29 Aprile 2016

Pancalli: “Calciopoli c’è stata davvero. E’ stata un’anomalia, lo specchio di un Paese”

Luca Pancalli ritorna sulle vicende di Calciopoli a distanza di 10 anni dallo scandalo.
intervista pancalli
Luca Pancalli, presidente del Comitato Paraolimpico, ha parlato al Corriere dello Sport delle vicende di Calciopoli a distanza di dieci anni, periodo in cui fu nominato Commissario della Federcalcio: “Calciopoli c’è stata davvero. L’opinione pubblica ne ha stabilito i confini sulla base delle partite, del numero dei protagonisti finiti a processo. Io dico che anche se per una sola persona, una sola partita, un solo arbitro o un solo dirigente aver violato la lealtà significa avere Calciopoli. Ieri, oggi e domani. Il precedente Commissario ci mese nelle condizioni di farla ripartire, ma bisogna affrontare mille curve. Bisognava scrivere lo Statuto, riorganizzare il Codice di giustizia, rivedere i conti, ridare fiducia all’Aia, ricostruire il rapporto con la Uefa e Platini sa per chi ho votato. Bisognava garantire la quotidianità“.
Calciopoli era lo specchio di un Paese, come lo è Mafia Capitale e come lo è stato Tangentopoli. E’ un’anomalia, una distorsione della società, ma la colpa non è solo del calcio e dello sport che non ha modo di difendersi da solo e deve essere difeso. Ci sarebbe voluto un supereroe per mettere tutti i pezzi a posto. Il nostro obiettivo era riportare il calcio alla sua democrazia, alle elezioni nel minor tempo possibile. Perchè un commissariamento è sempre una ferita. Mi porterò sempre dietro l’esperienza umana che feci, la grande esperienza professionale e anche politica. Ero andato all’Università e il primo giorno in Figc mi sono sentito in uno stato d’ansia che non provavo da quando avevo gli esami“.
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Autore:
Martina Napolano

Nata a Napoli nel 1996, è laureata in Culture digitali e della comunicazione. Innamorata del calcio, ma soprattutto dell'Inter. Scrive per Passione Inter dal 2014. Appassionata anche di Formula 1, spera di poter avere la gioia di veder vincere la Champions all'Inter e il Mondiale a Leclerc nello stesso anno.