1 Febbraio 2021

Da Rafinha ad Eriksen: i migliori colpi ‘di riparazione’ nel post-Triplete. Tre sono ancora in rosa

Dopo il 2010 sono solo 7 i giocatori degni di nota acquistati a gennaio

Flop ma non solo, nella sessione invernale di calciomercato spesso l’Inter si è assicurata giocatori importanti in grado di essere protagonisti nella seconda parte di campionato dopo il loro arrivo a Milano. Prendendo in esame anche solo il post-Triplete, ci sono tanti giocatori che hanno lasciato il segno e continuano ad oggi ancora a farlo.

BROZOVIC Tuttora agli ordini di mister Conte, Brozovic è arrivato il 26 gennaio del 2015 dalla Dinamo Zagabria. Il croato è diventato insostituibile dai tempi di Spalletti. Prima, il periodo di  ambientamento e le montagne russe per quanto concerne le prestazioni, poi il ruolo definitivo di regista basso e la maturità ottenuta nell’ultimo periodo. Fare a meno di EpicBrozo è complicato, anche per Conte. E pensare che non molto tempo fa, il calciatore era con le valige in mano, pronto ad approdare all’Atletico Madrid.

D’AMBROSIO – Altro giocatore presente nella rosa attuale è il terzino italiano. Prelevato dal Torino nel 2014, è stato accolto con una certa indifferenza. Serviva un giocatore in quel ruolo, ma in molti ipotizzavano potesse interpretare solo una comparsa nello scacchiere nerazzurro. Con forza e duro lavoro, D’Ambrosio s’è ritagliato un posto tra i titolari con una certa stabilità. La sua crescita è decisamente esponenziale, la sua pesantezza si fa sentire anche in zona gol. In questi casi, l’acquisto non è un botto ma sicuramente è lungimirante.

RAFINHA – Passando a chi non indossa più la casacca nerazzurra, arriviamo all’ultimo in ordine di tempo: Rafinha. Prelevato dal Barcellona nel 2018, il centrocampista ha dato un grosso contributo per il ritorno in Champions. Serviva l’uomo in più a centrocampo, in grado di tessere le trame del gioco e spezzare il pressing avversario con giocate singole. Il rimpianto per non averlo riscattato, causa FPF, è stato un colpo al cuore di tutti i tifosi nerazzurri, vista l’empatia creata fin da subito. La speranza è l’ultima a morire e in fondo molti sostenitori sognano che le strade del calciatore e dell’Inter possano nuovamente incontrarsi.

KOVACIC – Altro rimpianto è senza ombra di dubbio il croato. Arrivato dalla Dinamo Zagabria nel 2013, il centrocampista non ha mai trovato il ruolo adatto per incidere fino in fondo. I colpi da grande giocatore li ha proposti, ma la continuità è sempre mancata. La sua cessione è stata, comunque, positiva e rilevante. Acquistato a 13 milioni complessivi, è stato rivenduto al Real Madrid per 22 milioni. Adesso al Chelsea, Kovacic sta provando a farsi largo in Premier League.

GUARIN – Dalla Croazia alla Colombia il passo è breve. Approdato in nerazzurro dal Porto nel 2012, il suo impatto è stato assolutamente positivo. In stagioni di transizione dove la storia non è stata fatta, il contributo del potente centrocampista ha fatto la differenza. 141 partite e 40 assist dopo, il calciatore viene ceduto in Cina. Il suo rendimento non era più all’altezza di un’Inter che doveva necessariamente spiccare il volo. E oggi Guarin si è ripresentato in campo in versione XXL.

PAZZINI – Meno incisivo tra i sei, l’attaccante italiano era stato accolto dalla critica come uno dei calciatori pronti ad alzare il livello generale di una squadra, quella del 2012, in fase di alti e bassi non indifferenti. Il suo gol in Roma-Sampdoria, decisivo per le sorti del campionato 2010 e ricordato da tutti i tifosi, faceva pensare che la storia di Pazzini con l’Inter potesse essere roboante. 40 partite e soli 19 gol hanno, però, portato la società a concretizzare il famoso scambio con Cassano al Milan. Da lì in poi, la carriera del Pazzo, ha vissuto più ombre che luci fino al ritiro.

ERIKSEN – Strappato nel gennaio 2020 al Tottenham a pochi mesi dalla scadenza del suo contratto, Eriksen ha deluso le aspettative, pagando per molto tempo l’incompatibilità tattica con Conte. Il danese però non può essere considerato un flop, ma un acquisto top per prestigio e per la qualità del giocatore. Le ultime prestazioni, contro Milan e Benevento, hanno rimesso Eriksen al centro del progetto Inter. Ci sono voluti 12 mesi, ma il tempo ora è tutto dalla parte del danese.

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