20 Novembre 2014

FOCUS – Una MANCI(O)ata di entusiasmo!

Roberto Mancini torna all’Inter! Questo non vuole essere un annuncio né tantomeno una notizia: a quasi una settimana dall’esonero di Mazzarri e dal conseguente arrivo del tecnico di Jesi, nel  mondo non esiste un solo tifoso nerazzurro che non sappia dell’avvicendamento concretizzatosi sulla panchina della Beneamata. L’inizio di questo Focus vuole semplicemente testare l’effetto che si prova a scrivere o a leggere una notizia tanto bella quanto inaspettata.

Dopo anni in cui sulla panchina dell’Inter si sono avvicendati tecnici che non hanno mai incarnato l‘interismo militante, quello per cui viene spontaneo riconoscersi nel proprio allenatore, riavere alla guida della squadra un Mister come il Mancio è un regalo bellissimo che il Presidente Thohir ha voluto fare a tutti il tifosi interisti. In un momento storico complicato come quello che stiamo vivendo, lontani dai fasti e dalle vittorie di un tempo, riaccendere l’entusiasmo di una piazza che per mille ragioni lo aveva ormai perso, era un presupposto imprescindibile per centrare gli obiettivi prefissati ad inizio stagione.

“La prima cosa su cui ha fatto leva, più che sulla tattica, è stato l’entusiasmo”. [Roberto Mancini]

Il ritorno di Mancini all’Inter non significa soltanto il ritorno di un grande allenatore sulla nostra panchina, vuol dire molto di più: significa che il nostro Presidente e la nostra dirigenza vogliono realmente tornare nel più breve tempo possibile ai vertici del calcio italiano ed europeo. Mancini è sinonimo di ambizione, è il primo mattone per la costruzione di un’Inter nuovamente vincente; il tecnico che con i nostri colori ha conquistato ben tre scudetti, è la garanzia più grande della bontà del progetto intrapreso da Erick Thohir. La strada che il Mancio e l’Inter sono chiamati a percorrere non sarà certo semplice, molti dei problemi che c’erano con Mazzarri non scompariranno da un momento all’altro, ma l’entusiasmo ritrovato e l’ambiente nuovamente compatto nel sostenere la squadra, contribuiranno a rendere meno ripida la salita che dovremo scalare.

“Mancini ce la farà per 5 motivi: perché è bravo e non lo ha dimostrato solo all’Inter, poi conosce l’ambiente e quando hai poco tempo è una cosa che fa la differenza. Terzo: aveva voglia di tornare ad allenare. Quarto: aveva voglia di tornare ad allenare in Italia, dato che è il suo paese e gli mancava. Magari ha qualcosa ancora in sospeso con la sua carriera. Quinto: nel frattempo ha fatto esperienza internazionale e questa non è una cosa che compri al mercato”. [Dejan Stankovic]

D’altronde si sa, il tifoso dell’Inter è un tifoso particolare, non semplice da interpretare e per questo sicuramente speciale. Ha bisogno di vedere che l’allenatore si integri perfettamente con l’ambiente, sente l’esigenza di una sorta di capopolo, un condottiero, un generale di mille battaglie, qualcuno che in ogni occasione cerchi di ottenere il massimo risultato possibile al costo di perdere, un grande comunicatore, un mister con il quale riconoscersi in tutto e per tutto. Chi siede sulla panchina dell’Inter non deve solamente essere un grande allenatore, deve fare molto di più, ed è proprio per questo che la panchina nerazzurra è molto ambita, ma allo stesso tempo non può essere occupata da tutti. Nel mondo esistono sicuramente molti allenatori preparati, molti tecnici che hanno dimostrato di saper vincere o di poterlo fare un giorno, ma questo non basta per poter sedere sulla nostra panchina, serve altro. Mancini questo “altro” ha dimostrato di possederlo ed è per questo che è lui l’uomo giusto per ripartire, è lui il Mister adatto per farci rialzare.

“Il tifoso interista è abituato a soffrire ma non molla mai, non abbandona mai la barca nel momento del bisogno. Il tifoso interista è un innamorato cronico, un passionale, un sanguigno. Ha un carattere argentino… È fedele, appassionato, nel bene e nel male. Ma è anche esigente, così come brillante, intelligente e ironico”. [Javier Zanetti]

Dopo sei anni e mezzo dunque, Mancini torna a sedersi sulla panchina della squadra dove si è affermato come grandissimo allenatore. Da Milano se ne andò da vincente, conquistando a Parma il terzo scudetto consecutivo; al suo ritorno ritroverà il Milan e quel Fernando Torres che indirettamente gli costò l’addio all’Inter. Al Mancio infatti fu fatale quella famosa conferenza stampa tenuta dopo l’eliminazione negli ottavi di finale contro il Liverpool del Niño (autore del gol vittoria nel match di ritorno) nella quale annunciò che non sarebbe più stato l’allenatore dell’Inter al termine della stagione. A Massimo Moratti quelle dichiarazioni, anche se dettate da un momento di sconforto per l’ennesima eliminazione prematura dalla Champions, non piacquero e fu così che decise di ingaggiare José Mourinho.

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Ora con il ritorno di Mancini, il film che avevamo ammirato in quegli anni può finalmente tornare ad essere girato: a quel copione in effetti mancava il lieto fine, si era interrotto all’improvviso, senza che ci fosse la possibilità di salutarsi: la storia offre a Mancini e all’Inter una nuova occasione per regalare a quel film il finale che merita, magari con il Mancio protagonista dell’inizio di un nuovo grande ciclo dove il regista non è più Moratti, ma Erick Thohir.

E allora Ciak, si torna a girare…  #BentornatoMancio

P.S. Nel calcio come nella vita occorre sempre guardare avanti, ma un ringraziamento nei confronti di Mazzarri è doveroso. Non è riuscito a creare quella che Mourinho definiva “empatia” con l’ambiente, ma ha dato il 100% per i nostri colori. Tra Mazzarri e l’Inter non è stato amore a prima vista e la scintilla non è mai scoccata. Buona fortuna per il futuro Mister!

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