23 Dicembre 2020

La forza di Bellugi dopo l’amputazione delle gambe: “Se non l’avessi fatto sarei morto. Ho già studiato alcune protesi”

L'ex difensore dell'Inter ha avuto una reazione incredibile
Bellugi Inter

E’ una forza di volontà rara quella di cui è dotato l’ex difensore dell’Inter Mauro Bellugi. La sua storia nelle ultime ore ha spezzato il cuore dei tanti tifosi interisti che lo avevano amato nella sua esperienza in maglia nerazzurra. La vicenda di un uomo ricoverato per Covid che, debilitato anche da una forma di anemia mediterranea, ha dovuto accettare l’amputazione delle gambe pur di salvare la pelle. Nonostante il trauma accusato solamente da pochi giorni, nell’intervista concessa questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, l’ex calciatore ha mostrato di aver già reagito con grande forza d’animo, come si può notare dai numerosi passaggi ironici utilizzati nelle sue parole.

Quando è stato ricoverato?
“Il 4 novembre, il giorno dopo sono stato operato d’urgenza: polmonite causata dal Covid, ma non solo. Avevo le gambe così nere che dopo averla toccata la pelle sembrava fumare. Una cosa impressionante, pure i medici si sono spaventati”.

Sa dove si è contagiato?
“Forse in ottobre a casa di amici, tornato dal mare. Sono sempre stato attento, portavo la mascherina da febbraio”.

Anche lei vittima dell’annus horribilis.
“Ho pensato: no, basta! Anastasi, Prati, Corso e poi Maradona e Paolo Rossi… Non può toccare a me, che finisca in fretta quest’anno schifoso”.

Cosa ricorda dell’operazione?
“Pochissimo, solo che si è svolta in due fasi: prima la gamba sinistra, poi la destra. Il chirurgo, Piero Rimoldi, un grande tifoso interista, uno che non si perde una partita a San Siro, è stato fantastico come tutto il personale di Niguarda, che mi ha dato grande fiducia. Ero rassegnato ma anche pronto: quando senti che il medico dice se non ti operi, sei morto, cosa vuoi fare?”.

Il chirurgo le ha disobbedito: ha tagliato la gamba destra, proprio quella del gol al Borussia Monchengladbach, 3 novembre 1971, ottavi di Coppa Campioni, la prima sfida dopo la famosa partita della lattina. Lo ricorda?
“Come no, un gran tiro da fuori area, il pallone che tocca la traversa, carambola sul portiere e finisce dentro”.

Oggi come sta?
“Insomma, cosi e così. Ho ancora forti dolori, ho provato a fare un po’ di fisioterapia, ma è troppo presto”.

Fumava?
“Ho smesso dieci anni fa, ma quando giocavo arrivavo anche a due pacchetti al giorno”.

Come fa ad avere voglia di scherzare?
“E perché, cosa dovrei dire? Si va avanti. In questi casi è importante tenere il morale alto, mi è andata bene, potevo non essere qui a raccontarvi la mia storia”.

Come vede il suo futuro?
“Mia moglie Loredana e mia figlia Giada mi sono stati vicini, mi hanno dato una grande forza. Non so come avrei fatto senza di loro. In queste settimane mi sono informato, ho studiato su Internet come sono le varie protesi”.

E quindi?
“Vorrei andare al centro specializzato di Budrio, in provincia di Bologna, che ha seguito anche Zanardi. Sono capaci di ottenere risultati incredibili con quelle protesi, sono così perfette, che non ti accorgi che una persona ha avuto due gambe amputate. Male che vada prenderò quelle di Pistorius…”.

In tv la stanno aspettando…
“Certo, i miei up e down, i giudizi sulle partite erano qualcosa di imperdibile per gli spettatori della 7 Gold. Scherzo, ovviamente. Ci siamo lasciati a fine ottobre”.

Bellugi diversamente abile: non vogliamo crederci.
“Neppure io, m’inventerò qualcosa, non voglio stare fermo. Magari potrei giocare a pallavolo…. Intanto mi guardo la partita della Juve”.

Visto il fallaccio di Cuadrado su Castrovilli?
“Mai fatto un intervento del genere, poteva spaccargli una gamba. Un rischio che io non corro più…”.

Per i negazionisti il virus non esiste. (Bellugi si commuove)
“Non scherziamo, ho visto un ragazzo parlare con i genitori e poi morire. Dico solo: state attenti”.

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