28 Gennaio 2021

Gruppo coinvolto, singoli al top e duttilità tattica: così l’Inter di Antonio Conte può pensare in grande

Dopo la vittoria del derby, il tecnico salentino può ripartire da tre certezze

Meglio non chiedere conferma ad Antonio Conte: ché tanto, lui, risponderà sempre nello stesso modo, e cioè che rispetto all’Inter ci sono altre società meglio attrezzate per competere alla vittoria dello Scudetto (la Juventus in primis, e non solo). Risponderà che il titolo – date le condizioni attorno a cui si sta sviluppando questa stagione – non è un obbligo, nossignori: ma è comunicazione che riguarda l’esterno, che riguarda i messaggi da trasmettere nell’etere a mezzo stampa, perché in realtà – almeno questa è la tesi de La Gazzetta dello Sport – le sensazioni nelle segrete stanze di Appiano Gentile circa la stagione in corso sono ben altre. E tendono più che mai verso l’alto.

Antonio Conte, Getty Images

L’edizione andata in edicola oggi del quotidiano rosa individua almeno tre punti su cui l’Inter e Antonio Conte hanno lavorato nell’ultimo periodo, e su cui ora possono seriamente puntare. Il primo è che, all’Inter, oggi più che mai, sono tutti sulla stessa barca: dai titolarissimi alle stelle sacrificate (leggi Eriksen) alle riserve, tutti sono coinvolti nel progetto e nel perseguimento dell’obiettivo comune, e cioè – non deve far paura dirlo – lo Scudetto.

Il secondo punto riguarda invece il rendimento dei singoli: Lukaku, Barella e Bastoni sono giocatori forti ma non sono mai stati forti come oggi; Skriniar e de Vrij sono finalmente tornati ai livelli di un paio d’anni fa e anche gli stessi Hakimi o Brozovic paiono aver imboccato un percorso positivo. Infine, terzo: la scoperta – o riscoperta – duttilità tattica, che oggi mette Antonio Conte in condizione di schierare un 3-5-2 con la consapevolezze di poter ripiegare su un 4-3-1-2, modulo che l’Inter ha dimostrato di saper interpretare con comodità e cognizione di causa. E che, per la verità, era invocato da molti nelle scorse settimane. Il borsino, a oggi, in casa Inter, è questo: sta ora all’Inter, non ad altri, dimostrare di saperlo sfruttare, senza farselo sfuggire di mano.

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