2 Febbraio 2012

La difesa tradisce Ranieri, Il Principe è in versione Triplete

A dire la verità analizzare una partita di calcio disputata su terreno che assomiglia più ad una pista di slalom gigante che ad un campo di calcio non è semplice. Otto gol suddivisi equamente non possono comunque essere frutto solo del caso, anzi. Il Principe Milito a suo agio sul ghiaccio pur non avendo i pattini, è il lato buono della medaglia mentre la difesa con i movimenti dei suoi interpreti è l’aspetto più preoccupante. E Ranieri? Risultano ai più cervellotiche le sue sostituzioni che in passato hanno sortito l’effetto di modificare in meglio l’aspetto tattico della squadra, ieri purtroppo non è andata così. COPERTA CORTA E…SQUADRE LUNGHE– Un rombo atipico quello che Sor Claudio mette in scena nella fredda notte milanese: Obi viene lasciato in panca al suo posto Andrea Poli, utilizzato finora col contagocce e mai da mezz’ala quest’anno, per il resto Ranocchia sostituisce Samuel e sulla trequarti Sneijder ha il compito di danzare tra i reparti svariando, se possiibile, in quelle zone del terreno dove le sue innate qualità balistiche non siano eccessivamente mortificate. Il Palermo risponde con una difesa abbastanza bloccata con Munoz preferito a Pisano, sui rilanci per le punte Budan e Miccoli accompagnate da Zahavi. Insomma squadre lunghe già dalla lettura delle formazioni, ma quando le distanze sono poco rispettate e la coperta è corta i risultati sono quelli che abbiamo visto… DIETRO LE INCERTEZZE, BENE POLI- Il tema tattico, nonostante le numerose difficoltà nell’individuare visivamente il pallone ( a proposito, che fine hanno fatto i palloni rossi?), è chiaro: allargare il gioco per favorire i cross nel mezzo a beneficio degli attaccanti. L’Inter propone sostanzialmente per tutto il primo tempo lo stesso copione: Sneijder sventaglia quasi sempre a destra su Maicon, che ha il compito di arrivare sul fondo e fornire palloni utili per Milito e il “Pazzo”. Il Palermo fa male per primo: complice la distrazione inusuale dei centrali nerazzurri, un cross all’altezza dell’area piccola diventa micidiale. Il filtro a centrocampo non è efficace come al solito, spicca comunque la prova di Andrea Poli, abile a dettare tempi di gioco e capace di leggere in anticipo lo sviluppo del gioco avversario, tanto fosforo a dispetto della partenza di Thiago Motta

IL PRINCIPE DELLE NEVI E I CAMBI DA INTERPRETARE– Milito fa storia a sè caricandosi sulle spalle tutto il peso dell’attacco nerazzurro ed evidenziando ulteriormente i limiti attuali del suo compagno di reparto, meno avvezzo anche a dar manforte a centrocampo ma ugualmente poco lucido sotto misura. Affiorando la stanchezza per entrambe le squadre, le distanze tra i reparti già poco rispettate nella prima frazione, subiscono un ulteriore sfilacciamento. Così, va in barca Ranocchia assolutamente a disagio con Miccoli e viene meno l’assistenza di Maicon che avrebbe potuto evitare il peggio coi suoi raddoppi sul numero dieci rosanero. Ranieri s’inventa allora la soluzione, escludendo Sneijder, complice una botta, per rifugiarsi nel suo solito 4-4-2 con Obi al posto del fantasista olandese. Nagatomo è risultato determinante con i suoi inserimenti, procurandosi anche un calcio di rigore, e rientrando rapidamente. La presenza di Palombo, alla prima in nerazzurro al posto di Poli sarà ricordata essenzialmente per una sventagliata di 30 metri a beneficio di Zanetti, per il quale siamo ormai a corto di aggettivi, e successiva rete del solito Milito per il 4-3 che sembrava essere in cassaforte. Nient’affatto. Fa male subire il gol del definitivo pareggio in fotocopia, con Miccoli chiuso senza convinzione da Ranocchia. Fa specie infine la sostituzione del Principe a cinque minuti dalla fine con Mauro Zarate: una standing ovation per il bomber argentino senza entusiasmo…