo fuori mi dà ragione di pensare che questo sia stato assolutamente l’anno migliore della mia carriera”.

SORPRESA IN FINALE – “Sapevamo di avere ottimi giocatori nella nostra squadra, e sentivamo che potevamo finalmente riuscire a disputare un torneo in linea con le nostre qualità. Ma di sicuro non direi che ci aspettavamo di raggiungere la finale. Ovviamente è stato qualcosa che volevamo e per cui stavamo lottando, ma servivano ancora molte cose perché diventasse una realtà per noi. Ci è mancato sicuramente qualcosa nelle competizioni precedenti, ma in Russia tutti i pezzi sono andati al loro posto. il resto è storia. La nostra fiducia è cresciuta andando avanti nel torneo e senza quel livello di autostima quei risultati non sarebbero stati possibili”.

3-0 ALL’ARGENTINA – “Quella vittoria è stata molto importante per la nostra fiducia, li abbiamo cancellati dal gioco. Avevano pareggiato la loro partita di apertura contro l’Islanda e la pressione era tutta su di loro. Avrebbero dovuto vincere ed è stato un fattore importante per noi. eravamo più rilassati perché avevamo già vinto la gara d’esordio contro la Nigeria, quello fu il risultato più importante dell’intero Mondiale. È sempre fondamentale vincere la prima partita in un torneo come il Mondiale, molta parte della pressione iniziale sparisce e ti mette in ritmo”.

PARTITE FINITE AI RIGORI – “Ho dovuto guardare entrambe le lotterie dei rigori dalla panchina perché ero già stato sostituito, ma mi sentivo comunque abbastanza calmo. Sentivo che avremmo vinto in entrambi i casi. Qualunque cosa fosse successa sentivo che era arrivato il nostro momento. Anche quando Schmeichel ha parato il rigore di Modric nei supplementari contro la Danimarca oppure quando abbiamo concesso il pareggio alla Russia, mi sentivo allo stesso modo”.

GOL DI TRIPPIER IN SEMIFINALE – “Non è mai piacevole andare sotto uno a zero al quinto minuto, ancora peggio in una semifinale Mondiale. Quel calcio di punizione ha distrutto velocemente il nostro piano di gioco e ha portato l’Inghilterra ad avere il vento in poppa per tutto il primo tempo. Avessero segnato il 2-0 sarebbe stato veramente difficile, anche se non impossibile, recuperare. Eravamo pronti per qualunque scenario e nonostante l’Inghilterra fosse al top all’inizio della gara sapevo che avremmo avuto le stesse possibilità, e nella ripresa è successo questo. Abbiamo iniziato a dominare sul campo e a creare le nostre occasioni, il gol ci ha dato ancora più forza e penso che se avessimo avuto più fortuna in quella fase del match avremmo vinto prima dei supplementari”.

INGHILTERRA DIFENSIVA NEL SECONDO TEMPO – “Decisamente, sentivamo il nervosismo degli inglesi. Durante la partita cresceva la nostra fiducia e loro diventavano sempre più nervosi. Tanti giornalisti e opinionisti inglesi avevano previsto la nostra resa, perché venivamo da due supplementari nelle precedenti partite, ma abbiamo dimostrato che quella conclusione era troppo semplicistica. Non si possono sottostimare la nostra passione e la nostra volontà, anche quando eravamo stanchi e sfiniti. Siamo arrivati ai supplementari ancora più freschi e compatti e questo ci ha portati alla vittoria”.

GOL DEL PAREGGIO – “Avevo avuto qualche occasione per segnare all’inizio del torneo ma non sono riuscito a fare gol. Sono stato anche sfortunato quando ho preso il palo contro la Russia. Ma ho continuato a insistere e sono stato ripagato dal gol all’Inghilterra. Ho visto Vrsaljko controllare la palla e sapevo che avrebbe crossato nell’area di rigore. Sapevo che gli piace crossare velocemente in area, quindi ero preparato ad attaccare il pallone di testa o di piede. Ho visto il pallone cadere davanti a Walker e ho capito che era in una posizione migliore di me. Era impossibile per me colpirlo di testa, quindi ho allungato la gamba e per fortuna ho segnato un bellissimo gol. In quel momento ho sentito pura euforia e felicità. Quel gol è stato il punto di svolta della semifinale e sono davvero orgoglioso di averlo segnato”.

SENSAZIONI DOPO IL PAREGGIO – “Ci ha dato una carica extra di energia e forza di cui avevamo bisogno per il resto della partita. Dopo aver segnato è stato più facile segnare perché ci sentivamo come all’inizio della partita. La differenza era che in quel momento avevamo un vantaggio anche psicologico. Da quel momento abbiamo iniziato a volare e si trattava solo di tempo prima di mettere sotto l’Inghilterra e raggiungere la vittoria”.

ASSIST A MANDZUKIC – “Anche se probabilmente ho giocato partite migliori, quella notte è stata qualcosa di veramente speciale. Sul fronte emotivo è stata sicuramente la più grande notte della mia carriera calcistica. Non capita tutti i giorni di raggiungere una finale di Coppa del Mondo, specie dopo aver segnato un gol e servito un assist. E’ difficile anche solo sognare uno scenario del genere”.

