25 Marzo 2014

Mazzarri, il meglio deve ancora venire: “Se mi danno una squadra attrezzata, perchè non vincere lo Scudetto?”

Libro Mazzarri, presentazione nel pomeriggio alla Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano: ecco le parole del mister.

Nel pomeriggio di oggi Walter Mazzarri è stato ospite della Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano per presentare il libro “Il meglio deve ancora venire“, scritto a quattro mani con il giornalista di Sky Sport, Alessandro Alciato.

Il mister nerazzurro ha affrontato anche altri temi riguardanti il mondo Inter: ecco le sue dichiarazioni, raccolte dai colleghi di FcInter1908.it.

PAROLE DI THOHIR – “Sono contento che il Presidente abbia apprezzato il mio lavoro; sono sotto esame da quando ho iniziato la carriera e ci troviamo d’accordo sul fatto di programmare la prossima stagione in base a come finirà quella attuale“.

PROLUNGAMENTO DI CONTRATTO – “Meglio concentrarsi sul nostro momento, in futuro ne parleremo. Bisognerà valutare tante cose, dal lavoro dell’allenatore nei momenti buoni e non, al rendimento dei giocatori. I risultati incidono poco in un anno di transizione come il nostro, basti pensare a quello che è successo domenica con l’Atalanta: anche in questo caso si valuta la prestazione, la crescita della squadra. Inoltre, chi ha questo compito ha le idee molto chiare“.

RABBIA – “Mi dà fastidio aver perso punti quando potevamo guadagnarne, in questo non siamo stati fortunati. C’è rammarico per aver buttato punti in partite strane, ma c’è anche la mentalità di lavorare che ho trasmesso e che potrà esserci utile l’anno prossimo“.

UDINESE – “Gara insidiosa, come succede spesso in Serie A molte squadre vengono a San Siro con due risultati su tre utili e quindi ti mettono in difficoltà; speriamo di essere più fortunati nell’aprire la partita“.

ERRORI – “Ho detto ai ragazzi tutto quello che avevamo sbagliato e che ci è costato due gol. Guardando la prestazione si sono mostrati d’accordo con me e ci stiamo convincendo che non bisogna sottovalutare i pericoli“.

SFORTUNA – “Si parla tanto di continuità di risultati, ma il calcio non è una scienza esatta: quei 4 pali potevano essere gol, evidentemente non era giornata. L’unica cosa che potevamo fare era stare più attenti sul gol allo scadere, per questo mi aspetto più attenzione e più tranquillità per sfruttare al meglio tutto le occasioni“.

JUAN JESUS – “E’ diffidato e ci sono tre partite settimanali, ma gli altri cinque hanno dimostrato di giocarsi tutto il posto. Vedrò chi schierare solo all’ultimo, anche dopo aver parlato con coloro che hanno giocato domenica“.

CARRIERA – “Non ero portato a fare il giocatore: quando ho smesso mi sono reso conto che volevo decidere io cosa fare e mi isolavo. Sono fatto per fare l’allenatore, è quello che mi piace e mi sento realizzato per questo motivo“.

CARATTERE – “Accetto ogni critica e io stesso sono molto critico con me stesso. Però quando le critiche partono da presupposti sbagliati, mi arrabbio e divento poco diplomatico, non rispondo come dovrei. Tante volte non sono d’accordo con i giornalisti, perché mi chiedono cose assurde senza considerare il potenziale che ho a disposizione“.

MOURINHO – “Al di là della rivalità di quando litigammo da avversari, quando sono arrivato all’Inter è stato molto carino a mandarmi il suo benvenuto, non me l’aspettavo. Poi ci siamo incontrati di persona: adesso ci stimiamo, ma tatticamente ognuno ha le sue idee“.

GIOCATORI IDEALI – “Il calciatore che più ho apprezzato è stato Cavani: mi ha dato tante soddisfazioni e io l’ho voluto fortemente. Hamsik, invece, incarna il prototipo di giocatore che ogni allenatore vorrebbe nella propria squadra. Per far rendere al meglio ogni ragazzo, bisogna capirlo e dargli le giuste motivazioni, dopo aver visto che personalità è“.

MORATTI – “E’ un piacere essere scelti da Moratti: ho detto subito sì all’Inter, era la mia aspirazione e non ho pensato alla fase particolare o al cambio di società, ho firmato con entusiasmo e sto cercando di tirare fuori il meglio dalla rosa che ho“.

SCONFITTE – “Non dormo quando perdo le partite, ogni sconfitta è un dolore fisico perché io vivo di risultati. Devo somatizzare e stare solo perché sono inavvicinabile, questo mi aiuta a ricaricarmi“.

PASSATO – “Sono partito facendo le relazioni senza stipendio: feci 1500 km per andare in Kosovo, durante la guerra, per vedere Stankovic. Se da lì sono arrivato fin qui, vuol dire che qualche qualità ce l’ho, soprattutto entusiasmo e spirito di sacrificio“.

SCUDETTO – “Se hai una squadra attrezzata a vincere il campionato, perché non dovrei vincerlo? Con le rose che mi hanno dato ho fatto sempre ottimi risultati, ma non ho mai avuto un team che poteva lottare per il Tricolore, bensì per infastidire la più forte. La squadra da Scudetto è quella su cui in estate si fanno investimenti per competere“.

LIBRO – “Ho scelto questo titolo perché ho ancora voglia di fare bene e di fare qualcosa di importante, nonostante dieci anni di carriera. Thohir l’ha già avuto (ride), i giocatori devono comprarselo se lo vogliono“.

ATTACCO – “Si è parlato di 17 pali, ma la squadra produce tanto e sta crescendo in maniera esponenziale: Palacio ha fatti tanti gol e Icardi è appena rientrato“.

MODULO – “Qualsiasi modulo non è mai difensivo o offensivo: il 3-5-2 può essere offensivissimo, non si deve fare un discorso soltanto sul modulo“.