1 Giugno 2012

FOCUS – Dieci buoni motivi per continuare a seguire il calcio

Calciopoli e scommessopoli, continui scandali e polemiche infinite, un presidente del consiglio che vorrebbe vederlo addirittura sparire dai radar per qualche anno: è questa approssimata per difetto la situazione in cui galleggia attualmente il calcio italiano. Lo sport nazionale, popolare e nobile allo stesso tempo, una specie di romanzo parallelo e fuso alla storia del nostro paese vive uno dei momenti più bui della sua più che centenaria vita. E ci sarebbe proprio da pensare che il calcio all’italiana è invecchiato davvero male se ad oggi tifosi e appassionati del Bel Paese fanno addirittura fatica a credere che ciò che accade sul rettangolo di gioco sia reale e ?pulito?, e non si tratti di una specie di wrestling all’italiana, sport sì (più o meno) ma senza agonismo e col copione deciso lontano dalla contesa fisica. Eppure chi ama il calcio certamente sente di non poter fare a meno dell’oggetto del proprio desiderio e nonostante le turbolenze e le delusioni che questo sport sta riservando a tutti gli aficionados con ogni probabilità non riuscirà a stare lontano dalla visione di quel pallone che rotola su un prato verde; per cui ecco una lista di dieci buone ragioni per continuare a seguire il calcio senza troppi sensi di colpa.

 1.   Se è lo sport più bello del mondo un motivo ci sarà – Si tratta del motivo più ovvio ma non per questo scontato. Se il calcio è lo sport  con più seguito nel mondo intero è perché come poche altre attività umane riesce a sfornare un mix di emozioni spesso contrastanti ma tutte ben miscelate che danno un risultato unico. Agonismo, suspense, fisicità, tecnica, strategia, sorprese, tutto compresso in novanta minuti di puro pathos. La sensazione poi di vedere la palla calciata dalla propria squadra rotolare in rete non può essere nemmeno riportata a parole, e da sola di certo basta a giustificare l’esistenza nell’universo di questo gioco.

 2.       Le domeniche senza calcio – Visto e considerato che durante la stagione calcistica si gioca quasi tutti i giorni, parlare delle sole domeniche può apparire un po’ anacronistico. Eppure proprio l’ultimo giorno della settimana pare essere stato inventato apposta per ospitare tutti noi calciofili sulla poltrona del salotto in compagnia di partite e novantesimi minuti vari. Non siete d?accordo? Beh allora basta pensare a questi giorni di astinenza forzata da calcio e all’angoscia che dovrebbe venire a chiunque accenda la TV la domenica pomeriggio: programmi popolati dai personaggi più insulsi o film di serie D. A questo punto moviolone  e dibattiti sulla bontà del rombo a centrocampo ci fanno un figurone. D?altra parte quel senso di vuoto e di perdita dell’orientamento che colpirà inevitabilmente e con forza alle quattro circa del pomeriggio domenicale è proprio dovuto all’assenza di calcio: non quello delle ossa sia chiaro, ma quell’altro di cui sopra.

 3.       Potremmo iniziare a sfogare le nostre frustrazioni in altri modi ? Così come per le emozioni positive, il calcio ha il potere di catalizzare anche quelle negative. E questo non è per forza un male: a meno che infatti non si abbia a che fare con violenti energumeni dal cervello bacato, il tutto si limiterà ad  imprecazioni, insulti e gestacci vari fatti davanti alla TV o sugli spalti di uno stadio; tali sfoghi per quanto poco urbani, servono pur sempre a mantenere il nostro equilibrio psico-fisico su un livello accettabile: frustrazioni e rabbia accumulate durante la settimana saranno per magia scaricate addosso all’ignavo arbitro o avversario simulatore di turno, senza per altro conseguenze nefaste per questi ultimi soggetti. Così al lunedì si sarà di nuovo freschi e pronti ad accumulare altra negatività da scaricare alla prima partita disponibile in maniera ?sportiva? e non violenta.

