9 Giugno 2020

Marotta: “Dybala? L’anno scorso poteva arrivare all’Inter. Teniamo Sensi, Lautaro deve capire che il Barcellona…”

L'amministratore delegato nerazzurri rivela il retroscena sulla Joya

E’ un Beppe Marotta per certi aspetti anche inedito, quello che ha rilasciato l’intervista uscita questa mattina sulle pagine del Corriere della Sera. Rispetto alla grande dote verso la diplomazia che lo contraddistingue, il dirigente varesino racconta la verità su alcune mosse di mercato dell’Inter per la prossima estate, svelando pure un retroscena che lo lega al vecchio pallino Paulo Dybala risalente alla scorsa estate, quando la Juventus quasi lo considerava un esubero. Ecco le parole dell’amministratore delegato nerazzurro:

Sono stati tre mesi duri con questo maledetto virus, come li ha vissuti Marotta a livello umano e professionale?
“Difficili, di grande sofferenza, ho perso amici e conoscenti: momenti drammatici”.

L’esperienza più dura della sua vita?
“Non c’è dubbio, i miei cari e io non ci siamo ammalati, ma impossibile non restare coinvolti dai tanti drammi vissuti. Ho lavorato a Bergamo, a Torino, ora a Milano: molte le testimonianze di dolore. Pur vivendo in un mondo dorato come il calcio, poi ti ritrovi indifeso”.

Cosa ha significato lavorare per la ripresa del calcio? L’Inter era a favore?
“Siamo stati in silenzio non per paura di esternare, ma perché lo scenario cambiava ogni giorno. La preoccupazione era tutelare la sicurezza del mondo Inter: un obiettivo cui teneva molto la proprietà. Il calcio avrebbe dovuto cercare un dibattito più sereno, obiettivi comuni, evitare individualismi, esibizioni muscolari, suggerire soluzioni senza lesinare sforzi, ragionando su un orizzonte più ampio della singola stagione, considerati anche gli impegni internazionali dei prossimi due anni».

Il presidente Steven Zhang è stato tra i primi ad attaccare il presidente della Lega serie A, Paolo Dal Pino. Non pensa abbia esagerato?
“Zhang ci aveva visto lungo. L’affermazione («pagliaccio triste», ndr) è stata forte, dettata da un sentimento di paura e protezione verso dipendenti e giocatori. Non dimentichiamo che saremmo andati a giocare Juventus-Inter a porte aperte”.

Giusto ripartire sì o no?
“Non abbiamo voluto riprendere, ma dovuto. Bisognava essere logici. Il calcio, come dicevo, è un’impresa”.

Ad Appiano che atmosfera ha percepito nell’Inter?
“A maggio c’era preoccupazione. Poi i giocatori hanno capito che la società li ha messi in condizioni di massima sicurezza: sono più sereni”.

L’obiettivo dell’Inter?
“Quello di prima, essere protagonista: con 13 gare può succedere di tutto”.

Icardi venduto per 58 milioni: non è un po’ poco?
“Icardi non faceva più parte del nostro progetto. Dovevamo trovare una sistemazione soddisfacente per lui e noi: è stato fatto. Il finale è stato assolutamente gradevole”.

Lo ‘sconto coronavirus’ non si poteva proprio evitare?
“Toglietevi dalla testa operazioni alla Neymar dove tra cartellino e ingaggio spendi 500 milioni. Quelle sono situazioni oggi utopistiche”.

Perché parla di Neymar e non di Ronaldo?
“L’operazione Ronaldo, in quel momento, aveva una grande logica di mercato”.

Ci sarà un’operazione Lautaro-Barcellona?
“Lautaro rappresenta un punto di riferimento importante per l’Inter, non abbiamo necessità di venderlo. C’è una clausola di 111 milioni che scade il 7 luglio: è l’unico strumento per arrivare a una cessione. Il giocatore può aspettare e crescere con l’Inter”.

Lautaro vuole il Barça.
“Ci confronteremo con lui, dobbiamo fargli capire che una possibilità del genere si può ripresentare in futuro, quando sarà più pronto”.

A che punto è l’Inter che ha in mente Marotta?
“Abbiamo aggiunto pedine importanti: l’allenatore e alcuni giocatori, a gennaio anche Eriksen. L’Inter ora ha grande visibilità e fascino. Abbiamo l’appeal degli anni migliori”.

Eriksen resta un punto di domanda.
“Non è un interrogativo, è un buon giocatore. Conte troverà la giusta collocazione”.

Nainggolan, Perisic, Sensi. Chi va, chi resta?
“Abbiamo un obbligo: non possiamo deprezzare il valore dei nostri giocatori. Valutiamo tutto con l’allenatore. Sensi vogliamo tenercelo”.

Coppa Italia e Europa League: si possono vincere?
“Partecipiamo per essere protagonisti. La Coppa Italia è più vicina come visione, l’Europa League più ambiziosa”.

Si è parlato molto di Cavani, Chiesa, Tonali. Che tipo di giocatori cerca l’Inter?
“Calciatori pronti, ma i giovani italiani sono un obiettivo importante. Poi ci sono le valutazioni di mercato. Chiesa ne ha una impegnativa, siamo distanti. Su Tonali c’è più facilità di confronto”.

Il suo sogno resta Dybala?
“È uno dei più grandi talenti. L’anno scorso c’erano sensazioni per poterci arrivare. Oggi è proiettato a diventare un grande leader della Juve”.

Conte è così impegnativo anche per un dirigente esperto come lei?
“È un grande professionista, dedica tutto al lavoro, ha passione, amore e ha doti eccelse. Con queste premesse è tutto più semplice. Le dinamiche le indica lui. Ha sempre avuto rispetto per me, il club e la proprietà: ci darà grandi soddisfazioni”.

L’anno prossimo l’obiettivo dell’Inter è spodestare la Juve e vincere lo scudetto?
“Vogliamo alzare l’asticella e il livello qualitativo del gruppo Inter”.

Le ambizioni e i valori di Marotta e dell’Inter?
“Ho lavorato in tanti posti, se guardo le ultime due esperienze ci sono principi che uniscono Agnelli e Zhang: il grande senso di appartenenza, della vittoria, della cultura del lavoro e c’è passione. Anche l’Inter oggi li ha: l’ambizione è tornare più in alto”.

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