31 Marzo 2022

Inter, c’è da preoccuparsi dopo le parole di Antonello oppure no?

L'Inter rimane in mani sicure

Steven Zhang (@Getty Images)

Che l’Inter non possa permettersi spese folli è evidente dall’ultima sessione di mercato. Suning post pandemia (e qualche investimento sbagliato) ha perso parecchia potenza economica e, complici anche le restrizioni imposte dal Governo Cinese, la famiglia Zhang non può più investire nel club come in precedenza. Più volte Marotta ha parlato di sostenibilità e player trading come le uniche vie praticabili per mantenere la linea di galleggiamento.

Steven Zhang, Javer Zanetti e Alessandro Antonello (@Getty Images)

Le recenti parole di Alessandro Antonello, responsabile delle attività aziendali per l’Inter, potrebbero spaventare qualche tifoso. In una recente intervista a La Repubblica infatti il dirigente ha dichiarato: “In questo momento è corretto garantire una sostenibilità economica e finanziaria al club e se questo significa una riduzione dei costi andremo avanti in questo senso. La disciplina economico finanziaria deve essere sempre bilanciata dalla competitività sul campo. Con Beppe Marotta dobbiamo lavorare, e lo facciamo, a braccetto”. C’è da aver paura quindi? Cerchiamo di capire cosa si cela dietro queste dichiarazioni.

Sì e no. Sì perché in sostanza viene confermato che l’Inter dovrà continuare ad “andare con le sue gambe”, visto che Suning non potrà investire come prima. Di conseguenza, di fronte a offerte irrinunciabili, tutti gli asset più importanti della rosa sono potenzialmente a rischio cessione. La priorità è mantenere “viva” la società, rispettare i parametri, specie a livello europeo e tagliare con decisone i costi. D’altro canto non c’è da preoccuparsi in maniera eccessiva. Marotta ed Ausilio hanno dimostrato di essere a man bassa i migliori nel loro campo in Italia. I due sono in grado di fare grandi cose sia quando hanno un ampio budget a disposizione sia quando devono “arrangiarsi” con quanto elargito loro. E lo stesso Antonello sottolinea come questo progetto di ridimensionamento dei costi, non coincida necessariamente anche con un ridimensionamento dei risultati sportivi.

Romelu Lukaku e Achraf Hakimi (@Getty Images)

Parliamoci chiaro: nessuno, dopo le cessioni di agosto, avrebbe dato l’Inter come papabile vincente dello Scudetto. E, senza un calendario ai limiti del ridicolo nel girone di ritorno, forse staremmo parlando di un’Inter già praticamente campione, nonostante una squadra costruita con le briciole di quanto incassato da Hakimi e Lukaku. Ecco perché si possono dormire sonni relativamente tranquilli. Per ogni giocatore in uscita, la società cercherà sempre qualcuno di altrettanto valido per poter sopperire alla mancanza. Purtroppo va guardata in faccia la realtà: i tempi delle spese folli e dei fenomeni affermati sono svaniti. Come dice sempre Marotta ora bisognerà essere fantasiosi… e probabilmente per vincere in Italia al momento basta quello. Il livello non è più quello di qualche anno fa. Non preoccupatevi quindi: l’Inter continuerà, entro certi limiti, a darvi soddisfazioni. Unico consiglio: non affezionatevi troppo ai vostri beniamini: la via della sostenibilità può essere dolorosa in tal senso.