25 Agosto 2014

FOCUS – Medel bianconero? No, o bianco o nero! Tutto o niente, grinta e quantità: ecco chi è il nuovo pitbull nerazzurro

Gary Medel è stato presentato oggi alla stampa: conosciamo meglio il nuovo numero 18 nerazzurro.

Non preoccupatevi, rientrerò in campo anche se dovessi essermi rotto una gamba“. Sembra essere questo l’avvertimento che Gary (chiamato così in onore dell’attore Gary Cooper) Alexis Medel Soto stia lanciando ai suoi compagni, ma soprattutto ai suoi avversari, in una delle immagini del Mondiale che lo ha visto protagonista con la maglia della Roja. Il cileno è stato presentato alla stampa questo pomeriggio alle 15.
CHI E’ GARY MEDEL – Mediano aggressivo, destro naturale, dotato di poca prestanza fisica (171 cm per 68 kg) ma di tanta quantità. Stakanovista e tuttocampista in grado di ricoprire anche il ruolo di difensore centrale sia in una difesa a tre sia a quattro (e in questo ricorda sicuramente Esteban Cambiasso), si è guadagnato il soprannome di “Pitbull” per il suo atteggiamento da lottatore in campo, che non bada all’estetica, che non fa complimenti quando si tratta di mordere le caviglie degli avversari e che gli è costato finora tanti cartellini in carriera, gialli e rossi. In parole povere spirito combattivo, grinta e cattiveria agonistica al servizio dell’Inter, qualità che nella Milano nerazzurra sono mancate per un po’; era da tanto, infatti, che la Beneamata non disponeva di un centrocampista così, più concreto e meno tecnico, che badi di più alla sostanza e meno all’eleganza. Per fare un paragone col passato potremmo scomodare due nomi che hanno fatto la storia del club nerazzurro, citando Cambiasso e Stankovic: col Cuchu il cileno ha in comune il senso della posizione, l’indole di rubapalloni, l’attitudine difensiva e, come detto sopra, la capacità di ricoprire i suoi stessi ruoli; con Deki, invece, condivide la stessa, se non superiore, garra, la giusta sfacciataggine e sfrontatezza per incutere timore agli avversari e, pertanto, il numero 17 della Roja potrebbe rivelarsi il giusto mix tra i due ex giocatori nerazzurri.
CARRIERA – Nativo di Pudahuel, una città nei pressi di Santiago del Cile di quasi 200.000 abitanti, il neo centrocampista nerazzurro, 27 anni da poco compiuti, cresce calcisticamente proprio nel club della capitale cilena, l’Universidad Catòlica, nella quale esordisce in prima squadra a 19 anni. Un anno dopo arriva l’esordio con la maglia della Nazionale Maggiore, ma fino al 2008 continua la trafila tra le giovanili della Roja, con le quali disputa un Mondiale Under-20 e un campionato sudamericano nel 2007. Nel 2009, dopo 75 presenze e 10 gol con la maglia dell’UC tra campionato, Copa Libertadores e Copa Sudamericana, si trasferisce in prestito al Boca Juniors, dove resterà fino al gennaio del 2011 totalizzando 48 presenze e 7 gol, e conquista la convocazione per i Mondiali in Sudafrica del 2010. Prima di fare il grande salto in Europa, rientra in Cile dal prestito e a febbraio viene acquistato dal Siviglia per 3 mln di euro. Nel 2011 disputa anche la Copa America con la maglia della Nazionale. Tra Liga, Coppa del Re ed Europa League colleziona 94 gettoni mettendo a segno 9 reti. Nella scorsa finestra estiva di calciomercato diventa il simbolo del trasferimento più costoso nella storia del Cardiff, che paga il suo cartellino ben 13 mln di euro, facendo firmare al giocatore un contratto quadriennale. Ma è Brasile 2014 a consacrare il Pitbull e a farlo conoscere a tutti gli estimatori del calcio: dopo aver giocato un ruolo da protagonista nell’eliminazione della Spagna nel girone, Medel si procura uno stiramento alla coscia ma gioca comunque (ed egregiamente) gli ottavi di finale contro il Brasile fino al secondo tempo supplementare, quando dovrà arrendersi all’infortunio e vedere il suo Cile, con il quale ha già collezionato 65 presenze e 5 gol, cedere soltanto ai calci di rigore. Dopo tanti giorni di allenamento con la squadra, il calciatore è stato  presentato ufficialmente alla stampa solo oggi: l’Inter lo pagherà 8 mln in 3 anni, con la prima rata di 3 mln che verrà pagata subito.
BAD BOY – Tanta combattività in campo ma anche qualche bravata fuori dal rettangolo di gioco: dopo essere stato allontanato dal ritiro della Nazionale dal ct Borghi per una nottata in discoteca con l’ex Napoli Edu Vargas, il 17 giugno 2012 il ‘buon’ Gary viene arrestato per aver minacciato un tassista durante una lite. Ma non è tutto: la notizia che ha fatto scalpore al suo arrivo in Italia, addirittura prima del suo arrivo a Linate, è quella riguardante la presunta fede juventina del centrocampista, reo di essersi presentato all’aereoporto con un cappellino dell’eterna rivale dell’Inter. Fortunatamente l’episodio è stato subito chiarito: si tratta di un’immagine relativa al 2012, quando il ragazzo, che aveva effettivamente un berretto rosa della Juve, fu intercettato da una giornalista in un aereoporto e le rifilò una manata in volto per la troppa insistenza delle domande. Quindi, più che bianconero, Gary Medel potrebbe essere definito bianco o nero, senza mezzi termini o vie di mezzo, tutto o niente. E l’Inter vuole il tutto.
EREDE DI CAMBIASSO? – Ma al di là della fede, quello che tutti i tifosi nerazzurri si aspettano dal Pitbull è la tenacia, la capacità di correre su ogni pallone fino all’ultimo secondo, il senso di responsabilità della maglia che si indossa. Perchè la Milano nerazzurra vuole tornare grande e affinchè questo sia possibile la prima cosa che necessita deve essere la voglia. E per un popolo che ha appena perso un condottiero, un leader, un allenatore in campo come Cambiasso, un giocatore del calibro di Medel serve come l’aria.
Ma di parole ormai ne abbiamo spese troppe, largo ai fatti: benvenuto Gary!
di Giuseppe Santangelo Follow @PeppeSantangelo