21 Gennaio 2021

Beccalossi giura amore all’Inter: “Quando indossi questa maglia, poi la si ama sempre”

In un'intervista a Radio Nerazzurra l'ex numero interista ha raccontato i suoi aneddoti

Evaristo Beccalossi e l’Inter, una storia d’amore che dura ancora nel tempo. In un’intervista a Radio Nerazzurra l’ex numero dieci ha raccontato molte curiosità sul suo passato con la maglia interista.

Le origini – “Ero partito da Brescia e arrivavo in una grande città indossando una maglia molto importante perché sapevo che mi avrebbero dato il numero 10. È stato bello e gratificante perché avevo davanti il palcoscenico di San Siro, la maglia dell’Inter indossata da tantissimi campioni e quindi ero felice. Nello stesso tempo mi domandavo se avessi avuto le possibilità di trovare un piccolo spazio l’incoscienza di non rendermi subito conto di tutto quanto, mi ha aiutato molto. Fortunatamente, ho fatto un percorso che porterò con me per tutta la vita”.

L’offerta del Genoa – “Con tutto il rispetto per il Genoa che è una grande, io giocavo in serie B a Brescia così come i liguri. É chiaro che quando ho ricevuto la chiamata da Milano dall’ Inter, non c’è stato neanche il bisogno di scegliere. Tra l’altro, all’epoca era la società che comandava e decideva dove mandarti. Io potevo dire solo che se c’era la possibilità che mi vuole l’Inter, io vado lì. A 22 anni sono arrivato a Milano con l’intento di divertirmi e fare la
mia carriera. Ho 64 anni e sono ancora qua a Milano”.

Bersellini – “Ci sono tanti racconti con Eugenio. A 22 anni, la fortuna che ho avuto è aver trovato un gruppo di ragazzi che ha sempre apprezzato le mie qualità. Ammetto, veramente, di essere stato di difficile gestione. Io ero lì per divertirmi e Bersellini aveva questo grande amore nei miei confronti. É chiaro che non avevamo un rapporto eccezionale però con l’età ho capito che lo faceva per il mio bene. Arrivava a darmi dei ritiri punitivi di una
settimana per poi venirmi a dire che se volevo diventare un grande giocatore dovevo comportarmi esattamente come in quella settimana.  Alla fine mi invitava a fare i sacrifici a livello fisico in modo da eccellere maggiormente le mie qualità. Però io ero nato col pallone tra i piedi e se mi metteva a correre per me era un dramma tutte le volte”.

Amore – “C’è un forte legame anche perché ho la fortuna di avere ancora parecchi amici lì. L’Inter è diversa, è diversa da tante altre cose e la si ama sempre nel bene e nel male. Questo è quello che mi piace”.

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