10 Aprile 2020

Lippi: “Il campionato si deve concludere. Il rigore di Grosso? Andò così”

L'ex tecnico di Juventus ed Inter ha ricordato l'impresa dell'Italia nel 2006, raccontando i retroscena della vittoria

Marcello Lippi è stato ospite a Sky Sport, in un’intervista che lo ha visto protagonista sotto tutti gli aspetti. L’allenatore campione del mondo, ha parlato della situazione del calcio italiano, legata all’emergenza del Coronavirus e alle differenze con la Cina, che da anni è la sua casa. Inoltre, l’ex tecnico di Juventus ed Inter si è soffermato sulla gloriosa vittoria dell’Italia nei Mondiali del 2006, un tuffo nel passato di cui il CT ha svelato alcuni aneddoti divertenti.

RIPRESA DEL CAMPIONATO – “Indubbiamente il calcio è importantissimo per le persone. Da cittadino dico che la situazione del Coronavirus sta diventando troppo lunga e si  prospettano dei momenti economici di grandissima difficoltà. Al momento non ci sono le possibilità di tornare giocare e nemmeno tra un mese credo. Ma quando sarà permesso, si deve concludere concludere il campionato, anche giocando a porte chiuse. Sono contrario alle assegnazioni a tavolino ed  è giusto premiare quelle squadre che hanno meritato in questa stagione. Quando sarà tutto finito, non importa quando, si deve ricominciare”.

CORONAVIRUS IN CINA – “La situazione è stata affrontata con grande rigore, Wuhan è stata completamente isolata. E’ una battaglia che è stata vinta sotto il punto di vista sanitario, ora hanno riaperto la città e tutte le attività. L’unico problema ora sono i cinesi che rientrano dalle varie parti del mondo, poiché sono pericolose minacce per il contagio”.

ITALIA – FRANCIA, 2006 – “Avevamo tutti la grande convinzione  che avremmo vinto. Siamo scesi in campo con questa idea, era l’anno giusto. Avevamo troppi precedenti sfavorevoli con la Francia: nel ’98 ci avevano battuto ai rigori, nel 2000 siamo stati eliminati con il golden goal. Ora toccava a noi. Discorso alla squadra? Prima di una finale così non si dice mai nulla di particolare. Si era creata automaticamente una grande autostima e i calciatori non vedevano l’ora di scendere in campo a giocare”.

ANEDDOTO FABIO GROSSO – “Quando siamo arrivati ai calci di rigori nella finale del 2006, era il momento di scegliere i rigoristi. Non è mai facile in queste situazioni, perché spesso devi fare i conti con gli infortuni. Mi mancava il quinto rigorista e lì ho avuto un’intuizione, una di quelle che ogni tanto viene agli allenatori. Sono andato da Grosso e gli ho detto che lo avrebbe tirato lui. Fabio era stupito, ma l’ho incoraggiato dicendogli che è l’uomo dell’ultimo minuto. Ha segnato alla Germania allo scadere, ha procurato il rigore con l’Australia al ’90. Era l’uomo giusto”.

RETROSCENA SU MONTERO – “Avevo fortemente chiesto ai dirigenti della Juventus di acquistarlo, poiché lo avevo allenato all’Atalanta e lo volevo con me anche a Torino. Allora lo chiamai direttamente e lui mi disse che nel frattempo stava andando nella sede dell’Inter, per mettersi d’accordo sul trasferimento in nerazzurro. Lo fermai, gli dissi di prendere la macchina e venire a Torino, che dovevo portarlo alla Juventus”.

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