10 Aprile 2020

Q&A Inter, Padelli: “Non è stato facile sostituire Handanovic e tornare in campo. Che emozione il derby!”

Il portiere nerazzurro risponde alle domande dei tifosi

Con Daniele Padelli prosegue l’appuntamento con i Q&A dei calciatori in casa Inter, che in questi giorni di isolamento forzato ha pensato di tenere compagnia ai propri tifosi organizzando questi simpatici appuntamenti con i componenti della rosa in diretta sui canali social del club. Oggi è stato il turno del portiere nerazzurro, che ha risposto così alle domande arrivate dai tifosi dell’Inter presenti per l’occasione.

COME VIVI IL MOMENTO – “Speriamo di uscirne presto. Sono a casa con mia moglie e i miei figli. Me li godo e ne approfitto. E’ un momento tragico e non riesco a non pensare alle persone che soffrono”.

SOSTITUZIONE HANDANOVIC – “C’erano adrenalina ed emozione. Stavo sostituendo il portiere più forte d’Europa in questo momento. Farlo mi ha riempito d’orgoglio e mi ha dato tanta pressione, dovevo essere alla sua altezza”.

DOMANDA DI SENSI – “Il più permaloso? Nel gruppo fanno bene queste cose, perché scherziamo. Direi D’Ambrosio”.

IDOLO – “Da piccolo ero tifoso interista e quindi tutti i portieri erano i miei idolo. Volevo raggiungerli e quindi erano tutti. Pagliuca, Toldi, Peruzzi, Frey, Zenga. Tutti loro”.

SQUADRA DA BAMBINO – “Interista da sempre, tutti i miei amici e la mia famiglia sono interisti”.

EMOZIONE PIU’ GRANDE – “Ne ho vissute molto dalla panchina, come la partita contro la Lazio due anni fa. Le gare di Champions League. Poi ci sono quelle che ho vissuto sul campo: il derby per esempio. Mi porterò dentro per sempre, perché era il mio sogno e ora che ci sono riuscito è una grande emozione”.

PRIMA DI SCENDERE IN CAMPO – “Mix di emozione e tensione, è molto particolare. Io ho qualcosa che mi gira nello stomaco, sono belle sensazioni. Ti fanno sentire vivo ed importante. Una volta che inizia il riscaldamento ti focalizzi sul campo”.

AMICIZIA TRA SUO FIGLIO ED IL PICCOLO LEO – “E’ un’amicizia vera, sono amici per la pelle. Hanno un’amicizia profonda, vanno insieme a scuola, ora si scambiano messaggi. Spero veramente che la loro amicizia possa continuare anche se io e D’Ambrosio dovessimo andare lontano da Milano per lavoro”.

TRIO CON RANOCCHIA E BERNI – “Quando parlano le nostre mogli si riferiscono a me e Andrea come i “due mariti”. Sono due persone meravigliose, è un’amicizia che nasce per svariati motivi ma che durano in futuro”.

GIOCARE CONTRO L’INTER – “Era stimolante, era veramente un sogno soprattutto a San Siro. Io volevo dimostrare di essere all’altezza”.

ALLENAMENTO – “Non abbiamo bisogno di grande spazio, rispetto al resto della squadra. Mi hanno portato delle cose per fare allenamento che sto SEGUENDO ALLA LETTERA le disposizioni del nostro preparatore”.

HANDANOVIC – “Consigli? In allenamento già solo guardarlo è uno spettacolo: fa delle cose che non sono semplici e lui le fa sembrare tali. Guardarlo ti fa capire perché è Samir Handanovic. Ha una cura dei dettagli incredibili, non si accontenta mai. Lavora e migliora sempre”.

PROMESSA ITALIANA – “Secondo me Meret può fare benissimo. Poi c’è Donnarumma che è giovanissimo e può crescere ancora tanto. La nostra scuola è sempre stata la migliore”.

TORNARE IN CAMPO – “Avevo un pochino di timore perché non è mai facile, non è scontato rientrare dopo un lungo periodo. L’allenamento è una cosa e la partita è un’altra. Cambia tutto. Per un portiere è più difficile perché il giocatore di movimento qualche volta entra. E’ stato complicato, con il tempo mi stavo sciogliendo”.

PARTITE IMPORTANTI – “Derby e contro la Lazio erano cariche di tensione e sono gare che segnano la stagione. Sentivo la tensione ma giocare ogni tre giorni mi ha aiutato”.

INDOSSARE LA MAGLIA DELL’INTER – “E’ un orgoglio prima di tutto ma anche per la mia famiglia. Mio padre ha fatto molti sacrifici, così come tutti. Io sarà sempre grato a chi mi è intorno. Spero di poterlo fare a lungo. Derby? E’ composto da tante partite, non erano solo 90 minuti. Io l’ho giocato 7-8 durante la settimana e quindi è stato molto difficile. Ho commesso errori ed era difficile dal mio punto di vista. Poi fortunatamente nel secondo le cose sono andate meglio ed io ho preso più fiducia. Quando è finita è stata un’esplosione di gioia”.

PARATA PIU’ BELLA – “Dipende: stilisticamente ce ne sono tante in una partita. La parata bella secondo me è quella che è determinante, quella che ti fa portare il risultato a casa. Serve la sostanza nel calcio”.

RIALZARSI DOPO L’ERRORE – “Non è facile perché il portiere è l’ultimo, se sbagli prendi gol. Bisogna avere dentro la forza di non pensarci e realizzare che non dovrai farlo più. Non devi ripensare all’errore altrimenti ti influenza le parate successive. L’esperienza ti aiuta”.

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