7 Novembre 2014

Andreolli: “Ieri abbiamo dato segnale di maturità”

Andreolli: “Facchetti è esempio di professionalità ed educazione”

andreolli

Marco Andreolli, nonostante le poche presenze in questo inizio di stagione, ha sempre offerto prestazioni di livello, non facendo rimpiangere il titolare di turno che gli ha lasciato il posto. Intervistato da Inter Channel, il difensore ha commentato la partita disputata contro il Saint Etienne: “E’ stata una gara dai due volti: grande primo tempo mentre nel secondo il gol ha gasato il Saint Etienne. Dovevamo essere più lucidi, capire la situazione e bloccare la gara quei 10 minuti che servivano per sistemarci. Comunque in generale credo sia andata abbastanza bene: c’era bisogno di dare un segnale di maturità e siamo soddisfatti. Bisogna migliorare visto il secondo tempo, ma c’è da considerare anche la stanchezza: in questo periodo di emergenza in tanti stanno giocando molto, un calo  fisico ci può stare”. 

Andreolli indossa il numero 6, che in passato è stato sulle spalle di difensori che hanno scritto la storia dell’Inter: Armando Picchi e Lucio. Queste le sue parole a riguardo: “Sapevo che questo numero ha fatto la storia dell’Inter, è stato sulle spalle di difensori importanti che hanno vinto tanto ed è motivo d’orgoglio. Mi piacerebbe fare anche solo un decimo di quello che hanno fatto i difensori che hanno indossato questo numero, sono qui per imparare e lavorare per raggiungere quel livello. E’ un numero che ho sempre indossato questo numero sin da piccolo. Lo aveva anche Djorkaeff, che mi ha sempre entusiasmato per la sua classe, anche se non viene ricordato tantissimo perché ha vinto poco”.

Incalzato poi sui difensori che preferisce, Andreolli ha dichiarato: “Guardando l’Inter fin da piccolo non potevo non essere colpito dai vari Bergomi, Ferri. Tra gli stranieri invece ho sempre avuto un debole per Blanc, per la sua eleganza, l’attitudine di impostare l’azione. Tra i grandi difensori con cui mi sono allenato ricordo Samuel e Cordoba, ho imparato molto da loro. Come persona, visto che dal vivo non l’ho visto giocare ma l’ho potuto conoscere, non posso non citare Giacinto, che ha fatto la storia di questa società ed è un esempio di professionalità ed educazione, da citare sempre”.

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