29 Agosto 2019

FOCUS – Da stella del Barcellona a flop al Manchester United: Alexis Sanchez, l’Inter di Conte per tornare a splendere

Viaggio nel mondo del nuovo attaccante nerazzuro

Che la popolazione del Cile sia portata più di altre allo sviluppo della resilienza è fuori di dubbio. Come tutti i Paesi del Sud America nel corso della sua storia ha dovuto superare diversi snodi critici. Dalla dipendenza dalla Spagna – terminata nel 1814 – alla dittatura di Augusto Pinochet – finita invece nel 1988. Ed è proprio nel 1988 che inizia la nostra storia, la storia di Alexis Sanchez. Nato a Tocopilla – che nel dialetto andino significa “Angolo del diavolo“, ed il nome è già tutto un programma – il 19 dicembre è figlio di una famiglia povera. Il padre Guillermo li abbandona dopo che Alexis è nato da qualche mese, mamma Matrina lo cresce finché è zio José non decide di adottarlo per cercare di donargli una vita migliore di quando sua madre potesse sognare.

Le cose però precipitano dopo pochi anni: non ci sono soldi abbastanza per mantenere tutti. E così Alexis cerca nei modi più vari di portare a casa quei pochi soldi che servono per andare avanti: si esibisce in acrobazie mozzafiato, lava macchine, combatte contro altri ragazzi con l’arte del kickboxing. Fino ad arrivare al calcio.

Il calcio come unica via d’uscita dalla povertà: dal Cobreloa all’Udinese

La svolta della sua infanzia arriva quando in una partita organizzata a Tocopilla riesce a segnare ben 8 gol. Ad assistere all’evento c’è anche il signor Luis Astorga, un benestante cileno che, data l’estrema povertà di Alexis, decide di aiutarlo: era lui a fornirgli ogni cosa di cui Sanchez aveva bisogno. Oltre al soprannome Niño Maravilla il giovane cileno si guadagna la chiamata del club Corbeloa, che lo lancia nel calcio che conta. Da qui passa in prestito al Colo Colo ed al River Plate, entusiasmando la critica e arrivando a registrare l’interesse dell’Udinese.

Il club friulano decide di tesserarlo ed è qui che la sua vita cambia per sempre. Il tecnico più importante è Francesco Guidolin, che lo forgia tatticamente e lo rende una macchina da corsa imprendibile. In Serie A milita 3 anni ed assieme ad Antonio Di Natale forma una delle coppie d’attacco più micidiali dell’intera penisola. A suon di doppi passi e di gol, nell’estate 2011, è pronto a spiccare il volo: è il Barcellona ad avere la meglio su diversi club. Tra di essi c’era anche l’Inter, che però non ha la forza economica per poter competere con i catalani.

Sanchez ed il grande salto: Barcellona, il Camp Nou ed i primi successi

In maglia blaugrana esordisce subito con la vittoria della Supercoppa Spagnola dell’estate 2011 vinta contro il Real Madrid. La prima stagione si chiude con altri trofei: la Coppa di Spagna, il Mondiale per club e la Supercoppa Europea, vinte in estate. La stagione successiva riesce a migliorare il proprio score, risultando un elemento indispensabile per la vittoria finale della Liga 2012-13. La sua migliore annata al Barcellona rimane però quella del 2013-14, quando mette in mostra una maturità calcistica non indifferente entrando stabilmente negli 11 titolari. A fine anno, seppur non alzerà nessun trofeo, il tabellino dirà 54 presenze e 21 reti. Numeri importantissimi che lo rendono uno dei pezzi più ambiti del mercato di quella estate.

L’avventura inglese in due facce: l’esplosione all’Arsenal, le difficoltà al Manchester United. Nel mezzo i successi con il Cile

E’ l’Arsenal a convincerlo a vestire la propria maglia. Al Barcellona vanno 48 milioni di euro. Con i Gunners comincia benissimo: è in campo nella vittoria della Community Shield del 2014. Trova ben presto la via del gol in ogni competizione: si sblocca subito in Champions League, in Premier ed anche nelle coppe nazionali. Un trend positivo che si protrae per tutto l’anno e si chiude con il gol in finale di F.A. Cup, vinta poi contro l’Aston Villa. Nell’estate del 2015 è chiamato dalla Nazionale del Cile per la Copa America, trofeo che il Cile riesce poi ad alzare aggiudicandosi la finale contro l’Argentina.

L’anno dopo è il leader tecnico della squadra e con 13 reti in campionato la trascina al secondo posto alle spalle del Leicester City, autentica rivelazione di quella stagione. Con il Cile intanto mette a segno prestazioni maiuscole, alzando non solo ancora una volta il trofeo della Copa America al cielo, ma risultando anche il miglior calciatore del torneo. Il suo rendimento cresce incredibilmente nell’annata 2016-17, risultando con 24 reti totali in campionato il terzo miglior marcatore della Premier inglese. Nonostante le tante voci di mercato decide di rimanere a Londra ancora una stagione, totalizzando 22 presenze ed 8 gol prima del passaggio al Manchester United nel gennaio del 2018.

Ad Old Trafford però el Niño Maravilla fa grande fatica. Nei primi 6 mesi di Red Devils segna solamente tre gol in 18 presenze, arrivando a fine stagione con la volontà di rimettersi subito in carreggiata in quella successiva. Tuttavia il rapporto con José Mourinho non è affatto positivo ed il tecnico portoghese decide di non schierarlo per via di una forma – fisica, atletica e mentale – non perfetta. Oltre alla fiducia del tecnico che viene a mancare, subisce anche un infortunio che lo terrà fuori dal campo per 8 partite. Poi un problema alla coscia gli impedirà di allenarsi per 14 giorni. Il cambio di tecnico dello United, che sceglie Solskjaer per la panchina, non sembra giovare particolarmente al cileno: le prestazioni non migliorano ed un altro infortunio, questa volta al ginocchio, fa finire anticipatamente la sua stagione.

L’Inter e quella voglia di tornare grande

L’esperienza inglese, per una lunga serie di motivi, volge al termine. Alexis Sanchez ha voglia di tornare grande, e sa perfettamente come si fa, nonostante mille difficoltà. Ha scelto la Serie A non solo perché è un campionato che conosce a memoria, e non solo perché la tifoseria dell’Inter è storicamente molto vicina alle tradizioni sud americane, ma soprattutto perché sulla panchina nerazzurra siede Antonio Conte. Il tecnico salentino lo voleva già ai tempi della Juventus, ma non venne accontentato dalla dirigenza. Ora il cileno ha nelle proprie mani il suo destino. In attacco ritroverà Romelu Lukaku, grande amico conosciuto ai tempi del Manchester United. In testa l’ambizione più grande di tutte: tornare grande in nerazzurro e, di riflesso, portare l’Inter di nuovo nell’élite del calcio europeo.

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