18 Ottobre 2021

ESCLUSIVA – Castañeda (capitano Sheriff): “San Siro un sogno. Obiettivo? Qualificarci per gli ottavi”

La stella dello Sheriff Tiraspol in un'intervista esclusiva ai microfoni di Passione Inter

In esclusiva ai microfoni di Passione Inter nei giorni scorsi è stato intervistato il capitano dello Sheriff Tiraspol, Frank Castañeda. L’attaccante colombiano e stella della formazione rivelazione di questa Champions League, ha raccontato le emozioni dell’esordio in occasione della vittoria maturata contro lo Shakhtar Donetsk, svelando anche il segreto del loro successo. Dalla voglia di giocare in palcoscenici storici come San Siro o Santiago Bernabeu, al sogno di approdare in leghe ancor più prestigiose, ecco l’intervista completa di Castañeda su Passione Inter.

Cosa vuol dire per una squadra come lo Sheriff raggiungere i gironi di Champions League? Come ha reagito il paese?
“È stato un momento emozionate ed euforico per il tutto il Paese della Moldavia, per lo Sheriff, per Tiraspol che è la città della squadra. È stato molto importante quello che siamo riusciti a raggiungere con la qualificazione in Champions. Adesso abbiamo vinto la prima partita, stiamo facendo la storia piano piano e stiamo dimostrando che questo club ha grandi cose da mostrare”.

In un’intervista dici che uno dei tuoi sogni è affrontare il Real Madrid in Champions, come hai visto la partita dei blancos contro l’Inter?
“L’Inter ha avuto molte occasioni per segnare però credo che a questo livello di Champions League, chi fa meno errori poi vince. E il Real alla fine ha approfittato di un’opportunità per portarsi a casa la partita. Ma l’Inter ha fatto una grande partita, dimostrando il lavoro di mister Inzaghi e del buon calcio che stanno facendo ora. È stata una grande partita, e ora noi aspettiamo la partita contro il Real”.

Tra i tuoi sogni c’era anche quello di giocare al Bernabeu, cosa ti aspetti invece da San Siro?
“Giocare al Santiago Bernabéu è un sogno come quello di giocare a San Siro. Per me è lo stadio più bello d’Italia quindi penso sarà una grandissima esperienza, giocando contro l’Inter che è uno dei club più storici d’Italia. Sarà una grande esperienza giocare a San Siro”.

C’è qualche giocatore a cui ti ispiri?
“Da piccolo penso mi ispirò molto Ronaldinho per l’allegria, per la magia. Penso che abbia cambiato il modo di stare in campo perché si godeva ogni momento. Vedere questo penso abbia cambiato la mia maniera di pensare al calcio, di iniziare a divertirmi un po’ di più: di avere sempre un sorriso. Un altro esempio del mio Paese è Radamel Falcao: quello che ha significato ai suoi tempi e quello che sta facendo attualmente è comunque molto importante. Quindi penso sia stato un esempio per la serietà con cui ama questo sport, la sua dedizione: è un giocatore molto disciplinato. Tutte queste cose, da giocatore, le ho copiate per provare ad arrivare anche io al suo livello”.

Dell’Inter chi ammiri in particolare?
“Nell’Inter seguo Lautaro che è un giocatore che ha caratteristiche che si avvicinano anche alle mie. Ovviamente lui è un giocatore top, io sono ancora in crescita però lo seguo molto per i suoi movimenti. Alexis Sanchez anche che è un esempio per me per la posizione in cui gioco. Guardo molto i suoi gol: molte volte, lui non lo sa ma lo racconto, prima della partita mi guardo video dei suoi gol. Per i movimenti che ha, mi piace molto. Credo che andremo ad affrontare giocatori top che io ho seguito e ora ho l’opportunità di stare in campo con loro: sarà ancora più bello”.

Che pensi del momento che sta vivendo Alexis Sanchez nell’Inter?
“No penso che non sia nel suo migliore momento però è un giocatore che merita rispetto che in qualunque momento può segnare. Penso che quando può mostrare tutto ciò che ha, fa la differenza perché è un giocatore di livello mondiale”.

Qual è l’obiettivo dello Sheriff in questa Champions League?
“Il primo obiettivo è quello di qualificarci. Crediamo in noi stessi, sappiamo di avere le capacità di poterlo fare, sempre rispettando gli avversari. Dobbiamo fare il nostro lavoro: il nostro piano B è: ‘Se non possiamo qualificarci ai gironi, cerchiamo di qualificarci per l’Europa League e continuare a fare la storia per questo grande club’.

Tra i tuoi sogni c’è quello di giocare in Italia? Per la Colombia invece?
“Seguo la Nazionale colombiana molto vicino perché sogno di poter essere convocato. In questo momento abbiamo giocatori di grandissimo livello in tutto il mondo: in Serie A, in Inghilterra. C’è James che ora è andato in Qatar: ma penso che ognuno debba rispettare le decisioni di una persona. È un giocatore che è sempre ad alti livelli e che porta molto alla Nazionale. Io, ora che gioco in Champions, vedo la chiamata dalla Nazionale un po’ più vicina e spero che il ct Reinaldo mi tenga in considerazione. So che c’è un processo per arrivare lì e che bisogna godersi il momento. Io mi sto preparando se dovesse arrivare il mio turno”.

Duvan Zapata (@Getty Images)

Cosa pensi dei colombiani che giocano in Italia come Zapata, Muriel e Cuadrado?
“Sono grandi esempi: quello che è Cuadrado, quello che è Muriel, quello che è Zapata, quello che è David Ospina. Sono giocatori di grandissimo livello che hanno grande rispetto in Colombia come nel resto del mondo. Hanno fatto una grande carriera in Italia: tanti anni nei club italiani dove stanno dimostrando grandi cose. Per noi colombiani è un orgoglio avere questi giocatori nei campionati più importanti del mondo: per me sarebbe un sogno arrivare a giocare in uno di questi campionati, dato che ci sono sempre delle porte aperte per giocatori che cercano di crescere”.

A differenza di altri connazionali, hai giocato in campionati che non vengono considerati principali in Europa come in Slovacchia o Transistria. Come si vive lì il calcio?
“Sono processi che molti giocatori come me non hanno l’opportunità di fare: non possiamo fare subito il salto in Europa in un top club, bensì bisogna fare prima degli step dal basso come ho fatto io ma penso di aver fatto comunque un grande percorso. Dopo aver scalato un po’, ora sono allo Sheriff con cui, da capitano, ho raggiunto i gironi di Champions League: qualcosa di storico per il club ma anche per la mia carriera. Tutti qui hanno visto in me un leader e ho potuto aiutare dentro e fuori dal campo i miei compagni. Penso abbia un valore aggiunto per un giocatore come me che viene dal basso, anche se in campionati piccoli ma facendo comunque cose importantissime. Un valore molto più alto rispetto magari in club top d’Italia dove sei sicuro di qualificarti. Penso che abbiamo aperte le porte non soltanto a noi, ma anche per tutti i giocatori colombiani che sognano di giocare questa competizione: abbiamo dimostrato che non è impossibile. Iniziando anche dal basso, la si può sognare e raggiungere come sto facendo io in questo momento”.

“Grazie mille a voi perché è stato una delle migliori interviste che ho fatto. Mi sono divertito molto in questa intervista, vi mando un forte abbraccio e speriamo di fare grandi cose anche contro il Real e di fare una buona partita”.

L’INTERVISTA DI JULIO CESAR >>>