13 Settembre 2018

ESCLUSIVA – Mariani (Rupertalbe) e le maglie dell’Inter: “Una delle migliori stagioni post-Triplete. La terza? Bella, ma sarebbe stata un capolavoro se…”

Passioneinter ha intervistato il grafico che ha stupito l'intero web con le sue creazioni a tinte nerazzurre per commentare le divise ufficiali della stagione 2018/2019

Ogni anno tutti i tifosi del mondo e tutti gli appassionati rinnovano il proprio appuntamento fisso con l’uscita delle nuove maglie ufficiali delle squadre di calcio: una tradizione che assume sempre di più connotati diversi visto che le grandi marche nel tempo si sono sbizzarrite nel variare e creare divise sempre più fantasiose. Passioneinter.com ha contattato Alberto Mariani (Rupertalbe), noto per la sua pagina Facebook Rupertgraphic, per raccogliere pareri sulle tre maglie ufficiali dell’Inter per la stagione 2018/2019.

Partiamo dalla maglia Home 2018/2019.  Scelta giusta? Si poteva fare qualcosa in più per renderla ancora più affascinante?

“Inizio con una premessa. Devo essere sincero: questa è una delle stagioni migliori del periodo post-Triplete. Per quanto riguarda la prima maglia possiamo discutere alcune scelte come le maniche raglan nere (terzo anno, basta) e il Pirelli non in oro come il baffo, ma di fatto la maglia Home è tornata a sfiorare l’azzurro vero, con strisce regolari. La texture del biscione, che a seconda dei gusti può piacere o non piacere (meglio comunque di quella 2016/17), rende la maglia unica, solo dell’Inter, evitando l’effetto catalogo. Non è al livello della trama in rilievo dei fianchetti della maglia del 2002, ma è apprezzabile”.

Passi in avanti anche per la seconda maglia?

“La Away sta in scia della Home. Abbiamo giocato per anni con maglie talmente basiche e anonime che potevano essere la maglia di qualunque squadra. Non siamo ai livelli delle Away di Umbro anni 90, ma questa Away bianca con la tetxure di biscione tono su tono ha della personalità. A mio parere manca un po’ di nerazzurro e lo stemma  anni 70-80′ sarebbe stato fantastico vederlo sul petto, più che sul collo”.

LA NUOVA MAGLIA HOME 2018/2019: SKRINIAR, ICARDI E GAGLIARDINI I TESTIMONIAL

La scorsa settimana l’Inter ha presentato ufficialmente la terza maglia con un omaggio alla città di Milano visto che la divisa presenta una mappa del capoluogo lombardo disposta all’interno di una grafica marmorea. Cosa ne pensi a riguardo? Questa scelta resta comunque la migliore del post Triplete dopo i vari modelli presentati nelle passate stagioni (maglia Sprite, ecc)?

“La questione è delicata perché rispetto a tutte le terze viste dopo il 2005, questa è sicuramente la migliore. Ma la maglia Sprite o le declinazioni catalogo degli ultimi anni sono un parametro valido? Secondo me no, difficile fare peggio. Dico subito che non me la sento di definirla un capolavoro assoluto, anche se poteva esserlo, ma non si può neanche negare che rientri tra le ‘belle maglie’. Premessa: Nike sulla scia del concept usato per la Away della Roma 15/16 (mappa di Roma tono su tono), ha scelto di caratterizzate le terze maglie con il territorio, una cosa che nelle serie minori è abituale ma che ad alti livelli è andata persa da tempo. Ora questo viene spacciato per novità, ma non lo è affatto.  Quella maglia della Roma poteva essere solo una maglia bianca, ma con quella scelta è diventata unica, solo della Roma e dei romanisti: l’appartenenza e l’identificazione sono belle sensazioni per un tifoso e fanno fare ‘scontrini'”.

Cosa ti piace e cosa non ti piace di questa maglia?

