15 Aprile 2020

Caldirola: “Mourinho? Faceva sentire tutti importanti. Ricordo quando a Udine mi prese da parte per…”

Il difensore del Benevento è cresciuto nel settore giovanile dell'Inter

Uno dei difensori cresciuti nella Primavera nerazzurra che i tifosi continuano a ricordare con piacere ad anni di distanza, nonostante non si sia mai imposto in prima squadra, è Luca Caldirola. Il difensore, dopo diverse esperienze vissute in Germania, è rientrato in Italia nel gennaio del 2019 accettando il progetto tecnico del Benevento, squadra con la quale ha letteralmente dominato il campionato di Serie B fino all’interruzione dovuta al coronavirus. Intervenuto nel corso della diretta su Casa Di Marzio, ecco alcuni suoi ricordi:

INTER – “Facevo i giovanissimi con l’Inter, ero il capitano, facevo parte anche della Nazionale u15 o 16. C’erano tanti osservatori a vederci ed in quel periodo avevo delle proposte di diverse squadre inglesi, le 4 più importanti, ed insieme a loro anche il Tottenham, la mia preferita. I miei mi dissero subito di no, poi parlammo anche con l’Inter e mi fecero anche il primo contratto da professionista. Ero contento di rimanere all’Inter, era la mia seconda casa. Rimpianti? No, ogni tanto ne parlo con mio padre. L’unico rimpianto è quello di essere uscito dalla Primavera nel momento sbagliato. Era l’Inter di Mourinho, di difensori invincibili come Samuel, Lucio, Materazzi, Chivu. Ritagliarsi spazio era difficile, ma rimpianti non ne ho”.

MOURINHO – “C’era questa trasferta di Udine dove mancavano tutti i difensori. Ero stato convocato, ma ero nel mio mondo. Ero curioso, ma non mi aspettavo di giocare. La mattina mi ricordo che Mourinho prima della riunione mi prese da parte e mi spiegò che voleva farmi giocare, ma non se la sentiva. Mi motivò la sua scelta, Mourinho che spiega a un ragazzino perché non gioca… Era questo suo far sentire tutti importanti, anche il ragazzino della Primavera. Tanti allenatori non ti calcolano neanche, lui dava importanza a tutti. L’ho incontrato in un’amichevole estiva a Brema, lui era con il Chelsea. Prima della partita ero negli spogliatoi mi chiamò il magazziniere e c’era Mourinho che mi voleva salutare. Sono sceso dagli spogliatoi e mi stava aspettando, mi ha abbracciato e abbiamo parlato. Anche quello è un gesto che non ti aspetti. E’ un motivatore, quando alleni dei campioni devi essere bravo a gestire il gruppo. Anche se non facevo parte della rosa, mi veniva una voglia di giocare incredibile. Chiunque quell’anno faceva la differenza”.

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