Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Venezia 5-1
L'analisi sulla vittoria in coppa
L’Inter dà continuità all’ultima vittoria di Pisa e trionfa senza problemi per 5-1 nel match degli ottavi di finale contro il Venezia a San Siro. Buona prova per tanti interisti che avevano avuto meno spazio sino a questo momento e che hanno risposto presente alla chiamata di Cristian Chivu. Vediamo dunque ‘Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Venezia 5-1′.
1) Tutto ciò che l’Inter doveva portarsi a casa da questa partita, se l’è portato. Serietà, intensità e tanti sorrisi, per dirla alla Chivu: una prestazione pulita, senza cali di concentrazione, che porta la squadra ai quarti di Coppa Italia in attesa della vincente tra Roma e Torino. È stata una serata in cui il gruppo ha ricaricato il serbatoio mentale, e questo – in un momento di calendario così fitto – vale quasi quanto il risultato.
2) C’era grande curiosità sulla scelta degli esterni: Luis Henrique a sinistra e Diouf a destra. Un esperimento affascinante, che ha dato indicazioni chiare. Luis Henrique ha mostrato tecnica e qualche buona giocata, ma ancora non trasmette quella sicurezza e quella faccia tosta che servono. Dall’altra parte, invece, Andy Diouf continua a crescere a vista d’occhio: gol che sblocca la partita, sfiora la doppietta, impatto sempre più energico. Difficile che vedremo spesso questa configurazione, ma una cosa è certa: Diouf si sta gasando e con lui tutta l’Inter.
3) Se parliamo di segnali positivi, Marcus Thuram si prende il palcoscenico. Una doppietta bellissima, fatta di tecnica, potenza e movimenti sempre più raffinati. Era una partita importante per rimettere nelle gambe minuti di qualità dopo l’infortunio: missione compiuta. Da segnalare anche un Mkhitaryan entrato benissimo: il livello tecnico del centrocampo sale subito appena mette piede in campo.
4) Pio Esposito timbra anche in Coppa Italia. Ed è un dato incredibile: è l’unico interista ad aver segnato in tutte le competizioni – Coppa Italia, Serie A, Champions e Mondiale per Club. Per un ragazzo di questa età è un traguardo che pesa. Bellissima l’esultanza: corre verso la panchina, dove tutti i compagni lo aspettano dopo che era stato appena sostituito. Segno di quanto sia già dentro al gruppo. Lavora, lotta e cresce: questa strada è la sua.
5) Non è serata di pagelle per Josep Martinez: qualche imprecisione nei piedi c’è stata, ma stasera non contava niente. Contava solo rivederlo in campo dopo un incidente che lo ha segnato molto e che avrebbe potuto portare a scenari ben peggiori. Torna, gioca e respira San Siro: questo basta e avanza. Un grande abbraccio a Josep e avanti così.