29 Luglio 2020

Kallon: “Inter? Anni splendidi. Che soddisfazione giocare con Vieri e Ronaldo. Il mio acquisto…”

L'ex attaccante della Sierra Leone rivela curiosità e aneddoti sulla sua parentesi in nerazzurro
mohamed kallon

Mohamed Kallon, ex attaccante dell’Inter, si è raccontato ai microfoni di Tuttomercatoweb, svelando diversi retroscena e curiosità sulla sua parentesi in Italia con la maglia nerazzurra.

Ecco le sue parole: “Vivo a Houston, dove peraltro sono nati i miei figli. E sto allenando le giovanili della Houston Dynamo. Mi sono stabilito qui da anni, mia moglie è texana anche se di origini sierraleonesi”.

L’avventura in Italia: “L’Inter mi ha preso a 15 anni, peraltro in circostanze curiose. In verità io stavo andando in Germania a firmare per il Kaiserslautern. Mi ero fermato a Milano per due giorni e avevo chiesto al mio procuratore se mi poteva trovare una società che mi facesse allenare in questo breve periodo. E lui mi ha portato all’Inter. Mi hanno visto in allenamento e sono piaciuto. E da lì è partito tutto”.

Il numero di maglia: “Infatti ovunque andavo la 9 e la 10 erano prese. Non volevo occupare il numero di altri e ho deciso di optare per numerazioni meno ambite, quindi il 2 o il 3. Un altro motivo è per la mia passione al basket, in particolar modo ad Allen Iverson che aveva appunto la numero 3”.

La storia d’amore con l’Inter: “Anni splendidi, dove ho giocato con grandi campioni. Una grandissima squadra con una grandissima cultura. Era un’opportunità che ho cercato di sfruttare al meglio. Davanti avevo gente come Vieri e Ronaldo, campioni dentro e fuori dal campo. Ma quando c’è stata l’occasione io e Nicola Ventola abbiamo dato il massimo. È stata una grande soddisfazione per me vestire la maglia nerazzurra”.

Dalla Sierra Leone al grande calcio: “Non c’era nulla, a pensarci bene non avevo nemmeno l’1’% di possibilità di fare la carriera che ho fatto. Davvero, uscire è un miracolo. Ti dirò: ci sono tanti talenti, ho visto tanti ragazzi più bravi di me. La mia fortuna è che un’agenzia mi ha scoperto e portato il Libano. Lì ho fatto bene e ho avuto la fortuna, per una serie di coincidenze, di giocare ancora minorenne per la nazionale maggiore. Dovevo giocare con l’Under 17 ma non trovai un volo che mi portasse ad aggregarmi col gruppo, e sono stato integrato nella squadra maggiore. E da lì ho esoerdito”.

Ritorno in Italia: “Mi sono trovato molto bene e se ci fosse la possibilità tornerei a vivere a Milano. Ogni tanto vengo ancora, anche perché faccio il corso di allenatori a Coverciano”.

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