RICORDI DELLA CROAZIA IN SEMIFINALE NEL 1998 – “Ricordo tutto bene, vidi tutte le partite di quel Mondiale a casa mia, a Omis. Indossavo una maglietta della Croazia come tutti i bambini. Ho sempre sognato di avere un giorno l’opportunità di indossare in campo quella maglia a scacchi e rappresentare il mio paese ai livelli più alti. E sono stato capace non solo di giocare per la Croazia al Mondiale dopo 20 anni, ma anche di sorpassare la generazione leggendaria del 1998. Ovviamente è stata una delle prime cose che mi è venuta in mente subito dopo la vittoria contro l’Inghilterra. Tutto era così surreale, ho fatto qualcosa che nemmeno il bambino Ivan di 9 anni da Omis avrebbe mai azzardato di sognare”.

PRIMO CROATO A SEGNARE IN FINALE MONDIALE – “È sempre bello segnare in una partita così importante, ma nessuno di questi ha la stessa importanza della vittoria della partita. Avrei preferito non segnare ma vincere ma vincere il Mondiale con i miei compagni, anche se tuttavia il gol è stato molto bello. Ho ricevuto palla al vertice dell’area e ho finto di calciare con il piede destro, per poi  toccare il pallone per creare spazio, colpire col sinistro a piazzarla all’angolino. Ero completamente pazzo di gioia”.

RIGORE PER FALLO DI MANO IN FINALE – “È successo tutto talmente velocemente che non ho avuto il tempo di muovere la mano. Non so se la distanza tra me e Matuidi fosse determinante per decidere se fosse o no rigore, tanti opinionisti hanno parlato di errore arbitrale ma non sta a me giudicare. Certamente è frustrante essere puniti così severamente in una finale Mondiale. La palla ha sì colpito la mia mano, ma il movimento di Matuidi era talmente ravvicinato che non ho potuto evitare il contatto. Forse se l’arbitro avesse visto tutto in real time e non in replay avrebbe visto la velocità del pallone e analizzato meglio la situazione”.

CROAZIA SQUADRA PIU’ FORTE – “Il nostro dominio è stato chiaro, abbiamo dettato i tempi della gara e l’abbiamo controllata. Ma a noi interessa poco se poi non si riesce a vincere. La Francia ha giocato un calcio estremamente opportunistico che ha pagato. Forse avremmo potuto farlo anche noi, lasciando a loro il possesso palla. Ma noi abbiamo  quel tipo di giocatori che danno il meglio di sé con il pallone tra i piedi, che giocano un calcio attrattivo. Ci siamo presi qualche soddisfazione dal fatto che abbiamo giocato molto bene e abbiamo retto l’importanza dell’evento. Le decisioni dell’arbitro e la fortuna sono stati fattori chiave. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo ottenuto, le medaglie d’argento saranno sempre la conferma del nostro successo”.

RITORNO A ZAGABRIA – “Ci è stato detto che tantissima gente ci stava aspettando per riceverci, ma il modo in cui ci hanno accolto è stato inimmaginabile. Più di 500 mila persone sono scese in strada per darci il ben tornato. Le canzoni echeggiavano dappertutto, ovunque c’erano bandiere croate. E’ stato veramente come in un sogno. Solo quando vedi la felicità di queste persone, dal più giovane al più vecchio, realizzi quello che hai ottenuto non solo per te stesso ma per l’intera nazione. Penso che sia l’aspetto più importante della storia. Siamo arrivati in ritardo di diverse ore alla cerimonia ufficiale perché il bus scoperto non riusciva a farsi strada in mezzo a quella massa. Quando siamo saliti sul palco è stato come un terremoto, sentivamo il pavimento tremare”.

EROE CROATO PER SEMPRE – “Già il solo fatto di giocare per la Nazionale mi rende molto orgoglioso, riuscire a ottenere questi successi è qualcosa che non ha paragoni. Spero che abbiamo incoraggiato tanti bambini a giocare a calcio, a lasciare i loro smartphone e computer e andare in campo a giocare. Spero che quanto fatto possa ispirare un’altra generazione perché possa ripetere e superare il nostro record come i ragazzi del ’98 hanno ispirato me”.

PALLONE D’ORO A MODRIC – “Sono estremamente orgoglioso del fatto che sia stato nominato miglior giocatore del mondo, penso che l’intera Croazia debba esserlo del fatto che uno di noi sia il migliore tra i migliori. È una gran cosa e siamo tutti felici che il nostro capitano abbia ricevuto questi riconoscimenti, se li è assolutamente meritati. Ha vinto la Champions per il terzo anno di fila con il Real Madrid, è arrivato secondo al Mondiale con la sua Nazionale, è stato nominato miglior giocatore del Mondiale ed è il faro del Real che senza di lui non è la stessa squadra. Ogni premio che ha vinto è pienamente meritato, un anno così pieno di successi è molto raro”.

GIOCATORE SPECIALE – “È sempre stato un piacere giocare con lui sin dai primi giorni in cui ho indossato la maglia della Nazionale. Ho sempre ammirato le sue doti anche prima di diventare un giocatore della Nazionale. Sa esattamente cosa fare col pallone, è fantastico avere un compagno che ha un’intelligenza e una comprensione del gioco così elevate. So che finché riuscirò a farmi trovare in buona posizione mi saprà fornire palloni perfetti. ha una visione unica del gioco, riesce sempre a trovare la maniera perfetta per servire i compagni al momento giusto”.

LEADER NELLO SPOGLIATOIO AL MONDIALE – “Luka è uno dei leader veri della nostra squadra, per tanti anni è stato uno dei principali giocatori in campo, è il nostro numero uno e sappiamo tutti che è il nostro leader ma anche il primo fra gli uguali. Ha mostrato la sua leadership in Russia prendendosi responsabilità nei momenti più difficili”.

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