5 Dicembre 2011

EDITORIALE – Profondo rosso

?I?d trade all my tomorrows for a single yesterday? (?Baratterei tutti i miei domani per un singolo ieri?) ? così cantava Janis Joplin nel 1970 poco prima di morire, una ballata che cantava la vita itinerante di chi cerca la propria dimensione in un mondo dominato dalla temporaneità delle cose. Tutti i tifosi nerazzurri, consci della stagione che vivranno, baratterebbero in questo momento i propri domani per rivivere le emozioni vissute ieri, quando con la propria squadra toccarono quel cielo che sembrava poi non così lontano.

La partita contro l’Udinese ha confermato quanto era emerso sette giorni prima a Siena ma con un Castaignos in meno e un Isla in più. Squadra lenta, giocatori apparsi fuori condizione e alcuni fuori ruolo, mancato filtro tra i reparti, incapacità di creare pericoli dalle parti avversarie. Si pensava che la sosta per le Nazionali potesse essere un toccasana ma ancora una volta è stato dimostrato quanto i problemi siano strutturali piuttosto che momentanei. Ranieri non è il principale colpevole di questa situazione, si è senza dubbio reso protagonista di diversi errori ma dubitiamo che un altro allenatore avrebbe potuto competere per traguardi prestigiosi mentre la scialuppa affonda in un mare sempre più profondo.

Inutile rimarcare ogni settimana gli errori societari che sono sotto gli occhi di tutti, in una situazione in cui l’Inter dopo ben 14 partite si trova al quart?ultimo posto le colpe vanno divise tra tutti e i giocatori sicuramente non sono esenti da critiche. Se dopo Siena ancora qualcuno nutriva un barlume di speranza per il futuro, dopo la sconfitta con l’Udinese il partito degli scettici e delle vedove di Mourinho ha sicuramente nuovi adepti. Quotidianamente infatti si vedono su internet tifosi che postano foto e video risalenti all’anno del Triplete, tutta gente che sì baratterebbe il proprio domani per rivivere un singolo momento di ieri ? anche perché allo stato attuale il domani ha ben poco da offrire. Si dice che al peggio non c’è mai fine e che peggio del rosso ci sia solo il nero, un mix di colori indigesti alla Milano nerazzurra e a cui tutti noi faremmo volentieri meno, soprattutto in questo periodo. I recuperi di Maicon, Sneijder e Forlan contribuiranno per forza di cose a risalire dal profondo rosso in cui la squadra si trova ma i tifosi sono consapevoli che di azzurro quest?anno ci sarà ben poco da vedere.

L’espulsione di Zanetti è l’emblema del momento no ma paradossalmente è anche il punto da cui ripartire, non solo per cercare una posizione migliore in classifica ma soprattutto per riacquistare una cosa che vale molto di più di tre punti in palio la domenica: la dignità. Il capitano che viene espulso, si toglie la fascia da capitano e va stringere la mano all’arbitro prima di uscire dal campo. Nessun insulto, nessuna reazione ma un?uscita a testa altissima dallo stadio. L’Inter deve apprendere da questo grande uomo, perché potrà anche perdere una partita ma per la storia e il prestigio che ha dovrà sempre uscire a testa alta come il proprio grande capitano. E noi, nonostante tutto, la staremo sempre ad applaudire nella speranza che questo presente diventi il prima possibile un passato da non barattare mai più.

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