28 Marzo 2014

Massimo Moratti: “I rigori? Ormai è comico. Credo in Mazzarri. Torres o Dzeko? Stuzzicante!”

L’Inter è reduce dal deludente pareggio interno contro l’Udinese e, come ai vecchi tempi, è stato intercettato Massimo Moratti sotto gli uffici della Saras. Anche il presidente onorario, così come tutti i tifosi interisti, è apparso scuro in volto, a causa di prestazioni che non consentono ai nerazzurri di fare il salto di qualità e trovare la continuità necessaria per conquistare il quarto posto, che vorrebbe dire qualificazione in Europa League senza preliminari.

Il primo argomento toccato da Moratti, come riportato da inter.it, sono i rigori non fischiati a favore dei nerazzurri, che ormai sono a quota 32 partite senza tiri dal dischetto: “E’ una cosa comica. Ormai se ne parla sorridendo, perché sai che succede tutte le domeniche, tanto poi il rigore non te lo danno. Credo che gli arbitri abbiano paura a dare il primo rigore dopo tanto tempo, questo può frenarli.” L’ex numero uno dell’Inter, però, non sembra deluso dalla prestazione: “Siamo stati molto sfortunati, la squadra ha giocato bene nel secondo tempo, nel primo eravamo un po’ stanchi: quel che è certo è che avremmo meritato di vincere”.

Moratti parla anche di Walter Mazzarri e della sua capacità di motivare i giocatori: “Mi sembra che i giocatori entrino in campo con la voglia di far bene, Mazzarri li carica sufficientemente, poi ci sono partite in cui proprio non riesci a ingranare. Non credo che sia una questione di volontà o di pigrizia, la squadra vuol far bene, se fai un gol poi tutto funziona molto meglio, questo lo sappiamo. Mazzarri penso sia bravo.

Il presidente onorario poi dice la sua sul prossimo mercato, che vedrà l’arrivo in nerazzurro di un nuovo attaccante: Torrez e Dzeko? Stuzzicano me, come stuzzicano voi, come stuzzicano un tifoso della curva, ognuno di noi può avere le sue preferenze, poi quello che farà la Società non lo so. Ne parleremo, ma la decisione non è certo mia. Un conto è prendere la decisione finale, un conto è partecipare amichevolmente alla costruzione di qualche cosa, quindi non posso prendermi la responsabilità di una speranza“.