9 Luglio 2019

09/07/2006: Materazzi fa godere l’Italia! Da Bonimba a Perisic passando per Ronaldo: quanti interisti in gol nelle finali mondiali

Che si tratti di Croazia, Germania, Brasile o Italia, la finale mondiale è sempre a tinte nerazzurre

Tredici anni sono passati da quella magica serata di Berlino in cui la nazionale italiana, superando ai rigori l’ostacolo Francia, riuscì a scucire la Coppa del Mondo dalle grinfie di Zinedine Zidane, riportandola nel Belpaese a 24 anni di distanza dall’ultimo trionfo. Un cielo azzurro sopra Berlino, ma con qualche striscia di nero, perché fu proprio l’interista Marco Materazzi a realizzare, con la specialità della casa, il colpo di testa, il gol del pareggio italiano nei tempi regolamentari. Quello di Materazzi, inoltre, non è l’unico gol di un interista in una finale dei Mondiali, perché talvolta cambiano le nazionalità, ma ogni 4 anni la finale più attesa da tutti gli appassionati di calcio si trasforma sempre in un evento INTERnazionale.

CREDO NELLE ROVESCIATE DI BONIMBA

Anno 1970: alla vigilia dei mondiali in Messico un’improvvisa appendicite colpisce l’attaccante della nazionale Anastasi e il suo posto viene preso dall’interista Roberto Boninsegna. È uno di quegli scherzi del destino che cambiano per sempre la carriera di un calciatore, perché Bonimba, così viene chiamato dal giornalista Gianni Brera, gioca un mondiale indimenticabile, diventa protagonista assoluto nella storica semifinale dell’Azteca contro la Germania e, in finale, mette a segno anche il gol del momentaneo 1-1, pareggiando la rete di Pelè, prima che il Brasile dilagasse definitivamente. Piccola curiosità: qualche anno più tardi Boninsegna e Anastasi vivranno un’altra staffetta, questa volta di mercato, con Anastasi che lascia la casacca della Juventus per accasarsi in nerazzurro, mentre “Bobo” passerà in bianconero.

TACCHI A “SPILLO”

Alla vigilia di Spagna 82 il commissario tecnico Enzo Bearzot sorprende tutti non convocando Roberto Pruzzo, che ha segnato valanghe di gol con la maglia della Roma, ed Evaristo Beccalossi, che ha mostrato tutta la sua classe con l’Inter. Tra gli interisti ci sono però Marini, Bergomi, Oriali e Spillo Altobelli, che in finale sostituirà al minuto numero 7 l’infortunato Graziani e realizzerà anche l’ultimo gol della squadra azzurra, che alzerà la Coppa nel cielo del Bernabeu.

AL COSPETTO DI DIEGO

Passano 4 anni e ancora un altro interista riesce a timbrare il tabellino della finale: con l’Argentina in vantaggio di due reti Karl Heinz Rummenigge mette a segno il gol che riapre il match per la sua Germania. I tedeschi riusciranno anche a pareggiare, ma a cinque minuti dal termine un assist illuminante di Maradona pesca Burruchaga che, solo contro il portiere Schumacher, realizza il definitivo 3-2 che permetterà all’Albiceleste di conquistare il secondo, e sinora ultimo, mondiale della sua storia, consacrando per sempre la figura di Diego, autore di un mondiale spettacolare.

LA VENDETTA DI ANDY

Passano 4 anni e si consuma la vendetta perfetta: il mondiale delle notti magiche non finisce bene né per l’Italia, eliminata al San Paolo proprio dall’Argentina di Maradona, né per lo stesso numero 10, che stavolta sarà costretto a inchinarsi in finale proprio contro la Germania battuta 4 anni prima. Il calcio di rigore decisivo viene realizzato dall’interista Andy Brehme, e la coppa sarà alzata al cielo di Roma da altri due grandi protagonisti nerazzurri, il centravanti Jurgen Klinsmann e soprattutto il numero 10 Lothar Matthaus, che anche grazie alle ottime prestazioni messe in scena nell’arco dell’intero torneo si aggiudicherà il Pallone d’Oro 1990.

ORONALDO

Quello che arriva al mondiale del 2002 è un Brasile a pezzi, eliminato dall’Honduras in Coppa America soltanto un anno prima e che suda la qualificazione alla massima competizione internazionale fino all’ultimo minuto. In Corea e Giappone, però, i carioca possono finalmente contare sull’apporto di Luis Nazario da Lima, Ronaldo sulla maglietta, Fenomeno per i tifosi. L’apporto del numero 9, finalmente ritrovato dopo anni di infortunio, è di quelli che pesano tantissimo: con otto reti in sette partite trasforma il brutto anatroccolo carioca, irriconoscibile nei due anni senza di lui, in un meraviglioso cigno che vola a conquistare il leggendario titolo di pentacampeon. In finale, ancora una volta contro la Germania, il Fenomeno mette a segno tutte e due le reti del match, mettendo anche il punto esclamativo sul suo secondo pallone d’oro.

IL VOLO DI MARCO

Prende un ascensore invisibile Marco Materazzi nella finale di Berlino, surclassa il suo futuro compagno di squadra Patrick Vieira, impatta il pallone e gonfia la rete, mandando in visibilio un’intera nazione: con il colpo di testa vincente del nerazzurro l’Italia pareggia il momentaneo vantaggio francese realizzato dal solito Zinedine Zidane; lo stesso fuoriclasse del Real Madrid, nei supplementari, colpisce con una testata al petto proprio il difensore centrale azzurro, che resta a terra dolorante. Cartellino rosso netto e niente rigori per Zizou, mentre Matrix, così lo chiamano i tifosi, realizzerà anche il suo tiro dagli undici metri e l’Italia conquista la sua quarta Coppa del Mondo. Curiosità: il rigore decisivo per la vittoria viene realizzato da Fabio Grosso, già acquistato dall’Inter prima dell’inizio dei mondiali, che quindi diventa a tutti gli effetti un altro dei nerazzurri protagonisti con gol nella partita più importante.

IVAN, ULTIMO ACUTO

Nel 2018 Ivan Perisic continua la lunga tradizione nerazzurra ai mondiali: con la nazionale croata l’esterno offensivo dell’Inter gioca un torneo eccellente, segna gol decisivi, tra cui quello in semifinale, e confeziona anche il gol del pareggio momentaneo nella sfida più importante, contro la Francia di Mbappè. Insieme al compagno di squadra di club Marcelo Brozovic prova a far vivere un sogno alla sua gente, ma i transalpini sono troppo superiori e riescono a portarsi a casa la seconda Coppa della storia dopo quella conquistata venti anni prima, con Zidane sugli scudi.