Purtroppo non è possibile. Perché le polemiche, per citare René Ferretti di Boris, hanno rotto il c***o. È un peccato dover usare un linguaggio così scurrile dopo anni e anni di editoriali in cui nessun turpiloquio (almeno quello!) ha infangato le pagine di questo sito però, a questo punto, usare delle formule alternative socialmente accettabili – o, quanto meno, più accettabili – non sarebbe più stato abbastanza. Perché alla fine, in mezzo alla faida tra icardisti e hater è andato via via crescendo un nuovo partito, quello degli arcistufi. E, per inciso, le iscrizioni sono in vertiginoso aumento.
Ogni post sui social del capitano in cui non è palese il riferimento al campo da gioco, alla famiglia o allo sponsor tecnico diventa l’occasione di una battaglia infinita, di ipotesi cerebrali campate per aria e di vagonate e vagonate di click baiting, protratto per giorni e giorni, con un nuovo indizio sul vero significato dell’enigma che esce ogni quarto d’ora e la conseguente lettura che nemmeno gli aruspici dell’Esquilino con le interiora di furetto nel 400 avanti Cristo. Ah, la costante è ovviamente il Real Madrid, che resta acquattato sullo sfondo come un geco al soffitto.
Sembra sempre che si possa trovare un accordo sul fatto che non è il momento opportuno per iniziare a sbattere compulsivamente il cranio contro il muro invocando pietà presso la divinità in cui si crede (o, se non si crede in niente, maledicendo cose a caso) a causa di un cinguettio improvvido ma poi non si riesce mai a ignorare la cosa, anche partendo armati delle migliori intenzioni. Pure farci ironia non serve più a sciogliere la tensione, che resta sempre latente tra chi non vede l’ora di incassare milioni a gogo e togliersi di torno Icardi una volta per tutte e chi invece gli darebbe in sposa anche la propria primogenita pur di conservarselo a Milano fino al 2038. Quindi, giacché il centravanti nerazzurro è incredibilmente bravo a creare dei casus belli dal nulla, questa famosa tensione esplode regolarmente quelle due o tre volte all’anno. Evvai.
Il problema è che militando troppo attivamente per uno o per l’altro schieramento si rischia di perdere di vista l’obiettivo finale, che è sempre e solo l’Inter. Forse, alla fine, la cosa più saggia sarebbe decidere di ignorare i post sui social di capitan Maurito e concentrarsi sui problemi mostrati in campo. Almeno finché Icardi non twitterà qualcosa che avrà effettive ripercussioni sul suo rendimento o su quello di squadra.
QUANDO ICARDI CANTAVA CONTRO IL MILAN…