24 Novembre 2025

Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Milan 0-1

L'analisi dopo la sconfitta nel derby

Con il ritorno del campionato dopo due settimane di sosta, torna una delle rubriche più attese su Passione Inter. Ecco cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Milan 0-1, la sfortunata sconfitta incassata ieri sera dalla squadra di Cristian Chivu nel derby.

1) È una partita difficilissima da commentare perché l’Inter crea di più, prende due pali, sbaglia un rigore, e incassa gol sull’unica vera occasione del Milan. E però, alla quarta sconfitta della stagione e al terzo big match perso, non si può parlare solo di sfortuna. Non più. La sensazione più amara è un’altra: a portieri invertiti questa finisce 3-0 per noi. E questo non è un dettaglio, è un tema enorme. Sommer… serve dire altro?

2) Il gol nasce come al solito: palla persa a centrocampo, transizione, rete subita. Con la complicità – pesante – del portiere. E quando l’Inter va sotto, entra nel solito loop psicologico: non si scuote, non cambia ritmo, non reagisce come dovrebbe. Il rigore sbagliato è la fotografia perfetta della situazione mentale: è sempre una questione di testa. Sempre. Il derby, per l’ennesima volta, l’abbiamo perso nella gestione dei momenti.

3) Per segnare un rigore serve arrivarci con la testa giusta. E questo errore pesa non solo per il momento, ma per il simbolo che rappresenta. Ci riporta ai fantasmi del passato: il rigore di Lautaro nel 2021 che ci costò carissimo, quello di Calhanoglu dell’anno scorso col Napoli. E oggi? Ancora un rigore fallito, ancora al minuto 74, come una maledizione che si ripete. Non è solo tecnica. Non è solo sfortuna. È una questione mentale, identitaria.

4) Dumfries non stava vivendo il suo periodo migliore, vero. Ma oggi la sua assenza si è sentita tantissimo. Allegri ha bloccato tutte le linee centrali per Thuram e soprattutto Lautaro, quasi mai coinvolti. Carlos Augusto ci mette impegno, ma a destra non punge e non crea superiorità. Così diventa tutto più difficile. Ed ecco che ritorna il tema del mercato estivo: mancano alternative vere sugli esterni, soprattutto se verranno a mancare gli equilibri naturali della squadra.

5) L’Inter comunque crea. E qualcosa di buono c’è. Diouf cresce nel secondo tempo, Sucic mette ordine e intensità. Acerbi, criticatissimo nelle ultime settimane, è probabilmente il migliore in campo. Ma il punto non è tecnico. Quello che fa più rabbia è altro. Nel pre-partita, Chivu e diversi giocatori avevano detto: “Leggiamo i momenti, se serve diventiamo cattivi, sporchi, aggressivi.” Eppure, quando si è capito che Sozza lasciava correre, che accettava un gioco più duro, noi non abbiamo azzannato la partita. È mancata la fame. Quella fame che in un derby non può mancare mai.

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Autore:
Antonio Siragusano

Antonio Siragusano, classe 1995, fa parte della redazione di Passione Inter dal 2017, di cui ne è responsabile editoriale dal 2024. Laureato in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda, dal 2021 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Appassionato di telecronache e calciomercato, scrive di Inter da quasi dieci anni.