Il pagellone di fine stagione: tanta mediocrità, Mancini bocciato
Il pagellone di fine stagione 2015/2016 dell'Inter, tutti i voti e tutti i giudizi sull'annata e su i suoi protagonisti, da Mancini a Icardi passando per Jovetić e Kondogbia, senza dimenticare qualche desaparecido disperso a gennaio
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Sembrava che il Palacio di quest’anno fosse un giocatore ormai giunto al capolinea, alla frutta fisicamente parlando, senza più la lucidità necessaria, tecnicamente involuto, psicologicamente a pezzi e non più in grado di incidere come ha fatto nelle sue prime due stagioni all’ombra della Madonnina. Sembrava, perché alla fine Rodrigo ha carburato ed è stato tra i pochissimi a non sfigurare nel periodo di massimo squallore nerazzurro, riuscendo anzi a firmare tre assist tra febbraio e marzo (ha chiuso con quattro in totale, terzo migliore della squadra dopo Perišić e Brozović che però hanno giocato molto più di lui, quasi il doppio).
Attaccante di rara intelligenza, il Trenza ha figurato sufficientemente bene perché possa essere tranquillamente inserito tra i sufficienti e ha ribadito di poter stare senza affanni in questa rosa, nonostante la carta d’identità sia il suo avversario più tenace. Però avercene di vecchietti così. Il santone saggio dello spogliatoio.
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