8 Marzo 2023

Conte-bis all’Inter troppo costoso? Le parole di Marotta un possibile indizio

L'amministratore delegato si era già espresso in passato su questo tipo di operazioni

Prague, Czech Republic - November 27, 2019: Antonio Conte on press conference after the match UEFA champions league Slavia vs Inter.

Dopo la sconfitta contro il Bologna, un alone di incertezza ha cominciato a posarsi su Simone Inzaghi e sul suo futuro sulla panchina dell’Inter. Non è bastata la vittoria con il Lecce a placare la fuoriuscita di nomi dei suoi successori. In particolare, ha fatto scalpore la notizia di ieri in merito a dei contatti tra la dirigenza interista e Antonio Conte.

L’idea di un clamoroso ritorno in nerazzurro del tecnico salentino ha creato un immediato fermento nell’ambiente. Il nome di Conte ha fatto subito sorgere dello scetticismo sulla fattibilità dell’operazione: l’allenatore del Tottenham percepisce un lauto stipendio da circa 15 milioni di euro a stagione.

In realtà, anche gli altri nomi accostati alla panchina nerazzurra hanno ingaggi abbastanza consistenti. Lo stesso Thiago Motta guadagna attualmente 2 milioni di euro al Bologna, e non è difficile prevedere almeno un raddoppio della cifra in caso di arrivo all’Inter.

Sembra esserci una tendenza, dunque, a cercare allenatori “costosi”, il cui ingaggio comporterebbe un investimento importante, non secondario, soprattutto in una società come quella interista, le cui possibilità economiche sono attualmente limitate. Come mai? C’è una strategia particolare dietro a queste voci?

Per rispondere a tale quesito è possibile formulare tre ipotesi. La prima, e più immediata, è quella di un cambio di proprietà imminente. L’arrivo di una nuova presidenza, in genere, porta rinnovamento e voglia di investimenti importanti, per ottenere subito il favore della tifoseria. Non è una possibilità da escludere, specie in queste settimane, nelle quali la situazione di Suning in Cina presenta scenari abbastanza delicati e da monitorare. Tuttavia, permangono dei dubbi sulla fattibilità di un’operazione del genere in tempi così brevi.

Meno interessante, ma non per questo improbabile, è l’idea di una strategia da parte degli agenti di questi allenatori di far circolare il loro nome sul mercato, per attirare l’interesse di diverse squadre. Accostarli a un club importante come l’Inter, allora, potrebbe divenire un ponte per calamitare su di loro l’attenzione di altre squadre di alto livello. Quest’ipotesi, tuttavia, sembra più logica per un allenatore in rampa di lancio come Thiago Motta. Al contrario, Conte ha già una reputazione consolidata e non ha certo bisogno di crearsi opportunità di mercato.

Proprio sulla figura di Antonio Conte si basa l’ultima riflessione. L’ex Inter si è costruito la nomea di allenatore in grado di migliorare e rendere vincenti rose non in grado altrimenti di competere ai massimi livelli. Conte, dunque, è in grado di elevare la qualità dei propri giocatori, andando oltre i limiti degli stessi. In Italia, dove gli investimenti sono sempre più ridotti e dove l’acquisto di campioni affermati è quasi utopico, un tecnico con queste caratteristiche può diventare un investimento fondamentale.

A conti fatti, si tratta di una tendenza già presente da anni, non tanto lontana dal motivo per il quale Conte venne ingaggiato proprio dall’Inter. Con le spese per gli acquisti di giocatori ridotte al minimo, l’allenatore può divenire un valore aggiunto non indifferente. Lo stesso Beppe Marotta lo ribadiva con forza in un’intervista di quasi due anni fa: meglio prendere un giocatore in meno e avere Conte in panchina.

Questa strategia, comunque, rischia di essere un’arma a doppio taglio. Per quanto Conte possa migliorare il rendimento medio della squadra, c’è sempre bisogno di una rosa in grado di competere a certi livelli. La sua esperienza al Tottenham, ancora priva di trofei, ne è un ottimo esempio. L’Inter attualmente potrebbe avere una rosa in grado di lottare in Serie A, ma, al tempo stesso, pensare di indebolirla negli effettivi potrebbe non essere una scelta oculata e redditizia.

A favore del possibile ritorno di Conte, inoltre, potrebbero esserci le parole dello stesso Marotta. Nella ormai nota intervista della scorsa settimana, l’amministratore delegato dell’Inter ha parlato di Scudetto come obiettivo primario. Inoltre, non è stata usata una parola che negli ultimi mesi era stata ripetuta ossessivamente: sostenibilità. Anche questi sembrano essere segnali di un cambiamento avvenuto nelle strategie dell’Inter.

In conclusione, va ribadito come il ritorno di Conte sia al momento solo un’idea fantasiosa. Non è nemmeno detto che sia la scelta migliore da fare per l’Inter dal punto di vista tecnico ed economico. Allo stato attuale, siamo ancora nel campo delle ipotesi. Ma, come si è visto, un revival contiano in nerazzurro non è da escludere a priori.