20 Marzo 2018

Fattore Rafinha: ecco come Spalletti ha ridisegnato il centrocampo

La qualità del fantasista brasiliano si sta dimostrando un'arma vincente

Arrivato a Milano avvolto da mille incognite, con alle spalle un brutto infortunio che lo aveva tenuto fuori dai campi di gioco per ben 9 mesi, sono bastati 60 giorni di ambientamento e ritrovamento della forma per restituire al calcio Rafael Alcantara do Nascimiento, o più semplicemente Rafinha.

Una scommessa a tutti gli effetti – come la definisce il Corriere della Sera sulle pagine dell’edizione odierna – che l’Inter però ha vinto. Il brasiliano, infatti, si può considerare come un jolly del centrocampo, pescato quasi per caso nel mercato di gennaio, dal direttore tecnico di Suning, Walter Sabatini, e dal direttore sportivo nerazzurro, Piero Ausilio. Un calciatore duttile perché capace di interpretare più ruoli, ma soprattutto dotato di grande tecnica e in grado di muoversi negli spazi sempre stretti della serie A. Così è arrivato in prestito secco, a costo zero, il brasiliano del Barcellona. Indiscutibili le qualità, i dubbi erano legati alla tenuta atletica del 25enne Rafinha, figlio di Mazinho (ex di Lecce e Fiorentina a inizio anni 90) e fratello di Thiago Alcantara, centrocampista del Bayern Monaco.

“Voglio rimanere qui. Poi ovviamente il mio riscatto dipenderà dall’Inter”. In questo modo si era espresso in un’intervista alla Gazzetta dello Sport qualche settimana fa. La cifra del riscatto non è di certo bassa: 35 milioni da versare al Barcellona entro il 30 giugno. Non pochi per l’Inter che come priorità ha quella di trattenere il terzino Cancelo e anche lui viaggia sui 35 milioni.

Spalletti però si è innamorato del mancino di Rafinha, tanto da smontare il centrocampo, assemblato con Vecino e Borja Valero, e ridisegnarlo su misura del brasiliano. Una crescita progressiva la sua, che è partita dai 65 minuti giocati contro Benevento e Napoli, per poi passare agli 80 di domenica con la Sampdoria: un netto miglioramento. L’eventuale permanenza a Milano, città amata dal brasiliano, è legata anche alla Champions League, che con le sue giocate e, magari, i suoi gol si può raggiungere.

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