5 Febbraio 2020

ESCLUSIVA – Bonolis: “Ibra non mi fa paura, Eriksen cambierà l’Inter”. Poi la frecciata alla Juve: “Commisso? C’è una costante nelle polemiche…”

Il tifoso Vip nerazzurro ai microfoni di Passioneinter.com: "Sarà un bel derby, Il danese farà tanto"
intervista bonolis

Milan, Lazio, la doppia sfida di Europa League: questo febbraio non sarà una passeggiata di salute per l’Inter di Antonio Conte. I nerazzurri sono reduci dall’importante vittoria a Udine, arrivata grazie alle giocate di Romelu Lukaku ed ora hanno il derby di domenica nel mirino, fondamentale per non perdere il treno delle primissime in classifica.

La redazione di Passioneinter.com ha contattato in esclusiva il noto tifoso della Beneamata, Paolo Bonolis, per parlare della Stracittadina.

Come ci arriva l’Inter al derby?

“Beh, penso in pullman! (ride, n.d.r.). Arriverà bene dai, abbiamo rimediato quella squalifica a Bastoni, ma al contempo Conte ha la possibilità di scegliere. Poi arriva con l’ambizione di poter lottare per il titolo con Lazio e Juventus: ci sono tutte le dinamiche tecniche e a livello di ambizioni per giocare una grande partita. Poi son professionisti, le giocano tutte per vincere. E ci sono pure gli altri”.

Che partita ti aspetti domenica?

“Combattuta. Da una parte una squadra che sta recuperando terreno, era a -14 dalla zona Champions, ora a -7. Quindi in ascesa. Ha comprato un giocatore carismatico come Ibrahimovic. E’ una squadra che Pioli sta facendo giocare bene e non facile da affrontare. Peraltro è un derby con tutte le voglie di rivalsa che sono parte di una partita del genere. Sarà una bella partita”.

Sembra che Ibra sarà parte del match: ti fa paura la sua eventuale presenza?

“No, no, no. E’ un signor giocatore, ma non è che mi faccia paura. Sta lì, giocherà e farà quello che sa fare un campione come lui, ma ne abbiamo anche noi di campioni, anche in difesa, quindi…”.

Eriksen ha bisogno di tempo o potrà essere già decisivo dalle prossime partite, magari a partire dal derby, secondo te?

“Me lo auguro. Già di per sé è decisivo in quanto permette al tecnico di non forzare sistematicamente sugli stessi. Abbiamo preso Eriksen, ma praticamente non siamo mai riusciti a mettere la squadra titolare in campo. Prima s’è fatto male Sensi, poi Barella. Quando sono guariti loro si è fatto male Brozovic. Sembra quasi che il centrocampo debba per forza soffrire e lasciare Conte con poche scelte. Con Eriksen c’è un giocatore che può far rifiatare, che può cambiare i meccanismi, può aiutare in mezzo quando sarà titolare, può fare tanto”.

Chi sarà secondo te l’uomo derby?

“Chiunque, basta indossi la maglia nerazzurra”.

L’Inter in Europa League?

“Mi aspetto che provi a vincerla. Può farlo, ne ha la possibilità”.

Cosa ne pensi delle polemiche scaturite dopo Juventus-Fiorentina, con lo scontro verbale fra Commisso e Nedved in particolare?

“Son sempre le solite cose, le solite polemiche. Sempre sullo stesso argomento però. Come c’è costanza nella polemica, c’è costanza nelle ragioni che la fanno partire… Quindi non ci spenderei più di tante parole. Ogni campionato c’è qualcuno che protesta, una volta uno ed una volta l’altro: più che altro domandiamoci quale sia la costante di queste proteste…”.

Con l’arrivo del Var ci si aspettava qualcosa di diverso sotto questo punto di vista. Invece certi errori si ripetono pur dopo l’utilizzo della stessa tecnologia.

“Sì è una cosa che ancora non riesco a comprendere bene. Il Var è di profondo aiuto per le scelte arbitrali, soprattutto quando si applica la tecnologia pura, come nel fuorigioco. Poi però c’è la variabile umana, che rimane tale. Anche con visione migliore dell’accaduto, vai a capire che succede nell’animo umano dell’arbitro. Quello che non capisco è: perché bisogna pensare che una decisione nata dal Var debba finire per delegittimare l’arbitro che è in campo? In realtà quello che sta al Var è un arbitro come quello che sta in campo, con altri occhi ed un’altra prospettiva. Magari la domenica dopo quello che sta in campo andrà al Var e viceversa. C’è un doppio arbitraggio: uno avverte cosa succede in campo, l’altro che ravvisa con microscopica attenzione l’accaduto. Dunque mi chiedo: se il Var ha visto qualcosa, perché deve chiedere all’arbitro conferma? Non è che sia io a dirglielo, è un arbitro come lui, dunque… questa cosa non l’ho capita”.

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