5 Gennaio 2017

Ancora Icardi: “A Pinamonti consigliai di non strafare e fece un assist, su Jojo…”

Si conclude con un riferimento a due suoi colleghi la lunga intervista al capitano nerazzurro a cui è stato anche chiesto della Nazionale
intervista icardi

Terza e ultima parte della lunga intervista concessa dal capitano dell’Inter, Mauro Icardi, a La Gazzetta dello Sport (qui prima e seconda parte). Al centravanti argentino è stato fatto notare come il calendario di gennaio possa apparire in discesa con Udinese, Chievo, Palermo Pescara che non sembrano delle squadre capaci di creare grandi pericoli, ma Maurito è prudente: Non dobbiamo pensarla così, commetteremmo lo stesso errore dell’andata. Mi ricordo, si leggeva il calendario e si pensava di vincerle tutte sulla carta. Poi abbiamo perso punti. La Serie A non ti perdona. Quando dai fiducia all’avversario, è dura poi ribaltare la partita. Qualsiasi sia l’avversario. E noi abbiamo commesso questo errore troppe volte. Per questo dobbiamo pensare a una gara alla volta”.

Poi, l’attaccante nerazzurro ha parlato di un suo giovane collega, Andrea Pinamonti“Vedo un ragazzo umile, che parla poco, che si applica e che ascolta. Tutte qualità quando hai quell’età. Quando ha giocato contro lo Sparta Praga in Europa League gli ho consigliato di non strafare, di giocare come se fosse in Primavera, altrimenti sarebbe stato peggio. E ha fatto un assist per il primo gol di Eder“.
A Icardi viene anche chiesto se si sente più maturo rispetto alla sua età e scoppiando a ridere ha risposto: “Me lo dicono i compagni e sono d’accordo. Mi dicono che dimostro 30 anni di testa. Aver lasciato la mia casa a 13 anni per trasferirmi a Barcellona ha accelerato il processo che continua ancora oggi. Mi sento maturo non solo in campo, ma anche in tutti gli aspetti della vita quotidiana”.

NESSUN PENTIMENTO SUL RIFIUTO ALL’ITALIA – “Se sono diventato questa persona e questo calciatore, lo devo all’Italia. Ma il mio sogno è quello di vestire la maglia dell’Argentina, per questo non sono pentito di aver rifiutato l’Italia. Il mio obiettivo è continuare a giocare bene e segnare per far cambiare idea al c.t. argentino. Detto questo sono consapevole di essere ancora giovane e che l’Albiceleste poggia sui più forti attaccanti del mondo. Vivo la situazione con grande tranquillità”.

SU UN’INTER PIÙ ITALIANA – “Credo che la nazionalità dei giocatori sia poco importante. Quel che conta è che abbiano cuore, anima e piedi buoni. L’importante è vincere. Storicamente l’Inter è caratterizzata dal fatto di avere giocatori stranieri. Ecco perché questa ipotetica svolta sembra una notizia”.

Infine, in risposta al procuratore di Jovetic che aveva asserito come a fare la formazione non fosse l’allenatore ma lo stesso Icardi ha risposto: Non si può pensare che un giocatore scelga chi far giocare, è una cosa che non esiste. Io non ho mai fatto la formazione. Altrimenti l’allenatore a cosa
serve?”.

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