“Questa maglia aveva un concept con grandissime potenzialità, quasi fin troppo carico di simboli come la Croce di San Giorgio, la mappa del centro di Milano e il marmo del Duomo. Si potevano forse spalmare tranquillamente in due stagioni e farci pure la maglia dei 110, invece sono stati concentrati tutti in un’unica divisa. Il Progetto di Lane Porter è valido e interessante: l’idea di far vedere la città (i luoghi della fondazione e della sede attuale) nella croce e nelle venature del marmo è molto intrigante anche se il risultato finale mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca per alcune scelte. Il marmo, se l’inspiration è il marmo del Duomo, quello deve essere, o ricordarlo a sensazione. Il marmo del Duomo è il marmo di Candoglia, da secoli la fabbrica del Duomo utilizza questa vena. I colori sono bianco, avorio, rosa chiaro e venature grigio-blu lineari: devo dire che le venature sulla maglia non mi danno quella la sensazione e nemmeno mi ricorda quello dei pavimenti interni. Mi piace il colore scelto per il baffo e lo stemma: mi sarebbe piaciuto fosse anche la tinta della croce, che invece si addentra in troppi grigi. Lo sponsor Pirelli, non conosco l’iter progettuale e non so da quali situazioni sia dipesa la scelta finale, in quella posizione e in bianco è un pugno nello stomaco ma probabilmente questo non dipende nemmeno da Nike.  Oltre alla vasta gamma di grigi, al colore dello stemma si aggiunge anche il bianco che stona davvero e che va a coprire il cuore della maglia, la mappa.  Avrebbe avuto più senso nella stessa posizione della crociata del 2008, ma si sa, questa è una questione di contratti, peccato. Sulla polemica del colore chiaro, troppo vicino alla Away, mi sento di buttare acqua sul fuoco: se consideriamo questa una “maglia crociata”, bisogna dire che in passato la maglia crociata si è sovrapposta anche a maglie Away bianche.  Probabilmente, più che una terza, può essere considerata di fatto una Away di Champions League”.

A proposito di Champions, quest’anno dopo sei lunghissimi anni la squadra nerazzurra torna finalmente nell’Europa che conta. Qual è la prima divisa che ti viene in mente se pensi alla coppa dalle grandi orecchie? 

“La maglia di Valencia-Inter 2004/05, remake della 98′, fatta da Nike. Bellissima. E che Adriano quella sera”.

Cosa ne pensi della collaborazione con la Nike? Secondo te sarebbe ora di voltare pagina?

“Nike è il top, il brand n.1 nello sport, nella comunicazione, nella performance e nella tecnologia. Che vuoi dirgli? Certo, la sua grandezza può anche diventare un limite perché le regole le dettano loro in tutto e questa cosa, da tifoso interista, un po’ la soffro nel tema delle maglie. Nike nel calcio è spuntata tardi rispetto ad altri brand ma se oggi domina è anche grazie a squadre come l’Inter che hanno fatto da veicolo negli anni 90′. Fino al 2011 posso dire che ci hanno trattato bene, poi deve essere cambiato qualcosa e non è andata benissimo per noi, anzi. Oggi credo che serva una sterzata importante, un brand con un po’ di ‘fame’ che abbia necessità di affermarsi nel calcio e quindi fare bene con una squadra storica. Tale profilo credo possa avvicinarsi a New Balance o Under Armor. Chiaro, c’è tutto un discorso di distribuzione che Nike garantisce ampiamente, altri non lo so. Umbro rappresenterebbe un sogno. C’è un contratto fino al 2024, ma credo che Suning possa anche scegliere di chiudere prima, una volta fuori dal FFP.  Ho la sensazione che Nike preferisca puntare tutto sull’americana AS Roma, quantomeno in Italia”.

Stai lavorando a qualche creazione in particolare?

“Al momento niente di particolare. C’è da dire che i concept dell’Inter sono uno svago e vengono un po’ da se. Di sicuro mi intriga l’dea che ci possa essere una maglia celebrativa dei 20 anni di Nike anche per l’Inter, visto che la faranno per il Barcellona. Ci spero più che altro: magari qualche ipotesi di quella o qualche concept inter ma con altri brand, chissà mai che…”.

LA REDAZIONE DI PASSIONEINTER RINGRAZIA ALBERTO PER LA CORTESIA E DISPONIBILITÀ CONCESSA

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