29 Luglio 2014

Vidic suona la carica: “Champions o vincere l’EL’ Non mollo mai nulla!”

Intervista Vidic: il difensore serbo, arrivato a parametro zero dal Manchester United, fissa gli obiettivi in vista della prossima stagione

Inter? Ho deciso in un giorno e sono certo di aver fatto la scelta giusta”. Riparte anche da qui l’Inter, dalle certezze di un Nemanja Vidic che, dall’alto della sua esperienza, non sente il peso di dover raccogliere l’eredità dei senatori argentini e guarda avanti, con fiducia, ad una stagione che può regalare tante soddisfazioni ai colori nerazzurri. A partire da stasera, dalla sfida con il suo passato, contro il Manchester United: “Se sarà più dura rispetto a sabato con il Real? Penso di sì, ma queste sono le gare più belle da giocare: ti aiutano a crescere” esordisce in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. Lo spirito del guerriero, pronto per riportare in alto il club interista: “Se il miglior Vidic è ormai alle spalle lo dirà solo il campo. Cerco di prepararmi al meglio, poi mi giudicherete. Io testimonial dell’Inter nel mondo? Certe cose le sapete voi meglio di me. L’Inter ha una grande tradizione, non sarò certo io a farla conoscere di più nel mondo. Nel 2010 non ha vinto solo grazie agli argentini, ma perché c’era un grande gruppo. Prendiamoci le giuste responsabilità, anche se non è facile perché siamo in un momento di transizione. Sarò soddisfatto se raggiungeremo gli obiettivi: giocare meglio dell’anno scorso ed andare in Champions. Se è meglio vincere l’Europa League o andare in Champions? Io non mollo mai nulla!”. Vidic, poi, conclude: Hernandez è molto forte, una classica prima punta con il fiuto del gol. Ausilio sa fin troppo bene cosa fare sul mercato. M’Vila? Mi ha fatto un’ottima impressione, ma deve recuperare la forma. Qui c’è maggiore cura per i dettagli, la tattica, mentre in Inghilterra si lavora sull’intensità e sulla velocità. Ma si lavora duro comunque. Mi farà una strana impressione stasera rivedere tanti amici. A Manchester sono cresciuto sotto ogni aspetto. Mazzarri? E’ molto determinato, ma a 32 anni nulla mi sorprende più. Ha le sue idee, come tutti gli allenatori, ed è importante perché ti apre la mente”.