17 Gennaio 2020

Inter-Eriksen, la rabbia di Mourinho e quel tira e molla tra Marotta e gli Spurs: spunta la data per la chiusura

L'agente cercherà di convincere il Tottenham ad abbassare le proprie pretese

In principio vi fu la cena: quella dell’altra sera tra Giuseppe Marotta (amministratore delegato dell’Inter) e Martin Schoots (procuratore di Christian Eriksen), per parlare – appunto – del calciatore danese in scadenza di contratto col Tottenham e che l’Inter vorrebbe avere immediatamente con sé, già da gennaio. In principio vi fu quella cena e poi, intorno alla cena, si è scatenata tutta una reazione a catena, fatta di – perdonate il gioco di parole – reazioni mediatiche e sviluppi fuori dai riflettori, nei corridoi dove le trattative si fanno davvero.

C’è stata, certo, qualche reazione pubblica alla notizia che Marotta e Schoots si siano incontrati a cena per il giocatore. José Mourinho, tecnico del Tottenham, per esempio, ne ha parlato in conferenza stampa con la consueta prosa almanaccante: “Se gli interisti sono ottimisti significa che sono pronti a farci un’offerta, finora non pervenuta – ha detto – Quando vedo gente con responsabilità che ne parla, sono un po’ sorpreso”. Parole, le sue, che secondo corriere.it sottenderebbero la reale arrabbiatura dello Special One di fronte alle immagini dell’ad nerazzurro al ristorando con Schoots: è chiaro come Mourinho preferirebbe tenere Eriksen con sé sino alla fine della stagione, ma è altrettanto chiaro che Eriksen – essendo in scadenza di contratto – possa accordarsi con chiunque voglia quando voglia, e questo è acclarato da almeno 25 anni con la sentenza Bosman.

Punto e a capo. Perché Mourinho, per Eriksen, sostiene di non aver ricevuto offerte. E perché, sempre Mourinho, Eriksen, ha annunciato di volerlo far giocare anche domani contro il Watford. Ma intanto – secondo Sky – la trattativa esiste eccome, e non è vero che l’Inter non abbia presentato offerte nei confronti degli Spurs per il calciatore. Il procuratore di Eriksen – il più volte citato Martin Schoots – è infatti tornato a Londra per presentare al Tottenham l’offerta interista di 15 milioni di euro (poi modificata in 13 più 2), e questo proprio mentre altri intermediari sono al lavoro nella sede nerazzurra per gestire le operazioni con gli inglesi, che restano fissi sulla richiesta di 20 milioni. La chiave di volta – si apprende da chi, la questione, la sta seguendo da dentro – potrebbe arrivare nella giornata di martedì: quando Schoots, a Londra, tenterà una cosiddetta moral suasion nei confronti del Tottenham, per convincere gli Spurs ad accontentarsi anche di meno di 20 milioni per un giocatore che – mal che vada – a giugno saluterà a zero. E, se la matematica non è un’opinione, 15 è meglio che 0. Come si dice in questi casi: filtra ottimismo.

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