14 Febbraio 2012

Moratti: “Vogliamo vincere ancora. Con un progetto basato su giovani di talento”

Massimo Moratti torna a parlare della sua Inter e del momento poco felice che sta attraversando la squadra nerazzurra. Intervistato infatti da Inter Channel ai margini di un incontro coi tifosi dell’Inter Club si Somma Lombardo il patron ha così espresso il proprio pensiero su presente e futuro dell’Inter:

UN RINGIOVNIMENTO DELLA ROSA PROBLEMATICO – “È chiaro che in questo momento molto soddisfatto non posso essere, però questa è una squadra che ha vinto tanto e se ha vinto tanto, tutto diciamo, significa che i giocatori erano messi insieme bene, ma soprattutto eccezionali singolarmente e molto bravi. A questi giocatori ci siamo abituati, ci siamo abituati anche al lato stilistico di ognuno di loro, perciò cambiarli non è facile, perché devi trovare giocatori allo stesso livello e vorresti quasi rivedere lo stesso giocatore da giovane. Quindi è abbastanza difficile trovare un modello al quale poco a poco riesci a cambiare nei pezzi, in modo di riavere subito quello che avevi prima. Quindi puoi e devi farlo con calma e, nella calma, ci sta anche ci siano dei periodi nei quali le cose non vadano bene. Questo è il periodo attuale, come lo è stato a inizio anno.

GASPERINI, RANIERI E SFORTUNA – “Devo dire che la situazione attuale è un po’ figlia dell’inizio dell’anno, un anno che è partito storto. Avevamo tutti fiducia che una certa impostazione nuova potesse dare una sveglia di un certo tipo e invece così non è stato. È stato il contrario, quindi abbiamo dovuto cambiare in corsa e questi cambiamenti in corsa hanno avuto certamente momenti positivi. Ma è sicuramente difficile anche per chi arriva in corsa, sto parlando di Claudio Ranieri che è una persona molto per bene, che si è trovato un po’ in difficoltà all’inizio e poi avuto modo di esprimersi meglio, caricare la squadra e avere buoni risultati. Poi adesso è arrivata anche un po’ di sfortuna, partita di Roma a parte, che non è stata per niente sfortuna, ma che è stata estremamente brutta e basta. Quella contro il Novara è stata abbastanza sfortunata, come anche quella contro il Palermo, se vogliamo. Quindi certamente Ranieri non è stato neppure aiutato da questo e noi non siamo stati conseguentemente aiutati. Però, questo non cambia quello che può essere il programma”.

UNO SGUARDO AL FUTURO – “Continuiamo a parlare sempre di progetto, che è una cosa che mi fa venire in mente sempre qualcuno che ti dice qualche cosa che succederà chissà quando… Ma che progetto? Il calcio lo viviamo ogni settimana con tutta la passione, la paura, il dolore e la felicità. Quindi parlare di progetto dà sempre un po’ fastidio. Io credo che ogni giorno siamo qui a cercare di fare in modo che arrivi la fine con qualche soddisfazione in più di quelle minime che ci sta dando adesso. E soprattutto stiamo lavorando molto per cercare di capire come costruire la squadra che invece possa riportarci ad avere più fiducia ancora di quella che pensavamo di avere all’inizio dell’anno. Mi sembrava non male questa squadra, poi invece purtroppo così non è… Ma più ho fiducia ancora negli anni prossimi, portando ragazzi giovani”.

RIPARTIRE DA GIOVANI DI TALENTO – “Ragazzi giovani che abbiano però già successi alle spalle, che abbiano la forza di reggere il tifoso interista, che è non è tra i più leggeri: siamo un pubblico difficile, bisogna avere un carattere forte per saperci vivere insieme. Teniamo conto di tutte queste cose, le stiamo valutando per cercare di costruire qualcosa di positivo. Qualcosa che certamente sia all’altezza delle mie ambizioni, che poi sono precise e identiche alle vostre, cioè di ricominciare a vincere e vincere di più, molto di più, di quello che abbiamo vinto sinora. Andiamo avanti senza accontentarci nella maniera più assoluta, ma cercando di tornare assolutamente a essere i primi della classe. Primi della classe con il nostro carattere, il nostro modo di vivere che è diverso da quello di altre squadre perché quando conquistiamo dei grandi successi magari ci creiamo la grana lo stesso, perché siamo sempre a correre dietro a qualcosa di nuovo che è sempre più in là”.