20 Aprile 2018

Zanetti: “Stagione ’98? Dopo anni abbiamo capito perché non siamo riusciti a vincere. Kakà l’avversario più forte affrontato”

Il vicepresidente dell'Inter è stato intervistato da Mohamed Hosny Almahmoudy per il programma "Il calcio" in onda sul canale egiziano "On Sport"
infortunio andreolli

1114 partite ufficiali disputate, calciatore con più presenze nella storia dell‘Inter, squadra di cui è il giocatore più vincente, con sedici trofei: cinque scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Coppa UEFA, una Champions League e una Coppa del mondo per club FIFA, il suo bottino in nerazzurro. Un’icona del calcio che si è distinta per sportività e correttezza, guadagnandosi la stima di compagni di squadra, avversari e addetti ai lavori.

Fama che lo incorona tra i più grandi non sono nel palcoscenico calcistico italiano e sudamericano ma anche di quello mondiale. Javier Zanetti, ex capitano nerazzurro e attuale vicepresidente dell’Inter, è stato infatti intervistato da Mohamed Hosny Almahmoudy, presentatore del programma “Il calcio” in onda sul canale egiziano “On Sport”.

Nella prima parte dell’intervista mandata in onda sull’emittente africana, El Tractor ha avuto modo di ripercorrere le tappe più importanti della sua avventura in nerazzurro.

– L’arrivo a Milano: “Guardavo la Serie A da piccolo quando ero in Argentina. Quando l’Inter mi ha detto che mi sarei trasferito da loro ho provato una grandissima emozione. Non avevo mai immaginato di poter giocare per una squadra italiana. E sapevo già che non era una squadra qualunque ma una delle migliori squadre del mondo. Ho dovuto imparare una nuova lingua, un nuovo stile di gioco. Il calcio italiano è diverso da quello argentino. Sono migliorato non solo come giocatore, ma anche come persona”.

– Il rapporto con Simoni:Per noi era come un padre. Ha costruito una squadra molto forte, ci sentivamo parte di una famiglia che ciascuno di noi amava. In ogni partita cercavamo di fare il nostro meglio. Abbiamo vinto la Coppa Uefa grazie anche ad un mio gol. Segnare in una finale non è da tutti e per me è stato importantissimo. Sono deluso solo per non aver vinto con Simoni la Serie A nel ’98 ma dopo anni abbiamo capito perché non siamo riusciti a vincerla”. 

– L’avversario più forte: “Sicuramente Kakà. Nel suo primo anno a Milano era difficilissimo fermarlo. Lui nel Milan ha fatto la differenza per diverse stagioni. Mi è sempre piaciuto affrontare il Milan nel derby perché ho sempre fronteggiato grandi calciatori”.

– La lotta scudetto tra Napoli e Juventus: La lotta per il campionato è molto avvincente. Juventus e Napoli meritano di lottare assieme fino al termine della stagione. Sono stati gli unici a mantenere una certa continuità ma entrambi hanno partite difficili da giocare: la squadra che gestirà sentimenti, pressione, concentrazione in modo migliore vincerà lo scudetto”.

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