9 Gennaio 2012

EDITORIALE – Il grande ballo

Tre settimane in freezer. Non è il titolo di una nuova commedia americana ma il periodo in cui la Serie A ha chiuso i battenti per le festività natalizie, una sosta che pareva stroncasse il momento migliore della squadra ma che invece ripresenta l’Inter come l’avevamo lasciata: caparbia, disciplinata tatticamente e a tratti anche piacevole nel gioco.

Si parla molto di calciomercato in questi giorni dimenticando forse che i migliori acquisti l’Inter li ha già in casa con i recuperi di Maicon, Sneijder e Forlan oltre che lo sbocciare di Alvarez e Milito, condottieri inaspettati di un’Inter che vince e convince. Il derby di mercato per Tevez riempie le pagine dei giornali e i commenti delle tifoserie ma la domanda che tutti noi dovremmo farci è se sia l’attaccante argentino il giocatore su cui puntare per aprire il nuovo ciclo. Molti concorderanno con il sottoscritto quando si ritiene che sia il centrocampo il reparto che necessita di una nuova stella ma in tanti si dimenticano la carenza di grandi nomi plausibili in quel ruolo. Puntare su uno dei giocatori monitorati da Ausilio in Brasile è una scelta rischiosa ma necessaria, in un mercato con pochi nomi ma costi esorbitanti è giusto azzardare su un giovane in rampa di lancio dal momento che di giocatori che rappresentino reali ipotesi di mercato non se ne vede l’ombra allo stato attuale. Sarebbe poi da aprire un capitolo a parte di quando leggiamo che bisogna investire sui giovani ma poi al tempo stesso vengono criticate le scelte della società in tale direzione. Non è nostra intenzione approfondire tale aspetto ma ci permane un dubbio: insicurezza o eterna insoddisfazione? Ognuno tragga le proprie risposte.

Quella contro il Parma verrà ricordata anche come la partita di Davide Faraoni, un giocatore presentatosi da semisconosciuto al grande pubblico ma che rappresenta l’Inter di questo periodo: umile e al tempo stesso spavalda come testimonia il gran gol che ha fatto gioire sabato sera San Siro per la quinta volta. Lungi dal santificare precocemente Faraoni, come purtroppo insegna il caso Santon, forse finalmente la società sta iniziando a raccogliere i frutti dei consistenti investimenti fatti nel settore giovanile negli ultimi anni, è sempre bello infatti acquistare un campione ma è ancora più bello produrselo in casa. Che sia Faraoni il primo nome di una lunga serie che vedrà man mano aggiungersi i vari Crisetig e compagnia? Lo speriamo vivamente, al tempo l’ardua sentenza.

Domenica prossima non andrà in scena allo stadio una partita come tutte le altre ma sarà finalmente derby. Una partita che vale molto più dei tre punti in palio e non solo perché l’ultima stracittadina vinta risale alla fastosa epoca Mourinhiana ma perché sicuramente emetterà un importante verdetto. Dopo aver preparato una gustosissima torta l’Inter ha ora la possibilità di aggiungerci la migliore delle ciliegine ma al tempo stesso corre il rischio di veder rovinati in novanta minuti il lavoro degli ultimi mesi. Sprofondare a meno undici vorrebbe dire rinunciare definitivamente al sogno scudetto in virtù anche del fatto che in questa stagione le big che ci sono davanti stanno perdendo pochissimi punti contro le piccole. Portarsi a cinque punti significherebbe invece presentarsi tutti vestiti a lucido al grande ballo, quello dal quale eravamo stati troppo presto esclusi e a cui una squadra con la storia e il blasone dell’Inter ha l’obbligo di parteciparvi sempre.

Domenica sera si apriranno nuovamente le danze e come in tutti i grandi balli la ragazza più affascinante verrà contesa da una cerchia man mano sempre più ristretta di contendenti i quali utilizzeranno ognuno i propri stili e le proprie tecniche per sedurre la regina della sala. I brasiliani del Milan contro gli argentini dell’Inter, una storia che va avanti da anni e che è destinata a durare all’infinito. Una contesa tra due storie e mentalità differenti e che come sempre vedrà alla fine prevalere solamente uno.

Noi dal 1908 non abbiamo dubbi su chi sostenere. Perché noi alla samba, da sempre, preferiamo un elegante tango.