16 Novembre 2020

Mourinho: “Il Triplete resta indimenticabile. L’Inter per me era casa e famiglia. Ritorno? Mai dire mai”

I ricordi dello Special One: "Battere 3-1 il Barcellona è stato il momento più bello della mia carriera"

Josè Mourinho è sicuramente uno degli emblemi della storia dell’Inter. Lo Special One, che ha guidato la squadra nerazzurra nella cavalcata trionfale del Triplete nella stagione 2009/2010, si è concesso ai microfoni de Il Sole 24 ore per rivivere le tappe più importanti della sua carriera e le emozioni di quell’incredibile annata.

Il momento più emozionante della carriera: “Senza dubbio, battere il Barcellona con l’Inter per 3 a 1, il 20 aprile 2010. Per i giocatori, per me, per i tifosi, è stato il massimo. Eravamo una squadra di eroi. Abbiamo sudato sangue, ma alla fine abbiamo vinto”.

Il momento più difficile: “L’eliminazione dalla Champions League quando allenavo il Real Madrid. Eravamo senza alcun dubbio la migliore squadra d’Europa, abbiamo vinto la Liga battendo tutti i record di punti e gol e avremmo vinto quella finale, ne sono certo. Ma quando Ronaldo, Ramos e Kakà sbagliano i primi tre rigori, sai che non è il tuo anno”.

Il Triplete: “Quell’impresa significa ancora tanto per me. L’Inter era la mia casa, la mia famiglia. Massimo Moratti era un amico, il mio presidente. L’impresa del Triplete è stata fantastica e resta indimenticabile. Dopo la finale di Madrid, se fossi tornato a San Siro per festeggiare con giocatori e tifosi non avrei mai lasciato l’Inter. Dire addio a una famiglia è una cosa molto difficile da affrontare. Dieci anni dopo, continuiamo a essere una famiglia. È stata questa la nostra forza anche sul campo, siamo amici e lo saremo per sempre. La sera in cui abbiamo vinto la Coppa la decisione era già stata presa: non potevo dire no al Real Madrid per la terza volta. Ma mi guardo indietro con grande serenità e orgoglio”.

L’esperienza a Milano: “Sì, a Milano ero felice. In realtà, in quel periodo, la mia vita si divideva tra Appiano Gentile e Como. Per me Milano era San Siro, lo stadio, la tifoseria, l’Inter e l’interismo. È un luogo speciale che mi porterò sempre nel cuore; una città con cui ho un legame sentimentale fatto di ricordi magnifici. Uno su tutti, l’ho detto prima e lo ripeto, la vittoria del Triplete”.

Futuro in Italia: “Non credo. È una sensazione, ma non penso che nel mio futuro ci sia l’Italia. È anche vero che il mondo del calcio è così imprevedibile, e non si può mai dire mai”.

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