27 Novembre 2014

Bergomi: “Thohir è la persona giusta per riportare l’Inter in alto. Vi spiego perché non sono dirigente…”

Beppe Bergomi

Beppe Bergomi

In una bella intervista rilasciata giorni fa al quotidiano algerino Le Buteur, Beppe Bergomi spazia su numerosi argomenti a partire dalla sua ammirazione per la nazionale magrebina. Poi l’intervistatore passa subito al sodo, chiedendo allo Zio un commento sull’inizio di questa travagliata stagione dell’Inter, partendo dal mercato estivo: “La dirigenza del club ha fatto arrivare giocatori che bene corrispondevano al gioco di Walter Mazzarri, soprattutto a centrocampo dove ci sono buoni elementi come Yann M’Vila e Gary Medel. E’ stato anche trovato un buon equilibrio tra quantità e qualità, ingaggiando giocatori come Hernanes e Mateo Kovacic e un attaccante come Pablo Osvaldo dal quale ci si attende molto. In difesa sono arrivati Nemanja Vidic e soprattutto Dodò, un giocatore molto valido: penso che la Roma abbia fatto un errore a privarsene“. Poi si passa a parlare del nuovo presidente dell’Inter, il tycoon indonesiano Erick Thohir; si chiede a Bergomi se sia convinto che il progetto del nuovo numero 1 interista possa essere quello giusto per riportare i nerazzurri ad alti livelli: “Lo conosco bene, è una persona pragmatica che non cede alla pressione dei tifosi che chiedono sempre l’ingaggio di grandi giocatori. Thohir sa come costruire una grande squadra passo dopo passo. Dobbiamo farci convincere perché il suo progetto è molto importante per l’Inter“. In seguito, una curiosità sul motivo per cui ancora non sia mai stato nello staff dirigenziale della sua ex squadra: “Perché non sono nello staff? Per rispondere a questa domanda bisogna tornare un po’ indietro nel tempo. Nell’anno in cui ho lasciato l’attività, l’Inter veniva da una stagione difficile nella quale ha cambiato diversi allenatori. La dirigenza a quel punto diede carta bianca a Marcello Lippi per cambiare tante cose all’interno del club. Questo ha portato alla partenza di molti giocatori come Diego Simeone e Gianluca Pagliuca. E anche io ho preso un’altra strada, cominciando a lavorare come opinionista in televisione. Poi sono diventato anche allenatore di squadre giovanili all’Atalanta, al Monza e al Como. A quei tempi non ebbi modo di incontrare Massimo Moratti per discutere di un eventuale ingresso nella dirigenza“. Nel finale spazio a due ex interisti di nazionalità algerina come Ishak Belfodil, ora tornato al Parma, e Saphir Taider, in prestito al Sassuolo: “Taider aveva iniziato con un buon piglio all’Inter, la sua fisicità gli permetteva di avere spesso la meglio nei contrasti. Ma giocare all’Inter è diverso dal farlo al Bologna o al Sassuolo, altri giocatori importanti non sono riusciti a brillare; dovrà migliorare prima di mostrare le sue qualità in nerazzurro. Belfodil mi ha deluso: pensavo potesse esplodere all’Inter, mi sono sbagliato. Credo che il suo fosse un problema psicologico, nient’altro: quando non si gioca si entra in una situazione difficile e solo i giocatori più esperti sanno uscirne. Ma penso che al Parma possa tornare a buoni livelli“.

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