9 Dicembre 2016

Burdisso: “Con la carica di Juric possiamo battere l’Inter. Icardi capitano è una scelta coraggiosa”

Nicolas Burdisso parla della gara di domenica sera che lo vedrà affrontare con il suo Genova gli ex compagni dell’Inter, ripensando alla sua esperienza in nerazzurro

MILAN, ITALY - DECEMBER 05: Nicolas Andres Burdisso of Genoa CFC in action during the Serie A match between FC Internazionale Milano and Genoa CFC at Stadio Giuseppe Meazza on December 5, 2015 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Nicolas Burdisso ha vissuto una bella parentesi all’Inter e domenica sera tornerà a San Siro da ex. Una sfida certamente difficile per il Genoa, ma lui resta fiducioso sul risultato: “Con la carica di Juric e la nostra idea di gioco possiamo batterli – ha dichiarato a Il Secolo XIX – Finora fuori casa non abbiamo sbagliato l’approccio, ma è mancata la reazione alle avversità. Ci stiamo lavorando”

Un pensiero poi sulla fascia di capitano data ad Icardi: “Una scelta coraggiosa della società. Il capitano è tale soprattutto in campo e lui lì non ha quasi mai sbagliato. Il resto lo imparerà. In campo fa il suo e segna, nello spogliatoio non so e quindi non mi pronuncio”.

Domenica Burdisso ritroverà i sui ex compagni nerazzurri Javier Zanetti, da vicepresidente e Walter Samuel, da collaboratore di Pioli, uno spunto per parlare del suo passato con l’Inter: “Campioni che hanno dato tanto e che con l’Inter avranno un legame eterno. Ho un bellissimo ricordo dell’Inter. Abbiamo vinto tanto, con tanti campionai, l’affetto dei tifosi, la vicinanza di Moratti. Un periodo bello, ma ormai chiuso”.

Infine un pensiero su sua figlia Angelica e sulla malattia con cui ha dovuto combattere: “Pensando all’Inter, la prima cosa che mi viene in mente è mia figlia Angelica che a 2 anni sconfigge una malattia difficilissima. Un momento che mi ha cambiato e condizionato. A distanza posso dire che affrontando a 23 anni la leucemia di mia figlia fosse impossibile conservare equilibrio in campo. Ho imparato a relativizzare il calcio. E ho imparato molto su di me e su di lei. La società mi disse: fermati e torna quando vuoi. Con un altro lavoro non avrei potuto”.