15 Gennaio 2014

FOCUS – Caro Thohir ti scrivo…

Una lettera al presidente neroazzurro, una missiva immaginaria ma che affronta problemi concreti, scritta in italiano perchè l’indonesiano, da queste parti, non si mastica poi così tanto…

Caro Presidente, innanzitutto benvenuto nella immensa e bellissima famiglia neroazzurra, la notizia del suo arrivo è stata accompagnata da una duplice emozione vissuta da noi anime nerazzurre: da un lato l’entusiasmo per la novità, un investitore straniero venuto nel campionato italiano per risollevare l’Inter, un rilancio economico e di immagine per una squadra ormai da troppo tempo ferma a guardarsi allo specchio, dall’altro, come capirà, la tristezza per il saluto ad un pilastro come Massimo Moratti, la storia di questa gloriosa società, il canela attraverso cui le nostre bacheche hanno potuto arricchirsi dei titoli più prestigiosi.

Le sue prime parole, il suo tour tra le televisioni, il suo sorriso e l’ottimismo generale sono state un bel biglietto da visita, le idee sin da subito chiare e la programmazione ad ampio raggio ci hanno convinto, forse è stato un pò azzardato prevedere l’Inter in finale di Champions nel 2016 a Milano e un pò in contrasto in genere con il suo mantenersi cauti e volare basso, probabilmente con quella frase ha fatto compiere voli pindarici a noi tifosi, perchè l’immaginazione ci mette un attimo ad andare per la sua strada.

Perchè, diciamocelo francamente e senza giri di parole, per come siamo messi ora, caro Presidente, neanche il re degli ottimisti potrebbe pensare ad una squadra protagonista di quella finale nel proprio stadio, magari contro il Barcellona e dopo aver battuto i vari Real, Bayern, Manchester ecc.. La squadra attualmente sembra allo sbando un pò come la dirigenza in questo mercato: le sue parole sono chiare, vendere prima di comprare e non le nego che questa frase fa male ai tifosi, forse troppo ancorati al presente e poco inclini al futuro, magari ci siamo immaginati un pò tutti un suo acquisto di “presentazione”, per farci sognare, ma tornando coi piedi per terra capisco tutto.

Capisco che ha già dovuto sobbarcarsi un bel debito riparando i conti disastrati della precedente gestione, capisco che bisogna guardare e far quadrare i conti, il bilancio pende come una spada di Damocle sulle società di oggi e un uomo attento alla gestione deve tenerne conto. La politica del suo gruppo è chiara: business, programmazione, sviluppo del brand e investimenti ragionati, poi però c’è da tener conto del campo e dell’amara classifica. Si deve rinforzare la rosa e se comunque si deve vendere prima di acquistare allora meglio circondarsi di persone che sappiano operare in tal senso, a buon intenditore poche parole, si dice da noi.

Dobbiamo avere tutti pazienza e non abbiamo motivo per non credere alle sue parole, sempre ben ragionate e chiare, capisca anche che il passare da un presidente tifoso e “spendaccione” ad una figura come lei più “ragionata” e distaccata non è cosa facile, i cavalli di razza si vedono alla fine, si dice sempre qui e noi crediamo in questo splendido cavallo nerazzurro e nelle sue doti da manager. Purtroppo il presente porta a facili scoraggiamenti.

Da un lato le direi: “Chi glielo ha fatto fare a imbarcarsi in questa pazza avventura“, dall’altro invece mi viene più naturale dirle che ha fatto un gran bell’investimento, se non per le sue tasche magari, sicuramente per quanto di emotivo riceverà da questa speriamo lunga esperienza insieme.

Con affetto.

Claudio Colombrita