Martina Brustia, centrocampista classe ’98 dell’Inter Femminile, ha rilasciato nelle ultime ore un’interessante intervista ai microfoni di gianlucadimarzio.com, in cui ha ripercorso i propri passi da calciatrice partendo dal suo primo avvicinamento a questo sport per arrivare alla chiamata di Inter e Nazionale. Abbiamo raccolto gli spunti più interessanti, ve li riportiamo di seguito.
DAL BASKET AL CALCIO – “Me la cavavo bene, ma usavo di continuo i piedi. Il mister lo disse ai miei genitori e così mio padre provò a farmi vedere una partita di calcio. Mi innamorai immediatamente e dopo quattro giorni quelli in campo diventarono i miei compagni di squadra”.
LA CHIAMATA DELL’INTER – “Quando l’Inter mi chiamò per un provino, piansi. Ero una milanista sfegatata e mio padre dovette insistere un paio di volte prima di convincermi. Ora se l’Inter fa bene sono pure contenta; vado allo stadio ed esulto quando vince, come all’ultima di Campionato”.
COSA NON E’ ANDATO NELLA SCORSA STAGIONE – “In Serie B ti giochi tutto in tre partite; i mezzi tecnici per fare bene c’erano e ci siamo sempre impegnate al massimo, ma un po’ per l’inesperienza e un po’ per l’approccio alle gare non sempre perfetto, abbiamo perso punti anche quando la vittoria era alla nostra portata”.
LA PRIMA CONVOCAZIONE IN NAZIONALE – “Un’emozione troppo intensa. La mia prima volta con l’U17 risale a quattro anni fa, in un un’amichevole contro la Scozia. Cantare l’inno di Mameli mi fece venire i brividi. Gli stessi che riprovai con le maglie dell’U19 e dell’U23”.
NAINGGOLAN – “Lo seguo dai suoi primi anni in maglia giallorossa e in campo ci somigliamo. Pur essendo più offensivo di me, la grinta e la voglia di vincere sono caratteristiche comuni. Sono contenta sia arrivato all’Inter”.
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