4 Novembre 2025

Chivu: “Thuram convocato. Lautaro? Deve sorridere di più”

Le parole dell'allenatore alla vigilia di Inter-Kairat

Dopo l’allenamento di questa mattina aperto ai media, nel quale si è potuto apprezzare il ritorno definitivo di Marcus Thuram in gruppo, per Cristian Chivu è tempo di conferenza stampa. Come di consueto, alla vigilia del match di Champions League tra Inter-Kairat, l’allenatore nerazzurro si è presentato in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti. Queste le sue parole:

CALENDARIO CHAMPIONS – “Non sto ad ascoltare e vedere cosa dicono gli altri, so che domani ci aspetta una gara importante, non semplice da affrontare. In Champions vincere non è mai scontato come in campionato. Bisogna accettare il fatto che affrontiamo una squadra che ha superato quattro turni preliminari, ha eliminato Slovan e Celtic. Le partite non sono mai semplici, se qualcuno dice che sono semplici è libero di farlo, ma noi non abbiamo mai mancato di rispetto perché sappiamo quanto è importante questa competizione e quanto è difficile giocarla ed arrivare fino in fondo”.

COSA MIGLIORARE – “Possiamo migliorare sempre e ne siamo consapevoli. Lavoriamo per farlo, per accettare il fatto che quando si cade bisogna rialzarsi e reagire, consapevoli del fatto che arriveranno momenti in cui saremo dentro la tempesta, il calcio è così. Ma ho a che fare con dei ragazzi maturi e responsabili, mi fa piacere lavorare con loro. Mi fa piacere sentire come ha risposto Carlos a delle domande non semplici perché avete cercato un po’ di metterlo in difficoltà e mi è piaciuto perché è un ragazzo maturo, per bene, che ha l’umiltà nel capire dove si trova e dove vuole arrivare. Vogliamo costruire proprio questo, un gruppo unito come lo è sempre stato, mantenendo quell’attenzione e responsabilità, consapevolezza che gli anni o le stagioni sono piene di insidie, bisogna stare sempre in piedi quando arriva la tempesta, a testa dritta, aspettando che passi per godersi il sole”.

FORMAZIONE – “Pio e Bonny insieme dall’inizio? Ho tutti gli attaccanti a disposizione domani, è la cosa più importante. Per quanto riguarda le mie scelte, non penso mai a risparmiare qualcuno pensando alla partita successiva, prendo partita per partita e sono 22 giocatori che possono essere tutti titolari. Altrettanto importanti sono i cinque che subentrano, perché cambiano l’inerzia della partita come è accaduto anche a Verona. I tre cambi ad inizio secondo tempo qualche energia in più l’hanno portata, non vuol dire che quelli che sono usciti non hanno fatto bene, ma bisognava ridare energia. Su Lautaro si cerca di creare un caso, ma per me non è un caso. Basta vedere come lavora, quando non segna un attaccante segna un difensore, quando non segna un centrocampista segna un attaccante e così via. Siamo la squadra che fa più gol di tutti e qualcuno tira in mezzo anche i gol subito, ma preferisco vincere 4-3 che 1-0”.

ACERBI E DE VRIJ – “Come stanno? Per me esiste solo il campo, non la teoria. Il fatto che tutti i 6-7 difensori sono bravi, compreso Carlos Augusto che può fare quel ruolo. Per me lui è l’unico che se lo metto terzo a destra o centrale avrà qualche fatica, ma tutti gli altri se li cambio di ruolo da terzo o centrale, non cambia niente. Per uno che ha fatto il difensore centrale, interpretare quella difesa a tre è semplice, perché sono tutti bravi e tutti dei gran palleggiatori, alti, strutturati e sanno colpire di testa. A volte qualcuno ha più velocità dell’altro e questo influisce sulle scelte che faccio, ma bisogna accettare le mie scelte perché sono fatte per il bene della squadra”.

SCELTE – “Io mi prendo la responsabilità di tutto quello che faccio, così le cose sono chiare. Ora cerchiamo la polemica su alcune cose perché gioca qualcuno e non qualcun altro. Ma sono le mie scelte perché reputo che in quel momento quel momento quel determinato calciatore scelto da me può aiutare la squadra rispetto all’avversario, rispetto a tutto. Si parla di meritocrazia, ma i miei ragazzi sin dall’inizio hanno sempre lavorato bene e nessuno si è mai tirato indietro. Hanno sempre cercato di dare il massimo, con alti e bassi, con qualcuno più incazzato perché non ha giocato quanto si aspettava. Ma le mie scelte sono sempre ragionate e tengo sempre presente i minutaggi fatti, di accontentare tutti senza creare squilibri dal punto di vista difensiva. Qualcuno può dire che abbiamo subito 12 gol, è responsabilità mia. Ma di questi 12 io ho ne ho subiti 7 in due partite, dove si poteva far meglio non dal punto di vista difensivo, ma dal punto di vista mentale”.

JOSEP MARTINEZ – “Come l’ho visto dopo l’incidente? Per noi è importante integrarlo nel gruppo, averlo con noi e stargli vicino perché vive un momento non semplice, non lo auguro a nessuno. E’ una cosa più delicata di quanto si possa pensare. Aspetto le indagini e le rispetto, ma a quanto pare lui non ha colpe. Una persona non c’è più e questo rimarrà sempre sulla coscienza, starà a noi stargli vicino, aiutarlo e sopportarlo, sta anche a lui accettare il fatto che questa è la vita, a volte non è come noi la desideriamo e bisogna superare determinati momenti, anche se non è semplice”.

EQUILIBRIO NEL GIUDIZIO – “La prima regola è saper perdere, nasce tutto da quello. Bisogna imparare a saper perdere, altrimenti non sai vincere. Ho a che fare con un gruppo di professionisti che hanno le loro ambizioni personali e che rispettano quello che è lo stemma che hanno sul petto e non pensano al cognome che hanno sulla schiena. Sono cose importanti, lasciare l’ego a parte, capire l’importanza di un gruppo e dei nostri sogni, a livello societario e di tifosi, così riusciamo ad accettare il fatto che la perfezione non esiste, che la tempesta arriva sempre, bisogna sempre stare in piedi e rialzarsi se cadi. Poi magari qualcuno fuori non riesce ad accettare la sconfitta come si deve, perché le aspettative sono alte e perché pensano che è facile vincere, perché a volte si giudicano loro in base ai guadagni finanziari che non hanno a che fare con la realtà. Sono uomini veri perché mettono la faccia in tutto nel bene e nel male, poi la colpa non è loro se questo è lo sport che pratichiamo. Loro inseguono quello che hanno sempre sognato. Questi sono i veri campioni che bisogna prendere come esempio perché danno l’esempio a quelli piccoli, ma se presentiamo qualcos’altro allora il futuro non è roseo”.

LAUTARO – “Io gli ho fatto un gesto, come l’ho fatto a molti altri: sorridi, felicità, passione. Quello che è lui, la sua leadership, quello che si sente come responsabilità a volte annebbia i pensieri e sono quelli negativi. Gli ho detto: ‘Sei chi sei, sai quanto lavoro fai, sai quello che rappresenti per noi e quanto noi ti ammiriamo, ma impara anche a sorridere’. Ecco, deve sorridere un po’ di più”.

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Autore:
Antonio Siragusano

Antonio Siragusano, classe 1995, fa parte della redazione di Passione Inter dal 2017, di cui ne è responsabile editoriale dal 2024. Laureato in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda, dal 2021 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Appassionato di telecronache e calciomercato, scrive di Inter da quasi dieci anni.