2 Ottobre 2012

FOCUS – Juan Jesus: la “nuova” Inter che funziona

di Michele Femminella

 

E pensare che il suo nome era rimasto fino all’ultimo giorno di mercato sulla lista dei cedibili: e invece Juan Guilherme Nunes Jesus da Belo Horizonte, classe 1991 in sole sette presenze con la maglia nerazzurra si è già meritatamente guadagnato un posto da titolare nella difesa dell’Inter e nell’ultima gara disputata contro la Fiorentina è stato addirittura giudicato in maniera quasi unanime come il migliore in campo.

Il ragazzotto brasiliano, insomma, sta lentamente conquistando tutti, a iniziare da mister Stramaccioni che ormai con ogni evidenza lo considera assieme a Ranocchia uno dei pilastri inamovibili della retroguardia nerazzurra, fino alla stragrande maggioranza dei tifosi, questi ultimi inizialmente molto scettici data l’età del ragazzo peraltro schierato in un ruolo molto delicato e in cui l’esperienza è fondamentale come quello del centrale di difesa. Eppure Juan Jesus senza troppi proclami, lontano dalle luci abbaglianti dei riflettori è riuscito gradualmente e costantemente a ritagliarsi spazi sempre più importanti nelle gerarchie della rosa nerazzurra, grazie a un grande spirito di abnegazione e a grande concentrazione e professionalità, doti non scontate per un ragazzo poco più che ventenne che ne mettono in risalto anche l’intelligenza e la maturità di chi sa di avere per le mani l’occasione della vita e non intende assolutamente sprecarla in malo modo.

Certo, il numero 40 ha ancora tanto da imparare, a iniziare dai movimenti a dal posizionamento in fase difensiva non sempre perfetti, ma dimostra di possedere già doti fisiche e atletiche importanti e un tempismo negli interventi invidiabile, e ovviamente l’età è dalla sua parte, tanto da far pensare che nel giro di qualche mese possa già essere diventato un centrale difensivo pressoché completo e perché no, fra qualche anno uno dei migliori in circolazione nel suo ruolo: d?altronde la base di partenza è di tutto rispetto e i margini di crescita sembrano decisamente ampi. Assieme a Ranocchia, altro giovane della difesa, è riuscito poi in quella che sembrava un?impresa a dir poco impossibile, ovvero reggere con successo e personalità parte del peso della difesa a tre, modulo che per antonomasia sposta in maniera molto più accentuata responsabilità tanto in fase di copertura che di impostazione sui difensori. Chapeau dunque sin qui per il giovane nazionale verdeoro.

Ma Juan Jesus è anche l’emblema positivo della ?nuova? Inter che sta nascendo all’insegna del rinnovamento e della progettualità in chiave futura: un?Inter che sta riuscendo lentamente a fare a meno dei veterani e a scrollarsi di dosso il ricordo (meraviglioso ma pesante al contempo)  del proprio trionfale recente passato. Un?Inter che cambia a livello societario e nella rosa, un?Inter alla ricerca di nuove frontiere economiche e commerciali e di giovani talenti pescati in giro per il globo.

Un?Inter che come il suo Juan Jesus è partita sotto l’ombra di un generale scetticismo, ma che, soprattutto per chi riesce a scorgere oltre il proprio naso, possiede le carte in regola per crescere, seppur mettendo in conto qualche inevitabile scivolone, e un po’ alla volta riprendersi il ruolo che le spetta. Per farlo però occorre anche rischiare qualcosa, scommettere su progetti e uomini il cui valore non è inquadrabile se non a posteriori.

Intanto però Juan Jesus il proprio di valore pare riuscire a dimostrarlo con grande evidenza partita dopo partita e, su questo sì che c’è da scommettere, certamente avrà visto il proprio nome cancellato in fretta e furia da Branca dal taccuino dei giocatori sul piede di partenza.