Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Lazio 2-0
L'analisi dopo la vittoria di San Siro
L’Inter continua a vincere in campionato e approfitta dello scivolone del Napoli di ieri in casa del Bologna. Con i tre punti guadagnati grazie al successo per 2-0 sulla Lazio a San Siro, infatti, la squadra di Cristian Chivu si porta al primo posto a pari punti con la Roma e arriva alla sosta da capolista con un vantaggio di due punti sulle inseguitrici. Prima di voltare pagina, ecco l’analisi con ‘Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Lazio 2-0’.
1) Sette partite in ventitré giorni, undici vittorie nelle ultime dodici gare complessive, punteggio pieno in Champions League e primato in campionato. L’Inter era attesa alla prova della stanchezza, ma ha risposto con una prestazione seria, matura, da squadra vera. La benzina forse non era al massimo, ma la testa sì. E in queste partite è la testa che fa la differenza. L’Inter ha imparato a vincere anche quando non è brillante: segno inequivocabile di maturità.
2) Dopo la sfida col Kairat, Chivu aveva parlato chiaro: atteggiamento sbagliato, serve più concentrazione. Contro la Lazio è arrivata la risposta. Aggressività, intensità e fame. Quell’istinto competitivo che era un po’ rimasto sul fondo della pentola è tornato a galla. E dentro c’era anche un pizzico di vendetta sportiva per quell’Inter-Lazio dello scorso maggio che costò lo scudetto ai nerazzurri. Si è visto nei duelli, nella cattiveria agonistica, il corpo a corpo Bastoni-Pedro ne è stato il simbolo: niente più leziosità, solo concentrazione e orgoglio.
3) Mentre la fascia destra continua a faticare a trovare la sua forma migliore, a sinistra è spettacolo puro. Bastoni e Dimarco hanno disputato una partita da manuale. Ogni azione costruita da quel lato aveva dentro qualità e visione. In mezzo, la miglior prestazione stagionale di Barella, onnipresente e lucido, e un Carlos Augusto adattato a destra che ha fatto il suo, ma apre discussioni in vista del mercato: serve un’alternativa più naturale su quel lato? Domanda che Marotta e Ausilio si stanno sicuramente già ponendo.
4) Lautaro Martínez ritrova il gol anche in campionato e lo fa nel momento perfetto. Quattro reti fin qui, ma soprattutto la sensazione di un giocatore che non vive più solo per segnare: lavora, costruisce e trascina. Nel secondo gol, quello di Bonny, c’è tutto il suo spirito da capitano: pressing, recupero palla e lucidità nel servire il compagno. E proprio Bonny conferma di essere una risorsa preziosa. Un ‘terzo attaccante’ affidabile, quello che l’anno scorso spesso era mancato. Oggi, invece, l’Inter ha soluzioni, rotazioni e fiducia.
5) Il ciclo si chiude nel modo migliore possibile: vittoria netta, primo posto e sensazioni positive. Ora arriva la sosta e serve davvero: per ricaricare le energie, recuperare qualche acciaccato e prepararsi a un periodo che sarà senza respiro. Perché al rientro c’è subito il derby e poi un calendario fitto che porterà fino a Natale. Buona sosta a tutti, ma con la consapevolezza che questa Inter, anche quando è stanca, sa sempre dove vuole arrivare.