19 Giugno 2016

Thiago Motta: “Dobbiamo pensare una partita alla volta. Mourinho ha vinto tantissimo”

Le parole dell'ex centrocampista nerazzurro che ora sta affrontando gli Europei con la Nazionale
intervista thiago motta

Thiago Motta, ex centrocampista dell’Inter, ha parlato al Corriere dello Sport della sua esperienze con la Nazionale agli Europei: “Noi dobbiamo pensare una partita alla volta, come abbiamo fatto da quando siamo qui. La realtà è che non siamo tra i favoriti, ci sono delle squadre che prima del torneo sulla carta erano e sono considerate forti, come Francia, Germania e lo stesso Belgio che abbiamo battuto. Perchè poi, per fortuna, c’è il campo. Non c’è una squadra ideale da affrontare agli ottavi. Noi abbiamo qualche chance in più di passare perchè stiamo crescendo, ma resta valido quello che ho detto prima, un passo alla volta“.

Le mie sensazioni sono buone, come quelle di tutti i miei compagni. A 33 anni capisco tutto, soprattutto le critiche sportive, lo capisco e le accetto perchè così deve essere. Come tutti, a volte sto bene, altre male, come una squadra che a volte si esprime bene, altre meno. L’unica cosa che chiedo è parlare di calcio e non mancare di rispetto, questa è la cosa principale. La scelta mia e di Eder è stata una scelta meditata e non interessata. Sono felicissimo di far parte di questo gruppo, sapendo che alla mia età questa è una delle ultime occasioni di avere il privilegio di indossare la maglia della Nazionale italiana, esperienza nuova anche come uomo e cercherò di approfittarne insieme ai miei compagni“.

Ognuno ha la sua maniera di lavorare, poi sta a Conte ottenere quello che conte: vincere. Nel calcio si può giocare bene o male, in modo offensivo o difensivo, ma alla fine conta il risultato. Un esempio è Ranieri. L’ho sempre visto come un grande allenatore però è arrivato a vincere quest’anno e dunque prima al massimo era considerato un buon allenatore: adesso diventa un grandissimo. Eppure lo era anche prima. Mourinho ha vinto tantissimo, però magari non era allo stesso livello di Ranieri per dire una cosa assurda e paradossale. Nel calcio è così e questo vale anche qui. Conterà il risultato e se alla fine ne arriverà uno grande e questa squadra sarà grande, l’allenatore sarà bravo, se non sarà così ci saranno interrogativi, critiche, è normale: ripeto, questo è il calcio“.

Ho avuto delle difficoltà, è vero perchè rispetto al club, dove mi veniva affidato il gioco della squadra, in Nazionale c’erano altri giocatori in quel ruolo da Pirlo a De Rossi. Stiamo parlando di due dei migliori registi da tanti anni. Il fatto è che nel club ho un rapporto quotidiano coi compagni, ci conosciamo meglio, e nel Psg c’è uno stile di gioco che mi “conviene” tantissimo”. Non abbiamo un Totti, un Baggio, un Ibra ma buoni giocatori che debbono mettersi a disposizione della squadra e dell’allenatore. La verità è quello che dite voi: in Nazionale non sono mai riuscito a fare il mio gioco e questo mi dispiace perché quando sono venuto in azzurro ho cercato di fare il mio meglio ma non sono riuscito a dimostrare quello che posso valere“.