24 Novembre 2013

Bologna-Inter, la lavagna tattica: per vincere serve rapidità, Diamanti da ingabbiare

 

In una giornata in cui Napoli e Fiorentina rimangono al palo, l’importanza di questo match diventa fondamentale per l’aggancio al terzo posto e il rinnovo delle speranze di un piazzamento nella prossima Champions League. I numeri e le forze in campo possono bastare per indirizzare la partita verso i colori nerazzurri? Analizziamolo di seguito.

I PRECEDENTI – A dispetto di quanto si possa pensare, il saldo della Beneamata nei precedenti giocati al Dall’Ara tra Serie A e Coppa Italia è in negativo: 34 vittorie nerazzurre, 15 pareggi e ben 38 affermazioni felsinee. Tuttavia il dato è un chiaro retaggio del passato, poichè il Bologna non batte l’Inter dal Febbraio 2002 (2-1 il risultato finale), poi solo risultati utili alla causa nerazzurra. Un’indicazione confortante arriva dalla statistica: negli ultimi dieci precedenti il risultato di 1-3 è uscito ben quattro volte.

IL MODULO – Il Bologna che va a caccia dei tre punti per sganciarsi dalle zone calde della classifica non si presenta in campo con timori reverenziali, almeno stando allo scacchiere disegnato da Mister Pioli: un 3-4-2-1 con due giocatori offensivi ed imprevedibili come Konè e Diamanti a supporto di un’unica punta. Per reggere l’impatto ed equilibrare la squadra, il centrocampo sarà formato da una cerniera di interditori tra cui troverà certamente spazio l’ex di turno Renè Khrin, la difesa sarà quella titolare schierata come di consueto a tre. L’Inter con il 3-5-1-1 a tratti sarà speculare vista la presenza di un giocatore offensivo e di profondità come Ricky Alvarez tra i tre di centrocampo, un ruolo in cui ormai abbiamo imparato ad apprezzare il numero 11 nerazzurro.

L’OCCHIO DI RIGUARDO – Il pezzo pregiato del Bologna è certamente Alessandro Diamanti, sarà lui l’osservato speciale della serata e non è esclusa una possibile gabbia in cui i centrocampisti dell’Inter tenteranno di limitare il giocatore della nazionale italiana non appena entrerà in possesso di palla: la priorità assoluta è non concedere il mancino a Diamanti, che ha nel suo piede sinistro uno dei più letali dell’intera Serie A. Per lo stesso motivo sarà basilare non concedere calci di punizione su mattonelle ideali per il Capitano del Bologna, vero spauracchio di una squadra in cui la qualità media è decisamente più bassa di quella espressa da Diamanti; da non sottovalutare nemmeno l’intelligenza tattica di Koné, capace di svariare su tutti i fronti dell’attacco con grande dinamismo e di inventare conclusioni pericolosissime, soprattutto in acrobazia.

DOVE PUNTARE – Se da un lato i fari del non possesso sono puntati sulle due mezzepunte, dall’altra parte del campo il Biologna ha palesato evidenti lacune sui meccanismi difensivi: sono due i gol che mediamente i rossoblu concedono agli avversari, in particolar modo su combinazioni rapide palla a terra. Sorensen, Antonsson e Natali sono difensori rocciosi e specializzati nel gioco aereo, ma la loro stazza paga pegno alla rapidità avversaria apparecchiando una tavola imbandita per le caratteristiche offensive di Palacio ed Alvarez, che basano proprio sulla rapidità il loro potenziale offensivo. Sarà per cui fondamentale che tutta la squadra partecipi attivamente alla fase offensiva, cercando modi e tempi giusti per sfondare ed inquadrare il bersaglio grosso: una delle soluzioni prevedibilmente più attive sarà quella degli esterni, dove Jonathan e Nagatomo hanno tutte le carte in regola per vincere i loro duelli con Morleo e Garics, mentre Guarin potrà sfogare saltuariamente la sua vena del tiro da fuori, cercando di sorprendere un Curci non sempre irreprensibile in questa stagione. Tra tante possibilità, la certezza è una sola: se l’Inter farà l’Inter, questo match finirà in gloria.