 4.       Il motivetto della Champions ? Che la propria squadra del cuore giochi oppure no in Champions League poco importa: la canzoncina cha apre le sfide della massima competizione europea resta uno dei momenti più epici e solenni della vita di ogni appassionato di calcio e quando partono le prime note qualsiasi cosa stia accadendo intorno passa immediatamente in secondo piano e per nulla al mondo chi ha ascoltato quel motivetto almeno una volta vi rinuncerebbe spontaneamente.

 5.     ?Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco? ? Se pensiamo che uno dei programmi televisivi di maggiore successo e in assoluto più divertenti degli anni appena trascorsi è stato ?Mai dire Gol’ che viveva almeno ai suoi inizi esclusivamente o quasi di strafalcioni, lisci e assurdità di ogni genere relativi al mondo del calcio, è facile intuire il potenziale di comicità (spesso involontaria) e divertimento che il mondo del pallone sa offrire, dentro e fuori dal campo. D?altra parte che mondo sarebbe senza gli ?Strunz? di Trapattoni e i balbettii incomprensibili delle telecronache di Bagni?

 6.       Paura per il nuovo sport nazionale ? In un?Italia senza calcio sarebbe necessario trovare un nuovo sport nazionale. E visto il buongusto italico in fatto di intrattenimento non ci sarebbe da stupirsi se al posto del pallone ci ritroveremmo qualcosa del tipo ?Amici? di Maria de Filippi. Vale davvero la pena rischiare così tanto?

 7.       Niente botti da  calciomercato ? Se le settimane autunnali, invernali e primaverili senza calcio scivolerebbero via con fare lento e insipido, che dire delle afose giornate estive che senza notizie sui movimenti di mercato delle squadre di calcio (veritiere o assolutamente infondate che siano non ha importanza)  risulterebbero probabilmente addirittura insopportabili? E siamo sicuri che rinunceremmo così a cuor leggero al quotidiano sportivo da spiaggia col vicino d?ombrellone che cerca di sbirciare almeno il titolone col presunto grande acquisto in prima pagina? Suvvia, non scherziamo.

 8.       Problema disoccupazione ? Pensiero sociale e più o meno serio: senza calcio cadrebbe un intero e redditizio settore economico con ripercussioni devastanti a livello sociale. La già allarmante disoccupazione aumenterebbe esponenzialmente, per non parlare degli effetti devastanti sull’indotto. Insomma caro presidente Monti: please! (versione anglofona del ben più noto ?ma ci faccia il piacere?). E poi tutti i senza lavoro come farebbero a impegnare le loro giornate libere senza il passatempo preferito dagli italiani?

 9.       Piaga Brumotti ? Siamo sicuri che vorremmo ritrovarci l’inviato di Striscia la Notizia (e tutti i suoi fac-simile) ovunque in Italia ci sia uno stadio? Gli impianti sportivi calcistici diventerebbero vere cattedrali nel deserto e assisteremmo a un?autentica invasione di improbabili denuncia-sprechi nostrani, pronti a fare acrobazie, sfracellarsi e fare altre cose poco dignitose pur di tenere incollati gli spettatori davanti a servizi pseudo giornalistici altrimenti pallosissimi. N.B. : questo tipo di programma televisivo associato ad ?Amici? e compagnia bella potrebbe causare il collasso del sistema cerebrale di almeno due italiani su tre.

 10.   Sarebbe vita senza Inter? ? Finora si è parlato solo di calcio in generale. Ma vogliamo parlare dell’Inter? Quale tifoso nerazzurro sarebbe disposto a rinunciare alla Beneamata? Tanto più che la squadra in questione dalle varie mareggiate di fango che si sono abbattute sul mondo del calcio negli ultimi anni è uscita sempre linda e sempre più splendente. Fino a prova contraria l’Inter non ha nessuno scheletro nell’armadio, nessuna macchia di cui vergognarsi. E qualche delusione sportiva di troppo ora può addirittura essere portata a mo? di vessillo della imperitura onestà di squadra, dirigenti e società, mai tentati a imbrogliare i giochi, nemmeno nei momenti più bui della storia del club. No, all’Inter proprio non si potrebbe rinunciare e così al calcio. D?altronde chi ama l’Inter ama il calcio, e chi ama il calcio dovrebbe non per forza amare,ovviamente, ma almeno stimare l’Inter. E probabilmente prenderla a esempio.